La fine del mondo
di Vincenzo Fani Ciotti, con lo pseudonimo di Volt, "Caratteri del '900" n. 6, ed. Vallecchi, 2003, 204 (113) pagg., 14,00 €
Vincenzo Fani Ciotti è una figura minore del Futurismo, ma solamente perché morì giovane. I suoi contributi, nei trentanove anni di vita, non furono da poco.
A dire il vero la sua non fu un’adesione totale, al movimento del Marinetti: "…pur senza condividerne gli oltranzismi polemici, né l’ostentato sdegno verso la Tradizione…" (A.A. Monti, "Vincenzo Fani Ciotti, Volt", pag. 144).
Ne fu, comunque, uno dei rappresentati della Destra più convinti; la sua ammirazione per il fascismo è decisamente incondizionata, e, il presente romanzo, è addirittura dedicato a Mussolini.
Il sottotitolo è "romanzo di fantascienza futurista", e pare essere stato pubblicato, per la prima volta, nel ’19, a Bologna; ma è un’edizione "fantasma", di cui non è rimasta copia, e di cui pochi fanno menzione, e mai in maniera chiara.
Sicuramente apparve poi nel ‘21, per la "Modernissima" casa editrice italiana, Milano (178 pagg., 6 £ ).
Ed è un vero e proprio romanzo di fantascienza. "…è il primo romanzo italiano che si svolge nel futuro con una trama autonoma e completa rispetto alle altre opere avveniristiche dei suoi tempi (nel senso che) non ha la sola funzione di dare un quadro del futuro come mera contrapposizione al presente attraverso una serie di descrizioni (monotone) di mutamenti sociali, politici e scientifici allo scopo di affermare certe teorie o criticare l’attualità…" (de Turris, "Introduzione", pag. 11).
Il de Turris insiste poi molto sulla sua "profeticità", che, però, come sappiamo, non è certo fra i "meriti" di rilievo dell’Sf; una cosa, però, va citata: "…è il primo in Italia, ma forse anche rispetto alla produzione anglo-americana, a porre il problema "etico" di come si debbano considerare gli abitanti degli altri pianeti…" (pag. 12).
La storia che racconta lo è decisamente: in un futuro nel quale il Mondo si è riunito in un’unica nazione, e l’esplorazione dello spazio ha già mandato uomini in tutto il Sistema Solare, vi è un partito, erede di quello Futurista, che vorrebbe si andasse a fare guerra ai lemuriani, giganteschi abitanti di Giove, prevalentemente per ridare, all’Umanità, la valvola di sfogo naturale della quale è stata deprivata: "La guerra era la valvola di sicurezza dell’umanità. Voi avete inchiodato la valvola… La Pace assoluta è sinonimo di sfacelo e di morte. L’umanità non avrà pace, la Terra non avrà pace se non a condizione di fare guerra alle stelle.… La guerra per la guerra? Direte. Si. La guerra per la guerra. O meglio la guerra per la vita." (pag. 96).
Ma la "mollezza democratica" della maggioranza glielo vuole impedire; faranno, allora, la "rivoluzione", e partiranno ugualmente.
Essenzialmente bisogna dire che: "…è la trasposizione in forma narrativa delle idee esposte nel saggio, di evidente ispirazione paretiana, "Teoria sociologica della guerra"…" (de Turris, pag. 7), scritto fra il ’17 e il ’18 e pubblicato solo nell’’80, anch’esso qui pubblicato in appendice (vedi), nel quale infatti leggiamo: "La guerra rappresenta come la valvola di sicurezza che impedisce il prorompere delle passioni individuali nel seno della collettività statale… (ad un Mondo unito) L’organizzazione dell’umanità avrebbe raggiunto un limite insuperabile…. (ciò diverebbe) un bisogno univerale di tutta l’umanità, al quale sarebbe precluso ogni campo d’azione esteriore…. L’umanità sarebbe ridotta allo stato di una caldaia a cui si sia inchiodato lo stantuffo e la valvola di sicurezza. Lo scoppio sarebbe inevitabile. La società internazionale degli Stati soccomberebbe all’urto di rivoluzioni interne e di guerre intestine…. la guerra sarebbe trasportata al di là dei limiti terrestri, contro i probabili abitanti del sistema planetario." (pagg. 159-160).
Lo stile è, inevitabilmente, datato, e molto lontano dall’attuale sentire. Ma, come il Panella, contrariamente al Michelucci, dice, lo "…si può leggere con profitto, gusto letterario ed interesse storico." (vedi "Altri contributi critici", pag. 209).
E vi si trovano anche storie d’amore, ed un erotismo penso ben oltre gli standard dell’epoca.
Per quanto riguarda il suo essere futurista, "…non risiede certo nell’innovazione grafica o letteraria…" (idem, pag. 208), ma sono proprio i concetti che vi si esprime, ad esserlo. Il vitalismo dei protagonisti, che sfidano le acque stagnanti della democrazia, ed arrivano ad un gesto estremo, per concretizzare il loro sogno.
L’idea, quindi, della democrazia non come positiva, ma negativa semplicemente in quanto mera rappresentatività dell’appiattimento delle masse, mentre i pochi "eletti", le menti superiori, che non possono che essere minoranza, non hanno, con essa, la possibilità di arrivare al potere. Se non con la violenza.
Futurfascista è la definizione che se ne da. Comprensibilmente.
E la poetica che vi si respira: "Glorifichiamo il Dio vivente nel sole e nel fulmine, nel rombo delle dinamo e delle eliche e nell’ansare fragoroso delle locomotive. Dio è la grande Bomba, che esplode dal centro dell’universo per l’eternità. Noi siamo i suoi frammenti, schegge di ferro lanciate a velocità pazza a traverso gli spazi infiniti." (pag. 105); "…si sentiva il braccio armato di una Potenza arcana e terribile. Atomo cosciente del meraviglioso organismo del Cosmo… Si sentiva una cosa con la luce, la elettricità, il calore, le forze serene e incommensurabili che governano l’ordine della natura." (pag. 126); "Oh vita! sorriso di donne, azzurro di cieli! tumulto di uomini, ebbrezza di vittorie…" (pag. 128).
Ancora fra i "Documenti" (vedi), c’è "La casa futurista. Manifesto", che è quasi un racconto di Sf; vi si legge, infatti, fra l’altro: "Le loro abitazioni, munite di formidabili motori, correranno, navigheranno, voleranno…" (pag. 173); "In tutto il mondo non vi saranno che tre o quattro enormi metropoli vaganti, in continua guerra fra loro. La terra non sarà infine che una sola città, alleata con Venere e Mercurio, contro gli abitanti di Marte." (!!!; pagg. 173-4); "Le ville signorili saliranno o scenderanno lungo le pendici delle montagne, a seconda della stagione o della temperatura." (pag. 174). Fantascienza, no!?
Insomma, un altro ottimo frutto del lavoro davvero encomiabile del de Turris sulla Sf italiana delle origini.
"Documenti":
-"Vincenzo Fani Ciotti, Volt", di A.A. Monti, da "Dal partito allo stato", ed. Vittorio Gatti, ’30, pagg. 5-10; pagg. 143-146
di V. Fani Ciotti:
-"Teoria sociologica della guerra", ‘17/’18, da "Tra nazionalismo e futurismo", a cura di Giancarlo Scriboni, ed. Marsilio, ’80, pagg. 35-52; pagg. 147-167
-"Lettera a Mussolini", da "Il popolo d’Italia" del 25 agosto ’19, poi in "Programma della destra fascista", ed. La voce, ’27, pagg. 1-3 e in "Tra nazionalismo e futurismo", op. cit., pagg. 32-33; pagg. 168-169
-"Manifesto della moda femminile futurista", da "Roma futurista" n. 72, 29 febbraio ’20, poi in "Il futurismo e la moda", ed. Marsilio, ’86, pag. 115; pagg. 170-172
-"La casa futurista. Manifesto", da "Roma futurista" nn. 81-82, 25 aprile-2 maggio ’20, poi in "Tra nazionalismo e futurismo", op. cit, pagg. 74-78; pagg. 173-177
-"Nova et vetera", da "L’impero" del 24 novembre ’23, poi in "Dal partito allo stato", op. cit., pagg. 13-17; pagg. 178-180
-"Pedagogia imperiale", da "Gerarchia", maggio ’26, poi in "Dal partito allo stato", op. cit., pagg. 61-81; pagg. 181-193
-"Nazionalismo e cultura", in "Dal partito allo stato", op. cit., pag. 182-189; pagg. 194-198
e
-"Ricordo di Volt", da "Critica fascista", 1 agosto ’27, pag. 282; pag. 199
Altri contributi critici: recensioni di Alessandro Michelucci e Giuseppe Panella, "Futuro Europa" n. 37, ed. Perseo libri, 2004, pagg. 206-9
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