La porta degli innocenti
di Valter Binaghi, ed. Dario Flaccovio, 2005, 14,50 €, 320 pagg.
In un paesino vicino a Biella avvengono due omicidi senza movente, e un ispettore di polizia va ad indagare.
Presto si capirà che c’è dietro qualcosa legato alle antiche leggende del posto, sul Piccolo popolo, ed un megalite preistorico. E, di morti, ce ne saranno altre.
Sarà una cricca di tre ragazzini, ad aver organizzato il tutto, anzi, un, ragazzino. Che, seguendo la voce di un Antico, ha capito che c’è la possibilità di andare in un Altro mondo. Dove il Piccolo popolo è scomparso.
Ma, per fare ciò, deve sacrificare delle vite umane, e, per poter far ciò, si circonda da quegli altri due "il brutto e l’impuro" (pag. 310).
Ed organizza un gioco, in Rete, che attira centinaia di ragazzini.
Il tutto è ambientato in un oggi descritto con spietato realismo, con l’effetto serra ormai presente nel quotidiano coi suoi… effetti devastanti, ed il vuoto di valori dilagante: "Abbiamo scacciato Cristo dalla nostra vita, e ritorniamo in balia del mito, che è sempre in agguato: oscure credenze e violenza primordiale…" (pag. 254); "Il mondo non c’è più da tempo: solo copie di copie di copie senza l’orginale." (pag. 260), che ricorda senz’altro quanto diceva Baudrillard.
"…è lì dentro che vivono ormai, i ragazzini." (pag. 263); nel computer, in internet. E le centinaia di loro che hanno seguito il gioco, e che, scappati da casa, vanno verso questo misterioso Altro mondo, sono "Gente che sogna in grande e ha un buco nell’anima." (pag. 301). Quel bisogno di Mistero che è dell’Uomo, e che, oggi, la società non soddisfa più.
Tutto è Apollineo, chiaro e netto. Ma l’Uomo ha bisogno anche di Dioniso.
E, di Mistero vero, il Mondo, è pieno. Ne è colma la Realtà. "…linee di forza del magnetismo terrestre di cui i megaliti sarebbero segnali o catalizzatori. Alcuni pensano che i monumenti megalitici formassero tra loro come una rete estesa migliaia di chilometri in tutta l’Europa occidentale, che serviva ad indicare o forse a produrre potenti energie telluriche…. Pungere il drago, cioè il corpo terrestre, per eccitare o blandire le correnti energetiche del sottosuolo." (pag. 281).
L’inserirsi, del magico, nel mondo normale, dice sia il suo essere scomparso, da esso ("Le potenze terrestri si sono dissolte, di fronte a Cristo" (pag. 254)), che l’inevitabile accostarsi ad esso in maniera distorta, che, ormai, non può che essere la maniera nel quale possiamo farlo.
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