La voce dell’isola
di Sabina Colloredo, "Narrativa" n. 238, ed. Nord, 2006, 16,00 €, 272 pagg.
Fantabiologia, sull’orma del dr. Moreau & co., è un bel romanzo d’avventura, nel quale il vero protagonista è l’isola sulla quale prevalentemente si svolge.
Tristan da cunha, un’isoletta davvero esistente, sperduta nell’oceano Atlantico; e abitata da poche centinaia di persone.
Si immagina che, su di un’isolotto accanto, vi sia una stazione metereologica che, però, nasconda ben altro. Appunto un laboratorio di esperimenti genetici
Sull’uomo.
Ma la narrazione inizia, e prosegue per molto, in tutt’altra direzione. Con tre giovani dipendenti di una ditta produttrice di aragoste che vi giungono per, almeno apparentemente, un trattato commerciale con gli isolani.
Ma, dal loro arrivo, cominciano ad accadere fatti che non erano mai accaduti, su quell’isoletta assolutamente pacifica; due omicidi, e la scomparsa di uno dei tre, una ragazza.
Poi la trama comincia a complicarsi, e entra in gioco l’ingegnaria genetica.
L’atmosfera dell’isola, totalmente isolata dal resto del mondo, con le sue leggi non scritte, ed il clima implacabile che vi fa soffiare eternamente un vento gelido e la fa bersaglio di frequentissimi uragani, è resa davvero molto bene.
Così come l’inevitabile, e più volte descritto, nella narrativa e nella filmologia horror, clima di ostilità della comunità chiusa verso l’Estraneo, che, comunque, è la causa degli avvenimenti nefasti.
Il linguaggio, però, è spesso trasandato, con ripetizioni stanche di elementi detti, sciatto, anche se, a volte, riesce ad essere abbastanza espressivo.
Ed il tema delle mutazioni genetiche indotte vi è praticamente solamente accennato, senza che si vada a dirne con un pò di profondità.
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