Il dominio della regola
di Milena Debenedetti, "Odissea fantasy" n. 1, ed. DelosBooks, 2006, 16,00 €, 320 pagg., "Dragonz" n. 1, ed. Delos digital, 2010
La Debenedetti, dopo varie prove ben riuscite nel racconto breve, si lancia nel ben più difficile campo del romanzo. E riesce, bene.
Infatti questo, che ha tutta l’aria di essere solamente il primo di un ciclo, è decisamente ben congegnato, e scritto in buona prosa.
Una regina viene fatta sparire da una maga mezzosangue, anche un po’ normale, uscita dalla terra dei maghi per placare la sua lussuria. Per potere avere l’uomo che stava per sposare.
Viene fatta diventare una Incappucciata, un essere vagante nella piana dell’Inesistenza, nella quale: "…un ignoto potere malefico… distruggeva la mente e i pensieri, deformava il corpo… si nutriva dell’essenza degli uomini, della loro energia e della loro coscienza… impedendo la naturale evoluzione verso vecchiaia e morte." (pagg. 8-9).
Ma non tutto, di lei, perirà, e dopo un secolo trascorso in quel luogo desolato, riuscirà ad uscirne, attratta da un re venutovi a cacciare, che gli fa ribabuginare alla coscienza il suo amore perduto.
E, da allora, sarà tutto un risalire, dapprima verso una normale umanità, poi al controllo e alla conoscenza del sé, al ricordo di chi era, e, alla fine, alla riconquista del suo regno.
Il Mondo nel quale ciò si svolge è dominato dalla Regola, una sorta di religione della ragione, nata per arginare la magia, che stava mandando in rovina i Regni: "… fredda logica, al di là di ogni emozione umana, agghiacciante, insensibile, assenza totale di sentimenti e di comprensione. Una forza chiusa in sé, sterile e priva di speranza. Era la ragione schiava di se stessa. Era la Regola." (pag. 42).
Ma non è la magia, come si potrebbe pensare, a starne al centro; il racconto si dipana, lento, almeno nella prima parte, facendo molta attenzione all’aspetto psicologico, dei personaggi.
La Regola, e il regno lontano nel quale la protagonista si rifugerà per sfuggirvi, e imparerà a conoscersi, hanno in comune un aspetto fondamentale: sono forze naturali primordiali, con le quali l’Uomo, in qualche modo, riesce a mettersi in contatto.
Ma se la prima è quel terribile strumento di prevaricazione, che lo fa assomigliare per molti aspetti alla medioevale Inquisizione, l’altra ha invece un modo totalmente differente, di rapportarvisi, e diviene, quindi, armonico, e migliorativo alla Vita.
La seconda parte, purtroppo, diventa più lenta, e piena di eccessivamente complicati intrighi, che, essenziali alla trama, avrebbero potuto essere detti più semplicemente.
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