La variabile Berkeley
di Nicola Fantini, "Cosmo argento" n. 261, ed. Nord, ’95, 18.000 £, 284 pagg.; tradotto in francese, da Jean-Pierre Pugi, come "La variant de Berkley", (Fleuve noir, 2001: 18,14 €, 378 pagg.)
Buon romanzo di Sf che deve molto alle atmosfere alla "Blade runner", e al cyberpunk.
In un futuro nel quale l’Uomo ha dovuto, per le devastazioni dovute a svariati fattori, rifugiarsi in città chiuse, avvengono degli omicidi. Omicidi di persone ricche, importanti.
E un ex militare, tipo squadra speciale, diventato qualcosa di molto simile ad un delinquente, viene ingaggiato per scoprire il colpevole.
Sono omicidi molto particolari, perché avvengono in luoghi nei quali sembrerebbe impossibile entrare liberamente, e perché, l’assassina, sparisce subito dopo, irrintracciabile: "Una donna dotata di misteriosi poteri se ne andava in giro a liquidare un buon numero di politici, industriali e uomini d’affari." (pag. 207).
La base, dunque, è quella del giallo, ma la fantascientificità del fondale è molto rimarcata.
Cyberpunk, come abbiamo detto, con un contrasto nettissimo fra la miseria dei derelitti, degli emarginati, e dei super ricchi e super potenti.
E infinite trovate quasi sempre piuttosto buone.
Comunque, l’elemento più importante è sicuramente che, il protagonista, è un anti-eroe.
Uno che vive fuori, dal Sistema, e che ha molto da essere risentito, nei suoi riguardi. Che sa cavarsela in qualunque situazione, magari grazie alle amicizie del suo mondo, nel quale vigono regole decisamente differenti da quelle di quello normale.
E che ha, nel passato, infinite macchie oscure, a partire dai ricordi dell’infanzia, che gli sono stati asportati perchè potesse uscire dalla Clinica, un’organizzazione potentissima, dalla quale aveva appunto deciso di uscire volontariamente.
Il suo personaggio risulta decisamente accattivante, simpatico. La sua cialtroneria anche nei momenti nei quali dovrebbe essere serio, il suo rapporto con l’altro sesso, sempre realisticamente problematico, lo rendono tale.
C’è l’inevitabile storia d’amore, ma il sesso è sempre solamente accennato.
E molta azione. Ben ritmata. E con buoni gadget fantascientifici.
Il nuvum specifico, l’idea
innovativa che lo caratterizza, è che, quelli della Clinica, hanno inventato un microprocessore biologico che rende in grado di vedere i multiversi, le molteplici possibilità di una situazione; e di interagirvi in maniera totale.
Che risulta divertente, e piena di possibili, sfruttati, spunti di trama.
Dunque, per fortuna, questa volta il Premio "Cosmo" della Nord ha fatto centro.
Altri contributi critici: "In libreria", di Franco Forte, "Urania" n. 1271, ed. Mondadori, '95, pag. 190; recensione di Gianluca Bocchinfuso, "Future shock" n. 40, 2003
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