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I segreti dell'astronave


di Cesare Falessi, "Narratori europei di science fiction" n. 37, ed. Elara, 2009, 30,00 €, 384 pagg.


Cesare Falessi è stata una delle figure più importanti degli inizi della fantascienza italiana, avendo curato la rivista "Oltre il cielo", per l’ed. Esse, la prima ad editare racconti di scrittori italiani senza che questi si nascondessero dietro a pseudonimi.

Qui si raccoglie l’intera sua produzione, compresi due inediti trovati fra le sue carte proprio nell’approntarla.

La qualità è davvero scarsa, se non per gli ultimi racconti, quelli non più pubblicati sulla sua rivista, e gli inediti. Ma la loro importanza è, evidentemente, di documento storico.

Come vedremo, hanno tutti un impianto classico, con finale a rovesciamento nel quale si ribalta il senso di quanto si è letto fino a quel momento.


-"La trappola dal cielo" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 1, 16/30 settembre '57; pagg. 25-33)-si scopre che una casa, esteriormente normalissima, ha, appena sotto la facciata, uno strato di metallo durissimo. Rimosso il quale appare… un’astronave!

Era una "… nave trappola…" (pag. 33), per catturare degli esemplari della razza umana. 


-"Ritorno alla Terra" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 2, 1/15 ottobre '57; pagg. 37-41)-un’astronave generazionale umana fa ritorno alla Terra dopo esservi partita anni addietro per fuggire una guerra nucleare. Per la Terra sono passati, però, molti più anni, avendo essa viaggiato ad una velocità superiore a quella della luce, e l’umanità si è estinta. "… soltanto le macchine che l’uomo costruì per uccidere i suoi simili continuano a vegliare e a fare buona guardia…" (pag. 41); abbattendola.


-"Delitto a Titano" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 2, 1/15 ottobre '57, con lo pseudonimo di Lorenzo Tibaldi, poi, col titolo di "Delitto su Titano", in "I mondi del possibile", "Enciclopedia della fantascienza" n. 10, ed. Fanucci, '83 e "Delos" n. 54, 2000; pagg. 45-62)-primo giallo fantascientifico italiano, vede un poliziotto andare su Titano per scoprire se la morte di uno scienziato avvenutavi sia realmente accedentale o, come il lettore già sa, un delitto.

Là l’indagine è ovviamente complicata dalle condizioni impervie, ma arriva rapidamente ad una conclusione, e, nel tipico finale "a spiegazione" ("Accomodatevi, prego. Ciò che ho da dirvi è abbastanza lungo." (pag. 60)), si ha rivelazione del mistero, col colpevole che, altrettanto classicamente, scoperto, tenta di scappare.


-"Avventura su Venere" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 4, 1/16 novembre '57, poi in "Interplanet" n. 1, ed. La tribuna, '62; pagg. 65-73)-un giornalista va su Venere per intervistare un astronauta terrestre, e scopre che questo ha venduto l’astronave, ed è scomparso su delle montagne inaccessibili. Verrà poi a sapere che, là, c’è una tribù di discendenti dei primi esploratori terrestri, composta quasi unicamente da ragazze.

Dietro a ciò c’è un dire contro un femminismo eccessivamente esasperato: "… una donna a capo degli Stati Federali, con donne dappertutto, deputate, dottoresse, aviatrici, atlete, impiegate, giornaliste, poliziotte, che consideravano gli uomini alla stregua di bambini cresciuti in fretta." (pag. 71).


-"Silentium" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 6, 1/15 dicembre '57, con lo pseudonimo di Lorenzo Tibaldi; pagg. 77-83)-space opera classica, con un astronauta terrestre che si trova a dover abbandonare la propria astronave per un guasto. Il tipico finale a rovesciamento dice dell’inganno operato a suo danno, ma che gli ha salvato la vita.


-"Invasione!" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 8, 1/15 gennaio '58, con lo pseudonimo di Ivo Ferrarini; pagg. 87-99)-il tema classico dell’invasione visto… da un altro punto di vista. Infatti, dopo che ci viene raccontata l’invasione di un pianeta da parte di una ferocissima razza, veniamo a sapere, nel, ancora, finale a rovesciamento, un pò alla "Sentinella" a rovescio, che era la razza… umana.


-"Pericolo dall'ignoto" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 11, 15/28 febbraio '58, con lo pseudonimo di Ferruccio Mastrieri; pagg. 103-112)-un mostro tentacolare arriva sulla Terra per catturare una "bestia" per farla giocare in un torneo mortale del suo pianeta. Ma, quando già pensava di esservi riuscito, ecco che la furbizia di un Uomo lo vincerà.


-"Il segreto dell'astronave" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 12, 1/15 marzo '58, con lo pseudonimo di Ivo Ferrarini; pagg. 115-126)-due uomini si trovano nel deserto di Marte, entrambi allo stremo delle forze; ma uno, che vi stava da molto più tempo, sapeva il perché, loro, ed altri, erano là. Era la maniera che l’Uomo aveva trovato per tentare di colonizzare, Marte.


-"Il gioiello del re di Vega" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 14, 1/15 aprile '58, con lo pseudonimo di Lorenzo Tibaldi; pagg. 129-143)-una storia gialla, nella quale, alla fine, si capirà che il gioiello in questione altro non era che un’esca che i veghiani, i tipici alieni "buoni", filantropici, avevano gettato all’Uomo, al fine di fargli abbandonare il teletrasporto, che l’aveva reso pigro, e fargli costruire le astronavi con le quali potrà addentrarsi nel cosmo.


-"Il conquistatore del cosmo" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 20, 1/15 luglio '58, con lo pseudonimo di Steve Büchner; pagg. 147-159)-il tipico oggetto alieno entra nel Sistema Solare, e l’Uomo non pensa altro che attaccarlo per distruggerlo. Ma, quando ormai l’astronave che dovrà farlo è partita da molto, ecco che si capisce che ha intenzioni pacifiche. Lo scienziato protagonista usa allora una sua invenzione per raggiungerla, e scongiurare la guerra interstellare. E guidarla, invece, verso il mondo degli alieni.


-"Un regalo per Makra" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 20, 1/15 luglio '58, con lo pseudonimo di Lorenzo Tibaldi; pagg. 163-173)-degli alieni giganti, provenendo da un pianeta, gigante, stanno esplorando un gruppo di "pianetini". Ovviamente, il Sistema Solare.

Lo scartano, in quanto troppo piccoli per essere sfruttati, ma ne prendono un souvenir: un intero villaggio, ma non potevano : "… immaginare che, al contrario di quanto accadeva sul suo gigantesco pianeta, gli abitanti di Devil Bay, dei terrestri, avevano bisogno di cibo, acqua e aria, per vivere e muoversi…" (pag. 173).

Stilisticamente, fin’ora il migliore, con qualche buona descrizione, e anche un pò di pathos.


-"Il pianeta dei cento vulcani" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 24, 1/15 settembre '58, con lo pseudonimo di Ivo Ferrarini; pagg. 177-187)-un’astronave terrestre in esplorazione capita su di un pianeta estremamente vulcanico, e rimane gravemente daneggiata. Ma il geologo di bordo ha studiato anche storia antica, e prima la mette al riparo usando il metodo usato dagli antichi egizi per innalzare obelischi, e poi la fa decollare sfruttando l’energie dei vulcani, ma usando… la catapulta.


-"Una strana avventura" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 44, 1/15 settembre '59, con lo pseudonimo di Clift Brandy; pagg. 191-200)-un giornalista che stà indagando su alcune persone ricoverate in manicomio per aver detto di aver visto dei dischi volanti, viene catturato da… dei marziani in corpi di uomini. Che gli spiegano ogni cosa, prima di far diventare anche lui uno di loro. Loro sono troppo pesanti, per poter vivere sulla Terra nei loro corpi, e così hanno escogitato un modo per essere ospitati in quelli degli uomini.

Il finale è buono, con il tipico riassestarsi apparente della normalità, ma con la consapevolezza, per il lettore, che ciò non è affatto.


-"Esplorazione" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 48, 1/15 novembre '59, con lo pseudonimo di Sam Büchner; pagg. 203-212)-due automi sbarcano su un pianeta per esplorarlo. E incontrano un "mostro" che li blocca, emettendo delle vibrazioni. Vi cascheranno dentro, nel tentativo di disattivarlo.

Nel solito finale a rovesciamento si capirà che, il "mostro", altro non era che… una trebbiatrice; i robot alieni erano minuscoli, e, dal contadino che li trova, vengono scambiati per semi.


-"La macchina" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 54, 1/29 febbraio '60, con lo pseudonimo di Clift Brandy, poi in "Interplanet" n. 2, ed. La Tribuna, '63; pagg. 215-226)-sul viaggio nel tempo, vede, però, solamente la psiche, viaggiare, non il corpo. Lo farà in un modo che ricorda alquanto "La macchina del tempo" di Wells, passando rapidamente da epoca ad epoca, per finire in un futuro lontanissimo nel quale le macchine schiavizzano l’uomo, dove il crono-viaggiatore resterà ucciso.

Chiaramente per quelli che osservavano l’esperimento, sembrerà essere fallito.


-"Molta simpatia" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 56, 16/31 marzo '60, con lo pseudonimo di Leo Bataille; pagg. 229-236)-racconto nel racconto, con un testimone dell’episodio che diede ad un comandante d’astronave il soprannome di "ghiaccio", nel quale, con un meccanismo narrativo giallo, si arriva ovviamente solo all’ultimo a capire ciò che è stato raccontato, di un morbo che ha come sintomo quello di far diventare molto… simpatici, socievoli, propensi alla chiacchiera e alle facezie.


-"Il signore dello spazio" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 65, 1/15 agosto '60, con lo pseudonimo di François Charriere; pagg. 239-251)-due avventurieri spaziali si imbattono in un asteroide… a forma di castello!! Incuriositi, vi si avvicinano, e qualcuno, da là, li invita ad atterrare.

Era il castello fatto costruire da un vecchio eccentrico, che vi viveva proprio come nel medioevo. E, fra le varie usanze, c’è anche quella di duellare con chiunque vi giunga, per vincerne gli averi.

Il duello verrà truccato "scientificamente", il vecchio eccentrico rinsavirà per un colpo particolarmente violento ricevuto, decidendo di abbandonarlo, e il capitano dell’astronave ne farà una sorta di casinò.


-"Incontro su Venere" (originariamente in "Oltre il cielo" n. 100, 16/31 marzo '62, con lo pseudonimo di Luca De Cesare; pagg. 255-264)-altro racconto a "La sentinella", nel quale per quasi tutta la narrazione pensiamo che, i protagonisti, siano terrestri, per poi scoprire, nel finale a rovesciamento, che non lo erano.


-"La verità sul pilota spaziale" (originariamente in "Amore a quattro dimensioni", a cura di Vittorio Curtoni, Gianfranco de Turris e Gianni Montanari, "Galassia" n. 137, "Bigalassia" n. 15, ed. La tribuna, '71, '74, poi in "Futuro Europa" n. 34, ed. Perseo libri, 2003-tradotto in tedesco, da Hilde Linnert, come "Die Wahrheit des Astronauten", in "Die Stimme der Unendlichkeit", a cura di Mariangela Sala (Wihelm Heyne, '81); pagg. 267-272)-ne abbiamo parlato commentando "Amore a quattro dimensioni".


"I gamberi" (originariamente in "Sedici mappe del nostro futuro", a cura di Vittorio Curtoni, Gianfranco de Turris e Gianni Montanari, "Galassia" n. 165, "Bigalassia" n. 45, ed. La tribuna, '72, '79, poi in "Robot" n. 52, ed. DelosBooks, 2007; pagg. 275-280)-ne abbiamo parlato commentando "Sedici mappe del nostro futuro".


A questo punto ci sono i due inediti, con una presentazione, "Gli inediti", di Gianfranco de Turris (pagg. 283-286).


-"La regina degli elfi" (pagg. 289-291)-poetico, dice di un uomo (?) che, con altri due, ruba un Oggetto agli elfi. Determinandone, così, la morte.

Ma, il racconto, procede non, come gli altri, freddamente, ma prevalentemente dicendo delle emozioni, del protagonista/narratore. Che è combattuto fra il desiderio dell’oggetto tanto agognato ("L’abbiamo troppo desiderato: quanti piani, quante ore passate a progettare di conquistarlo, a valutare notizie, possibilità." (pag. 291)) e l’amore per la Regina, degli elfi.

Alla fine ci sarà un dialogo fra quegli e un’elfa, denso di significati, sfuggente alla decrittazione razionale.


-"Arriva la marea!" (pagg. 295-307)-surrealistico, racconta di due soldati che combattono una battaglia dai contorni, appunto, sfumati.

Qualcuno, Loro, ha distrutto tutte le città d’Italia, e, ora, stà lentamente occupando tutto il territorio.

Loro, che nessuno ha in realtà mai visto veramente, che sembrano avere dei dispositivi incredibili, che eludono ogni apparecchiatura elettronica, Loro che…

Ma, il racconto, è simbolico, e sembrerebbe voler dire di spettri della memoria che emergono dal passato, assalendo il Presente. Accanto a tank tedeschi dell’ultima grande guerra, infatti, all’assalto appaiono anche… dinosauri!

E, Loro, sembrano stare in qualche altro Tempo, che, in effetti, è il loro, unico, dispositivo: "Il razzo (sparato dal protagonista) partì realissimo, poi a poco a poco uscì dalla realtà fino ad esplodere sul bersaglio senza il minimo rumore." (pag. 304).

E, quando si avvicinano, in realtà si fanno… più attuali: "… sempre più reali e… Attuali. Attuali, si era proprio questa la parola che ronzava nella mente di Gianni… Attuali." (pag. 305).


Il volume ha una notevolissoma parte di appendici, che inizia con un’ "Introduzione" dell’autore stesso, stesa nel 2006, quando l’idea di quest’antologia era nata, ma incompleta, mancando evidentemente uno o più fogli (l’ultima parola è troncata) (pag. 311, pag. 310, l’originale dattiloscritto), seguita da un articolo ancora dell’autore, "Dall'astronautica alla fantascienza: Armando Silvestri, Cielo, Oltre il cielo, Au-delà du ciel" (pagg. 315-322).

Ci sono poi i ricordi di coloro che l’hanno conosciuto, o che vi hanno avuto rapporti "di lavoro": "Oltre il tempo", di Renato Pestriniero (pagg. 325-330), "Il mio "Oltre il cielo"", di Ugo Malaguti (pagg. 333-336), ""Oltre il cielo": un piccolo ricordo", di Giovanni Mongini (pagg. 339-341), "Oic", di Amedeo Gigli (pagg. 345-348), "Ultimo incontro con Cesare Falessi", di Stefania Guglielman (pagg. 351-355).

E una parte bio-bibliografica, con "Falessi e Oltre il cielo una scheda tecnica", di Ernesto Vegetti (pagg. 359-363), "Curriculum Cesare Falessi", dell’autore, (pagg. 368-370, pagg. 366-367, l’originale dattiloscritto) e una "Bibliografia di Cesare Falessi", ancora di Ernesto Vegetti (pagg. 373-375).


Come abbiamo detto, la qualità dei racconti è scarsa; la prosa non lascia mai una piattezza davvero notevole, e, nei racconti di Oic, solamente in "Un regalo per Makra" c’è qualcosa di appena passabile.

Ma questo lo sapevamo già. La fantascienza, allora, era così; allo stile non badava nessuno, erano le idee, quelle che interessavano.

Ed è appunto in ciò in cui stà l’interesse, di questo volume. Riscoprire il gusto di una fantascienza nella quale il "sense of wonder" era dato unicamente dall’idea ardita, dalla trovata finale ne che ribaltava il senso.

I racconti apparsi non più su Olc, particolarmente "I gamberi", e gli inediti, qualitativamente molto migliori, ci fanno dire cosa avrebbe potuto darci, il Falessi, se avesse avuto la possibilità di scrive altro. Ma, purtroppo, questo non lo sapremo mai.

Il volume è introdotto da quello che ne è, di fatto, il curatore, con "Lo scrittore dagli 8 pseudonimi + 1", di Gianfranco de Turris (pagg. 7-22).






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