Inferni on net
di Roberto Genovesi, "Urania" n. 1400, ed. Mondadori, 2000, 3,56 €, 304 pagg.
Un Sf/horror molto particolare, nel quale la religione ha un ruolo fondamentale.
"Il diavolo… ha deciso di rincorrere le sue prede su una strada a lui più congeniale: il cyberspazio, la Rete, l’universo virtuale di Internet…" (pagg. 150-1). Vi chiederete come possa essere "più congeniale" internet al demonio. E, in effetti…
Questo assunto di base così incredibilmente inverosimile, purtroppo, mina tutto il romanzo. I suoi stessi personaggi, in più riprese, ne sono consapevoli: "Come faccio a credere una cosa del genere?" (pag. 151).
È la possibilità che la logica interna riesca a reggere, alla lettura, ciò nel quale deficita. L’assurdità su cui si basa stenta a riuscire ad essere accettata, per quanto appunto ovviamente solamente come interna al racconto, e si fa fatica, a seguirlo.
Quando, poi, i protagonisti entrano nella Realtà Virtuale coi loro corpi fisici, si travarica ogni limite. E, là, respirano, sudano, non si capisce bene come.
Comunque, mi sembra di capire che, non si dice il Messaggio, ma che comunque ciò che si agitava nella mente dell’autore fosse qualcosa contro internet, come di qualcosa che abbia appiattito le coscienze, allontanato, in un certo senso, dal sacro: "Gli esseri umani avevano cominciato a "vivere per finta", lasciando il corpo a languire fra quattro mura e pronti a rientrarvi solo per nutrirlo di chip e programmi informatici." (pag. 126).
Vi sono demoni di ogni forma e orripilantezza, esorcismi nelle situazioni più impensate (anche nel Virtuale), lamie, e tanta, tanta informatica, buttata dentro a gran manciate ovunque, che è la vera protagonista.
Dunque, un’altra occasione persa, per la fantascienza italiana, sulla rivista di maggior richiamo.
Altri contributi critici: recensione di Alessandro Fambrini, "Futuro Europa" n. 28, ed. Perseo libri, 2001, pag. 170
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