Nel mondo accanto
di Roberto Gravina, "Malacandra" n. 1, ed. Tabula fati, ’99, 1000 £, 32 pagg.
Primo volume di questa collana di libricini (8 x 11,5 cm!!), raccoglie due soli racconti.
-"Spiare le luci del mondo accanto" (pagg. 5-16)-un uomo stà perdendo la vista. Ha fatto ogni operazione possibile, ma la stà perdendo ugualmente.
Solamente che una di queste operazioni gli ha dato un regalo inaspettato: "… vedevo un colore in più… l’ultravioletto… la luce prima della luce." (pag. 7).
E, poi, comincia a vedere anche… il mondo accanto. Il mondo dei morti.
Sarà là che vedrà la sua amata, che lo conforterà sul destino suo, e dell’Umanità: "… nel buio che mi attende non sarò solo…" (pag. 16).
Tutto ciò è detto molto poeticamente, fra l’angoscia dello star per diventare cieco, l’esaltazione del vedere più degli altri, e, infine, appunto, del rivedere la sua amata, che, addirittura, gli dice, così, che, dopo, la morte, qualcosa c’è.
-"Lucifero" (pagg. 17-22)-"il grande diseredato" pensa. Solo, nell’oscurità. Di sé pensa di essere sì caduto, ma non per aver tradito: "… ribelle per non rinnegare un giuramento di fedeltà al mio creatore..." (pag. 19). E, di una delle sue… caratteristiche: "… maestro degli inganni… oh no… questo no, non ho ingannato, non ho mentito, non io…" (pagg. 20-21).
È stato poi lui, dice a portare la luce (lucifero = portatore di luce) della conoscenza agli uomini, poiché in essi, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, vedeva ciò che ormai non poteva più vedere.
Insomma; una versione diciamo così apocrifa del Demonio.
Caduto senza colpa, anzi, per mantenere la propria fedeltà a Dio (ma allora, chi lo ha scacciato, dal Paradiso!?), non potrà mai avere redenzione, non avendo alcuna colpa.
La qualità della scrittura è piuttosto buona, poetica, e il fatto che anche Lucifero lamenti danni alla vista, per quanto simbolici ("… la luce proibita…" (pag. 17); "…scruto con i miei occhi di diamante la tenebra…" (pag. 18)), mi fa pensare che, forse, l’autore abbia realmente dei problemi, con la vista.
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