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P - Progenie di chi?


- Ecco qui, anche tu, spilungone...Bevi questo, su! Avanti, poche storie, non fare i capricci! Coraggio!

Haggar costrinse Gudlaj a svuotare una tazza piena di un liquido bruno, dandogli poi una vigorosa pacca sulla sua schiena curva. Il Gondas tossì a lungo, gli occhi avevano una sfumatura rossiccia nelle iridi dorate, e la membrana nittitante si muoveva su e giù scoprendo uno sguardo ancora vacuo.

- Starà bene il tuo amico kango , te lo prometto! - esclamò Haggar rivolgendo a Fjjk uno strano gesto, indice e dito opponibile che si toccavano formando un anello.

- K... kango???

- Ma sì, uffa, è un nome come un altro, no? Un po' come il tuo... mius?

Mius... kango… Fjjk rifletté sulla stranezza di quelle parole aliene. Era una specie di dialetto quello che Haggar parlava, anche se si avvertiva sotto una certa artificialità... E' come se... avesse lavorato per qualcuno che gli ripeteva parole simili ogni momento. E lui le avesse… semplificate!

-...Avanti, dai, basta con tutta questa meraviglia! - continuò ilare Haggar. - Se non chiudete adesso quelle mascelle da dentepiatto, vi cadranno per terra!

- T..tu.. - si schiarì la voce Fjjk - tu conosci Figli e Gondas e hai un nome diverso per le due razze...

- La cosa ti stupisce così tanto, piccolo? Beh, dal tuo punto di vista non saprei darti torto, hai fatto tanta strada, sai? Tanta quanta nessuno della tua... Schiera... ne ha percorsa in cicli finora.

- Dicevi prima che dei Figli sono già venuti sul Di Sopra, oppure ho capito male? - chiese Fjjk curioso.

- ...Sul Di Sopra, piccolo? Meglio sarebbe dire che qualcuno di voi, tanto tempo fa, è già emerso dal Sottosuolo! Io, è la prima volta che vedo da vicino… gente come voi. Tuttavia hai ragione, in qualche modo vi conosco. Su come ciò sia possibile, forse tu potrai capirci qualcosa in più.

Di nuovo le dita stranamente sensibili di Haggar presero a percorrere i tatuaggi rossi sui lati del muso di Fjjk.

- Sei uno scienziato o no, piccolo? - chiese il medico alzandosi di colpo dai talloni, in un unico impossibile movimento che, Fjjk valutò, avrebbe spezzato la schiena di un Figlio giovane. - Allora il tuo posto, qui in superficie, è la Medina.

Haggar entrò a grandi passi nell'enorme sala, seguito a distanza reverenziale da Gudlaj, mentre Fjjk non riuscì che a galoppare a quattro zampe.

- Ma che andatura animalesca, scienziato! - lo dileggiò Haggar - mi sono sempre chiesto come sia possibile analizzare i perché del mondo da una prospettiva così... bassa? - E indicò con la punta del mento il naso di Fjjk, che fremeva di fatica e furore a un quarto di lespam dal pavimento polveroso della Medina.

- Va bene va bene, non ti arrabbiare. Avrai capito che la mia razza ama scherzare. Adesso, guarda qui. E' il momento di tirarsi in piedi... Ce la fai? Quelle zampe sembrano un po' malridotte...

A Fjjk le estremità non facevano più male, ma non poté fare a meno di guardarsi le brutte piaghe sulle delicate piante dei piedi. Perché, maledizione a Seff, non aveva pensato a portarsi delle guaine? E l'effetto dell'antidolorifico non sarebbe durato per sempre. Poi alzò gli occhi verso il centro dell'ambiente dove li aveva guidati Haggar. Una luce di colore pallido scendeva da un'altissima volta a proiettare un largo fascio su un oggetto piatto stranamente familiare... Dove ne aveva già visto uno così? Ma sì, è una tavola.

- Ti dice qualcosa, piccolo?

Fjjk non rispose ad Haggar, ma si tirò lentamente in piedi, annusando pensosamente la superficie del manufatto. E' metallica, e riporta delle incisioni fatte con acidi, annotò veloce la mente analitica dello scienziato. Ma cosa sono questi? Pannelli fotosensibili?

Il tempo di identificare le piastre rosse luminescenti poste ai margini, e Haggar vi mosse sopra la mano in un gesto avvolgente. Da un orifizio posto al centro della tavola si levò subito un ologramma in tutto simile a quelli in uso presso i Figli. L'illusione riproduceva una proiezione di continenti identica a quella che aveva visto sul navigatore della slitta... Gē! Haggar girò quindi la mano destra dal pollice opponibile e la proiezione si trasformò in una sfera leggermente schiacciata ai poli e lentamente rotante su un asse inclinato di circa 30 gradi.

- Hmm, questa era la prima magia. Ma non ti ha colpito così tanto, vero, piccolo mius?

- In verità no. - rispose asciutto Fjjk .

- Guarda ancora!

Haggar mosse la mano sopra il globo olografico che rappresentava Gē, e indicò una porzione di terra sul continente, ora Fjjk lo vedeva bene, che aveva la forma di un cono rovesciato. L'illusione si avvicinò a grande velocità. evidenziando lo stesso tipo di foresta che i due dentepiatto avevano attraversato dopo il loro arrivo nel Di Sopra. Ecco il grande fiume! Le dita di Haggar, Fjjk ne era stupito, si muovevano rapidissime, come a tamburellare sull'ologramma dell'immensa via d'acqua, facendo scorrere il panorama all'indietro. A un certo punto davanti a loro si materializzò come una specie di dislivello nella superficie, come se il duro carapace di Gē avesse deciso di scolpirsi uno scalino sulla groppa. Il grande fiume precipitava per migliaia di lespam lungo quella scanalatura, alzando una fitta nebbia d'acqua.

Ma Haggar non era ancora arrivato a destinazione. Con le due mani fece come il cenno di divaricare i due lembi della ferita sulla superficie del pianeta. All'istante comparve il familiare colore rosso-brunito del sottosuolo, e un arco di icone tridimensionali si disegnò nell'aria. Haggar ne scelse una, e disegnò un ampio circolo davanti a sé, ingrandendola. Eccoci arrivati. Incontestabilmente, l'ologramma che ora ruotava di fronte al terzetto, era quello di un Figlio. Haggar fece come per spingere l'immagine di lato, aprendo un'altra icona. Questa riproduceva altrettanto fedelmente un Gondas di sesso femminile.

- Chiunque abbia costruito la Medina di Itembe, sapeva chi siete e da dove venite. Sono ... cicli e cicli del nostro sole che io vi studio, e che la mia gente avvista da lontanol quelli come voi. Ma, come vi ho detto, è la prima volta che ci si incontra in questo modo.

Nuovi gesti delle strane mani sopra la tavola, come se Haggar stesse scegliendo delle piastre dalla Teca di Datasentr. Le illusioni dei dentepiatto furono inghiottite da quelle del sottosuolo e della cascata, poi fu la stessa sfera di Gē a sbiadire e sfumare, lasciando spazio sopra l'orifizio della tavola olografica a un altro arco di icone rotanti. Il medico era velocissimo, ma Fjjk riuscì a cogliere alcune categorie: biologia, mondo vegetale e... animali. Ma già Haggar era al lavoro, frugando in quel database. L'arco di icone sopra le loro teste si era allungato in forma ellittica, e ogni simulacro poteva essere "impugnato" per un esame più approfondito.

- Guarda questo, ti dice qualcosa? - chiese sornione Haggar.

Fjjk trasalì: Haggar “teneva in mano” una perfetta riproduzione olografica della belva che li aveva attaccati prima dell'incontro con i predoni. I fianchi maculati si alzavano e si abbassavano. Sembrava quasi che respirasse!

- Qui ce ne sono ancora molti, e bisogna ringraziare gli archi della banda di Derek se non si avvicinano più di tanto.

- Gli... archi?

- Sì, piccolo, osserva! - disse Haggar aprendo un sottomenù legato allo spaventoso animale di prima. L'icona mostrò una di quelle strane canne elastiche le cui estremità erano collegate da una fibra. Accanto all'arma si materializzò un bipede uguale ai predoni, ma con uno strano copricapo multicolore. Con una mano tese al massimo la fibra incoccando con l'altra un lungo dardo, che poi partì veloce per trapassare a morte la fiera.

- Archi...

- Sì, archi. Non ne avete voi?

- No, Haggar, non riusciremmo a usarli - disse Fjjk scrutandosi pensoso le mani. Poi si azzardò a muoverle a sua volta sopra i pannelli rossi. L'arco olografico delle possibilità ricominciò a scorrere veloce.

- Aspetta! Cos'è questo? - Fjjk bloccò il flusso e indicò vivacemente un'icona che rappresentava una lunga arma da taglio con lama ricurva.

- Sembra... una spada, perché?

Fjjk analizzò rapidamente la forma dell'impugnatura e il tipo di taglio. Corrispondeva, ne era certo, con l'oggetto che aveva ucciso la Gondas Haltaj. E anche Gudlaj se ne era accorto, a giudicare dalla fissità degli occhi dorati.

- Haggar, siamo venuti fin quassù per un motivo speciale... La compagna del mio amico Gudlaj è stata ... assassinata con un'arma molto simile a quella! Anzi, se avessi qui i dati della ferita, sono certo che corrisponderebbero al centesimo di lespam con le caratteristiche di quella lama.

- Ma è assurdo! Chi vorrebbe uccidere un kango? Un maniaco?

- Magari uno come te, Haggar... - intervenne Gudlaj.

- Già forse sì e forse no. - disse il medico sfregandosi il mento peloso. - Strano però, kango, che io uccida tua... moglie e poi mi prenda cura di te...di voi due, non credi? Senza contare che, negli ultimi quattro o cinque cicli, l'unica arma che ho impugnato è stata questa! - E indicò sardonico l'hypoderm appeso alla cintola.

Gudlaj, che si era avvicinato impercettibilmente al medico, fece marcia indietro e si sedette di nuovo a gambe incrociate davanti alla tavola olografica. Fjjk studiò pensoso la sagoma della spada, che ruotava a mezz'aria. Possibile che non si riesca a capire di più, si disse, muovendo una mano chiusa a pugno sopra i comandi. Già, un pugno che non riesce a tenere fermo nulla, e...

- Guarda adesso! - disse Fjjk tirando Gudlaj per una mano.

La spada rotante era stata sostituita da un nuovo ologramma, un nuovo bipede, di aspetto molto più duro e, in qualche modo, pieno di energia. Sotto una sorta di copricapo protettivo, il volto aveva fattezze meno marcate di quello di Haggar, gli occhi erano più allungati e piegati curiosamente all'insù, il naso più schiacciato, la pelle di colore più olivastro. Un guerriero, a giudicare dall'armatura a lame sovrapposte che fasciava un corpo atletico. Le braccia mulinavano, stretta nelle due mani, sopra il capo, la stessa arma di prima. La spada veniva periodicamente lanciata in un affondo. Anche qui, sulle mani, le stesse dita opponibili del medico.

- Chi sono, Haggar? Non assomigliano alla gente di Derek.

- Ahhh, non chiedermelo. Io non li ho mai visti. Il mio compito finisce qui, alla Medina, tenere in ordine gli impianti e occuparmi della medicina... Ma guarda che strani occhi quel tipo! - Haggar fissò il guerriero con la spada grattandosi il mento irto di peli. - Un tempo in queste foreste giravano selvaggi con occhi simili. L’ho scoperto nell’archivio. Ma usavano solo cerbottane, non spade come questa.

- Cer…bottane? - ansimò Fjjk in un’incerta versione della parola aliena.

- Sì, le lunghe canne in cui si soffia per sparare dei dardi avvelenati - rispose

Haggar. - oppure imbevuti di sedativo, come quello che hai preso tu là fuori…

- Tornando ai … guerrieri con la spada - disse Fjjk ricordando in uno sgradevole flash il predone che aveva alzato la cerbottana contro di lui. - se qui in superficie ci sono delle… persone, e questa... Medina è o era una struttura di servizio di qualche tipo, da qualche parte deve esserci anche la Schiera che la protegge. Come la nostra Sicurezza, Gudlaj!

Gudlaj non riusciva a staccare lo sguardo dall'ologramma del guerriero e dai suoi movimenti maestosi. Se Haggar gli era sembrato agile, si disse Fjjk, questo spadaccino sembrava una terrificante divinità oscura. ...E Seff l'abominevole scelse i suoi eletti tra le Guardie con la Lunga Spada... La prima sura delle salmodie nere affiorò al ricordo di Fjjk. Erano le litanie che, secondo la tradizione, i Guerrieri della Schiera recitavano nell'andare in battaglia contro i propri simili, cicli e cicli addietro, prima dell'Unificazione. Poteva essere che... Una memoria di razza? Che, eoni addietro, la Schiera avesse conosciuto i terribili guerrieri con le lunghe spade, e che ne fosse stata così terrorizzata da mitizzarli?

L'astro notturno fece intanto capolino dalla soglia della Medina, rimasta aperta. Un raggio di luce color bianco pallido si allungò pian piano verso il fondo della sala, evidenziando una porta.

- Dove si va per di là? - chiese Fjjk ad Haggar.

- Quella porta è bloccata da sempre, piccolo. Almeno da quando io sono arrivato qui con Derek e i suoi… Una decina dei tuoi cicli.

Fjjk guardò la superficie liscia e apparentemente inattaccabile del pannello metallico, poi fece caso a un piccolo dispositivo a slitta sulla sua destra. Vi brillava una luce rossa e, subito sotto un pannello che riproduceva una piccola impronta a quattro dita. Fjjk vi pose sopra la sua mano, e la porta fu inghiottita in una fessura del pavimento, scoprendo un lungo corridoio, appena illuminato dalle luci della retrostante Medina.

- Ecco qui, Haggar - disse trionfante. - Andiamo!






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Figlio della schiera

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