Nolendo
di Giovanni Monti, "Nuove scritture" n. 9, ed. Tabula fati, 2003, 8,00 €, 192 pagg.
Antologia dal sottotitolo "Racconti in grigio e in nero", raccoglie racconti che hanno tutti un denominatore comune: quello di narrare di un quotidiano grigio che poi vira decisamente verso il nero: "… dal grigiore di una quotidianità nevrotica, di un esistere convulso, di un agitarsi e muoversi ed agire senza senso apparente sino all’orrore che si cela dietro a tutto questo" (Andrea Marcigliano, "Presentazione" (pagg. 5-9), pagg. 6-7).
Persone comuni che, in un modo o nell’altro, appunto, arrivano ad un punto di rottura, nelle loro vite, che le porterà al disastro.
Tutti ambientati in Sicilia, sono caratterizzati da uno stile molto particolare: "Il suo stile procede attraverso periodi brevi, fulminanti, spezzati." (idem, pag. 6), per arrivare ad una "… scarnificazione, una vera e propria, voluta, disarticolazione della frase." (idem).
Un esempio, l’incipit del primo racconto: "Le crepe del soffitto sembravano criniere di cavalli. Vele. Alberi frondosi. Alla poca luce che idugiava nella camera. Di rubo. Attraverso la finestra semichiusa. Alle sei del pomeriggio." (pag. 13).
Sono, perlopiù, racconti non fantastici in senso stretto, ma che, appunto, lo diventano per questo orrore che scaturisce dal quotidiano.
Di realmente fantastici ci sono "Un amore perfetto", nel quale la protagonista, cosa che mano a mano, nel leggerlo, si intuisce, vive ormai da anni come se suo marito non fosse morto, parlandogli, preparandogli da mangiare, e, a suo dire, facendoci anche all’amore.
"Il sogno di Matilde", nel quale la protagonista ha un sogno ricorrente, di lei che tradisce suo marito, e che, intimoritane, glielo racconta.
Il finale vede infatti tale marito incontrare proprio quell’amante impalpabile, e scoprire che era… lui stesso.
Il doppio.
E l’ultimo, "L'invito", nel quale una figura misteriosa di donna si accosta al protagonista, e, mai conosciuta, sa di lui ogni cosa.
Vi è il classico oscillare fra la possibile spiegazione razionale (da molti indizzi sembrerebbe poter essere un killer), e una irrazionale, fantastica, appunto.
Come dice il Marcigliano, poi, ciò che li rende davvero buoni è la capacità di creare suspance, che fa si che, assieme a quello stile scattante, davvero, li si legga in un sol fiato, per sapere in quale baratro finirà il protagonista.
Insomma, il caos reale che stà dietro la Realtà che pretenderemmo essere tale può, e lo fa, irrompere nelle nostre vite. Il "…nostro miserabile intelletto. Che tutto pretende di ridurre in formule precise." (pag. 75).
I racconti
"Fifty-fifty", pagg. 13-25
"L'iconoclasta", pagg. 27-42
"Dopo trent'anni", pagg. 43-67
"Il corpo", pagg. 69-93
"Gigolò", pagg. 95-108
"Un amore perfetto", pagg. 109-117
"Un uomo brutto", pagg. 119-149
"Il sogno di Matilde", pagg. 151-161
"L'invito", pagg. 163-185
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