Milano 2019: linea di confine
di Roberto Perego, "Cyberpukline" n. 15. ed. ShaKe, ’99, 12,91 €, 288 pagg.
Fantascienza fra il cyberpunk e… Philip Dick, nel quale, in una Milano che, in un futuro che si spera non essere così, ormai, vicino, è diventata ormai una sorta di campo di battaglia fra fazioni, con un intero quartiere praticamente fuori controllo, totalmente in mano agli hezbollah, si svolge una tragedia… pilotata.
Il protagonsta, un ex poliziotto che ora vivacchia di piccoli furti, rimane impelagato in un "giro grosso". Fra tutte le novità di questo futuro ci sono anche gli RV-killer, persone alle quali è stata cancellata la memoria di ciò che erano per sostituirla con quella di un qualche personaggio d’invenzione, con uno scopo. Mortale.
Una valigetta con un nuovo modello arriva dal Giappone, e attorno ad essa si scatena un putiferio, nel quale, appunto, il protagonista si troverà invischiato.
Dopo avventure mozzafiato arriverà, quasi, a riuscire a fare ciò che voleva. Vendicarsi di una donna uccisagli e fuggire con un sacco di soldi e una nuova, donna, per un posto più tranquillo.
Solo che…
Di dickiano, dunque, questo innesto mnemonico, questa cancellazione della personalità e, di più, questo trovarsi, di un uomo umile, in un gioco più grande di lui, di cui crede, di capire i contorni, ma che invece…
Il cyberpunk invece ha influito per le multinazionali onnipotenti, per Internet fatta saltare completamente dagli hacker nel 2000 e per la tecnolgia per creare, i RV-killer.
All’inizio risulta non troppo intrigante, ma poi, come ho detto, i tasselli vanno ad inserirsi l’uno nell’altro, e, mano a mano, accelera, per diventare davvero coinvolgente.
Altra cosa ripresa da Dick, la visione da più punti di vista di un singolo evento.
A cui si aggiunge (non mi sembra ci sia, in Dick) una da più punti temporali, a breve distanza. Che hanno un po’ lo stesso effetto, cioè quello di, come dire, metterlo in rilievo, poterlo osservare da ogni angolazione, per poterne vedere l’interezza. E la complessità.
Altri contributi critici: recensione di Marco Minicangeli, "E-Intercom" n. 11, 2001 (non evidenziata)
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