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di Stefano Carducci e Alessandro Fambrini, in "Un impero per l'inferno", "Millemondi" n. 50, ed. Mondadori, 2010, 5,50 €, 448 pagg.


L’altro romanzo finalista del premio Urania, con "PhOxGen!" di Bonera e Frusca, di cui abbiamo detto, in questo volume, è una sorta di science/fantasy metafisico nel quale il Male ed il Bene si affrontano in una battaglia finale che ha come posta in gioco il destino del Mondo tutto.

Il protagonista della scena iniziale, realista, un rappresentante di case farmaceutiche, diventerà il Signore Nero, le cui truppe orribili avanzeranno inesorabili portando la distruzione.

Mentre la disoccupata spersa in una Milano che sembra respingerla, diventerà la Signora Bianca, a capo delle residue, deboli, forze del Bene, che tenteranno di contrapporglisi.

Uno degli elementi di maggior pregio, di questo bel romanzo, è proprio quello di questa provenienza dal mondo Reale, dei suoi protagonista, che vengono sbalzati in un’altra dimensione, più vicina alla Verità, come un mondo dietro il velo di Maya. Inconsapevoli di chi siano, in realtà, ma che, poi, lentamente, ricordano, chi sono.

In realtà, il Mondo, non è che una minima porzione di spazio, corrispondente all’Italia, nel quale le forze della vita sono riuscite a vincere la forza disgregratrice dell’entropia, creando dell’ordine.

Esistono altri, piccoli, spazi di ordine, ma l’Italia, è il più grande, il più… ordinato.

Il resto sono illusioni che la mente umana ha creato per salvaguardare la propria sanità mentale.

Alla fine, contrariamente ad ogni apparenza e pronostico, sarà il Bene, a trionfare, riuscendo proprio all’ultimo ad uccidere il Signore Nero portandolo in un altro dei luoghi ordinati, e travolgendolo… con l’Amore.

Davvero molto buono, è, mi pare, parecchio dickiano, con, anche, il finale nel quale, in un mondo che non ha mai conosciuto quel gotterdammerung, quella che era stata la Signora Bianca acquisterà da un rigattiere che, là, era stato un suo fratello, un unicorno bianco, il simbolo per eccellenza della purezza.






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