Luna di fuoco
di Virginio Marafante, "Urania" n. 1160, ed. Mondadori, ’91, 4500 £, 144 (134) pagg.
Fantascienza classica, per questo romanzo vincitore del secondo premio Urania. Si tenta di sopperire alle difficoltà di esplorare il nostro sistema solare con un progetto grandioso: spaccare in due Io, una delle lune di Giove, per poi usarne i pezzi come una sorta di mega astronave per raggiungere punti lontani.
Ma qualcosa va storto: quando già il progetto è in fase avanzata, si palesano degli alieni autoctoni, forme di vita a base di silicio, ovviamente ostili.
Ma, quando già pare che la catastrofe sia inevitabile, con l’annientamento di tutto e tutti, ecco che la missione suicida di un terrestre consente almeno ad alcuni, fra cui, ovviamente, il protagonista e la sua inevitabile conquista, di cavarsela.
Vi si seguono gli stilemi classici del genere, tutto molto prevedibile, senza fare nessuno sforzo di trovare qualcosa di originale, ne tantomeno una qualche via italiana.
Lo stile, benchè molto infarcito di nozioni scientifiche, è a volte anche abbastanza buono; ma non tanto spesso.
Il volume è corredato dal solito "L'autore", di Silvano Barbesti, pagg. 138-141
Altri contributi critici: recensioni di Enrico Barbierato e Bruno Valle, "Algenib notizie" n. 19, ’91, pagg. 13 e 14 e Franco Ricciardiello e Roberto Sturm, "Intercom" n. 122/123, ’92, pag. 7, "1991-cosa ti danno in cambio dei tuoi soldi?", di Mirko Tavosanis, idem, pag. 31 e "Premi e fantascienza", di Gianfranco de Turris, "L'eternauta" n. 106, ed. Comic art, ’92, pag. 50
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