Dalle tavole di Frank Miller alle sale cinematografiche
di Danilo Santoni
La strada principale per arrivare a realizzare qualcosa di memorabile passa,
senza ombra di dubbio, per la semplicità; nel momento in cui riesci a
raggiungere quel nocciolo centrale delle cose che spiega tutto nella forma più
semplice ed elementare, solo allora puoi dire di essere arrivato all’apice delle
tue possibilità.
Frank Miller, nel mondo del fumetto, è forse stato uno dei pochi che sia
riuscito a realizzare una influenza fondamentale per quanto riguarda lo stile,
la grafica e la psicologia dei personaggi: la rivitalizzazione del personaggio
di Daredevil, una prospettiva più profonda e complessa per il personaggio di
Batman fino a realizzarne una rinascita sorprendente, e poi le opere dedicate ad
Elektra, Robocop, Martha Washington... sono tutte realizzazioni indispensabili
per chi voglia interessarsi della storia del fumetto moderno ed hanno un’anima
innovativa e si pongono come lievito per un’evoluzione intellettuale e
concettuale di quella cosa complessa e multiforme che viene chiamata fumetto.
Ma se facciamo un’analisi di tutte le opere di Miller non possiamo non convenire
che su tutte spicca per originalità e per impatto visivo e narrativo Sin City,
un’opera in bianco e nero, l’unica forse dove Miller sia riuscito a raggiungere
la semplicità assoluta.
Il Fumetto
Il modello che sta alla base di quest’opera è il film noir: voce fuori
campo, contrasto tra chiari e scuri, inquadrature spericolate... e Miller lo fa
nel modo più semplice. La base è la pagina bianca della tavola da realizzare e
su questo bianco aree di colore nero formano la scena. Il disegno scompare quasi
del tutto per lasciare posto al contrasto, è la macchia a dare forma alle figure
ed è la contrapposizione tra bianco e nero a dare la luce alla scena.
Questo espediente grafico è funzionale anche per quanto riguarda la storia:
avventure ambientate in un mondo corrotto, in un mondo buio e notturno, fatto di
bassifondi e di locali fumosi, di stanze d’albergo squallide e di ville
principesche. Storie che prendono vita perchè è il male (il nero) con le sue
campiture a creare le immagini dal bene (dal bianco). Molto spesso poi, a
dimostrazione che il bene e il male non sono concetti assoluti, l’immagine si
inverte, quello che è chiaro viene realizzato con spazi neri, mentre ciò che è
scuro scaturisce dal bianco della pagina.
La voce fuori campo del personaggio principale della storia fornisce il ritmo
alla successione delle tavole e si materializza in spazi bianchi di fianco
all’immagine.
L’abilità grafica di Miller, già esaltata dalla giustapposizione di bianchi e
neri, si impreziosisce nella progettazione delle scene riportate nelle tavole.
L’autore tende a ricercare punti di vista spiazzanti che mettano in rilievo i
contrasti di luce e il movimento dell’azione.
Le storie sono di una semplicità assoluta, situazioni classiche di ogni film
noir: donne fatali, poliziotti corrotti, prostitute, serial killer, rapimenti,
sesso, violenza... ma tutto è sottofondo, è cornice per la descrizione di una
città, Sin City (diminutivo di Basin City, ma allusione anche in quel Sin al
peccato), perchè la vera protagonista è lei, la città, che spinge i vari
protagonisti a recitare parti prefissate e codificate.
Miller ha realizzato diversi volumi e in tempi diversi:
* Sin City (Sin City), 1992, 13 episodi
* A dame to kill for (Sin City: Una donna per cui uccidere), 1993-1994, 6
episodi
* The babe wore red and other stories (Sin City: La pupa veste di rosso), 1994,
tre atti unici:
o ...and behind door number three...
(4 pagine)
o The customer is always right (3
pagine)
o The babe wore red (24 pagine)
* The big fat kill (Sesso e sangue a Sin City // Sin City: The big fat kill),
1994-1995, 5 episodi
* Silent night (Sin City: Notte silenziosa), 1995, atto unico 26 pagine
* That yellow bastard (Sin City: Quel bastardo giallo // Sin City: That yellow
bastard), 1996, 6 episodi
* Lost, lonely, and lethal (Sin City: Il ciccione, lo smilzo e altre storie),
1996, atto unico 25 pagine
* Sex & violence (Sin City: Sesso & violenza), 1997, atto unico 26 pagine
* Family values (Sin City: Valori familiari), 1997, atto unico 126 pagine
* Just another Saturday night, 1998, atto unico 17 pagine
* Hell and back (Sin City: Hell and back vol. 1 e 2), 1999-2000, 9 episodi
La cronologia, comunque, non segue la pubblicazione. Miller sembra affezionarsi
a personaggi che terminano la loro esistenza in un numero e torna allora
indietro a narrarne le vicende precedenti. I vari personaggi finiscono con
l’intrecciare le loro esistenze in una narrazione polifonica che descrive la
città come punto di ritrovo di persone e avvenimenti diversi.
Il Film
Robert Rodriguez, il regista di opere come El Mariachi e Spy Kids con le
quali ha cercato di portare una prospettiva nuova nel fare film, nel momento in
cui ha deciso di portare sullo schermo Sin City ha fatto la cosa che forse
sembrava al momento più logica, ha chiamato Frank Miller a svolgere il ruolo di
co-regista.
Dopo una serie di cattive trasposizioni delle opere del maestro (penso a
Dardevil ed Elektra) l’unica cosa da fare era quella di chiamare l’autore stesso
a realizzare la trasposizione.
Per convincere Miller, Rodriguez ha girato un adattamento ad un atto unico di
Sin City (The customer is always right) e glielo ha fatto vedere. Miller ha
accettato e quel brano è diventato il prologo del film, prima dei titoli di
testa.
Il corpo del film, poi, è formato da tre storie della serie a fumetti ed
intrecciate tra di loro: Sin City, A dame to kill for e That yellow bastard.
E così Sin City è arrivato nelle sale cinematografiche.
E’ un’opera che cerca di mantenere il contrasto tra chiaro e scuro, realizzando
una contrapposizione perlacea tra un bianco che scolora nell’avorio e un nero
che perde di lucentezza. Il risultato potrebbe apparire lo stesso, ma non è
così, si perde il contrasto tra la purezza del bianco e la purezza del nero e
quindi si perde la luce abbagliante che scaturiva dalle tavole dell’opera
grafica. Nonostante tutto il risultato è notevole e potrebbe far pensare ad un
film sorprendente.
Ma Sin City non sorprende.
Alla lunga annoia in un mare di già visto perchè fare la cosa più ovvia non
sempre vuol dire fare la cosa migliore.
Nel momento in cui progetti un film fai lo story board, il disegno di tutte le
scene così come dovranno essere girate.
Nel momento in cui progetti un film tratto da un fumetto (un fumetto con forti
connotazioni registiche) perchè perdere tempo a fare lo story board, quando hai
il fumetto che è già uno story board perfetto?
E Miller e Rodriguez questo hanno fatto. Hanno preso il fumetto e lo hanno
realizzato sulla pellicola: è impressionante vedere le stesse scene delle tavole
sulle schermo, gli stessi svolazzi dei cappotti, gli stessi visi, le stesse
inquadrature.
Un’abilità eccezionale e sorprendente, ma un’abilità che si piega su se stessa.
Lo spettatore che conosce il fumetto ben presto si accorge di conoscere bene ciò
che sta vedendo e tende a tralasciare la storia per ricercare le affinità tra
fumetto e film. La voce fuori campo, alla lunga diventa ingombrante e perde la
funzione di metronomo per il ritmo dell’azione.
Lo spettatore che non conosce il fumetto credo che ben presto finisca col
chiedersi il perchè del bianco e nero, il perchè di tante inquadrature
spericolate, il perchè di tanti visi sgraziati e semplicemente abbozzati.
La strada principale per arrivare a realizzare qualcosa di memorabile passa,
senza ombra di dubbio, per la semplicità; nel momento in cui trasformi passo
passo questa cosa memorabile in un film non fai altro che complicarne questa
semplicità e, di conseguenza, ne riduci la forza.
Forse se Miller avesse scritto per il film un’altra storia, il film si sarebbe
posto come integrazione del fumetto e non come copia dello stesso, e si sarebbe
di sicuro arrivati a qualcosa di memorabile.
Così come stanno le cose ci si domanda molto spesso a che possa mai servire
tanta capacità tecnica quando basta prendere una copia del fumetto e smarrirsi
tra le campiture di nero brillante sulla pagina di un bianco mozzafiato.
collegamenti
sin city: cronologia
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Sin City: galleria di immagini
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