Messa in scena fantasy di Sandro Bonforti, plausibilmente assimilabile all’ Odissea di “detto” Omero
([1])
Scena 1 “Spazio”
Narratore:
Nello spazio siderale, gli
abitanti superstiti del pianeta Itaca, fuggono da una catastrofe planetaria a
bordo di piccole astronavi individuali crono-temporali. Anche Nausica a bordo
della propria, è prossima all'inizio del viaggio spazio-temporale che forse, la
salverà.
Dall'interno della cabina di pilotaggio, vede lo spazio
esterno, con stelle e pianeti e quel pianeta rosso, Itaca, da cui si sta
allontanando perché ormai prossimo all'esplosione.
Nausica:
“ L’astronave fluttua nello
spazio.
Itaca, il pianeta rosso, è
enorme sulla linea dell’orizzonte.
Non esiste una luna
sufficientemente grande per quel pianeta. Ne è privo.
C’era stata vita sul mio
pianeta. Ora è sicuramente bruciata.
Il colore rosso non è il
riflesso di una stella non stemperata dall’atmosfera, ma quello delle fiamme che
avviluppano il corpo celeste bruciandolo dall’esterno dopo una immane
esplosione.
Non sono ancora
sufficientemente lontana da quella palla di fuoco. Continua ad attirarmi.
Ad attirare me e la mia
astronave verso la sua bocca rossa bagnata di fuoco.
So già che non esiste
nessuna forza di motore, nessun apparato iperluce, in grado di liberarmi da
quella morsa. Ma non è in fondo questo che mi serve.
Danzo … la “danza con le
stelle” … con un'unica necessità.
Attendere un attimo.
Attendo un momento preciso.
Fino a quel momento dovrò resistere. Fino a quel momento
dovrò contrastare questo bacio di vampiro che vorrebbe risucchiarmi al proprio
interno.
Poi, giunto l’attimo saprò.
Saprò. …
E’ lento il tempo a passare
… lento. L’astronave gira su se stessa, Itaca, il mostro, gira su se stesso.
Un fischio lento e
sibilante, comincia. Scuote le membra dell’astronave. E’ greve, come un soffio
aspirato.
Uuuuuuuuhhhhhhhh!
Come un gemito di lupo
nelle notti in montagna, che parla da laggiù infondo, dove lo sguardo non vede.
Il soffio si allarga,
prende volume. Si espande, afferra tutte le strutture metalliche mandandole in
risonanza. Se il tempo non si ferma, se il tempo non si ferma, se il tempo non
si ferma … ora … andremo, andrò distrutta…ora … andrò distrutta …
Ora!
Vedo. Vedo il passato.
Vedo.”
Scena 2
“Sabbia”
Narratore:
Anche l’astronave di Ulisse
è in viaggio in fuga nello spazio e nel tempo. Di colpo, perde il contatto radio
con l’astronave di Nausica. Atterra quindi su un pianeta in una spiaggia. C'è il
mare e in lontananza, una verde foresta. Semisepolti intorno a Ulisse rottami di
strani macchinari.
Ulisse: “Ricordo come tutto
questo è iniziato… l’esplosione, la fuga nello spazio, il viaggio nel tempo..
Ma ora … torniamo. Solo
questo è importante.
E’ successo una seconda volta. Come quando nei tempi
antichi, Santorini, ultimo scoglio di Atlantide, esplose e fu proiettata nello
spazio.
La vicina Itaca, l’isola
dei nostri antenati, si salvò.
Ora un intero pianeta ha
seguito la stessa sorte.
Ci ha abbandonato. Ci ha
costretto alla fuga. E’esploso…
Gli avevamo dato il tuo
stesso nome: Itaca. Il nome per un ritorno. Il nome per la salvezza.
E’ forse un destino?
Perché siamo soli e senza
patria amore mio?
….
Amore dove sei? Sul mio
monitor il segnale della tua astronave è intermittente… in-ter-mi-ttente …
Cuore e respiro mi si
mozzano … Dove sei atterrata?
…
Sono sceso dall’astronave.
Solo desolazione e sabbia intorno a me.
I nervi tesi, le gambe
tremanti per la paura subita.
Il mare si, … c’è ancora il
mare. Mare, liquida notte.
Questo non è il dolce
passato! Questo è un futuro orribile!
Cosa è successo? Cosa ha
alterato nell’astronave, i meccanismi che controllano il tempo?
Non ho viaggiato nel tempo
per ritornare a un passato sicuro.. sono saltato nel futuro!
Sei TU!
Pianeta maledetto … giochi ancora con noi!
Mi accorgo che un Divino
potere ha confuso la nostra rotta, ha soffiato sulle stelle, ha volto le chiglie
delle nostre astronavi nella direzione che ci è ancora sconosciuta.
Ora qui… Ora solo relitti.
Ora … metalli spaccati. Ora ingranaggi schiantati dispersi sulla sabbia.
Tutto è scomposto e senza
vita. Tutto è fermo.
Naufrago del Cosmo e del
tempo, sono però vivo.
Ma tu Nausica, amore mio,
dove sei?”
Scena 3
“Isola”
Narratore
Ulisse è sulla spiaggia dell'atterraggio. Immagina il
mondo ed il tempo che per salvarsi avrebbe dovuto raggiungere nel passato:
l’isola di Itaca, quella nel Mar Egeo... Sogna una antica nave veleggiare sul
mare.
In lontananza il porto
dell’isola.
Lì, un gruppo di ragazze
canta e danza intrecciando delle corde.
Ulisse: “Abbiamo viaggiato
nel tempo e nello spazio su piccole astronavi, per tornare all’indietro,
tornare all’isola dei
nostri antenati.
Per tornare a quel periodo
felice di piazze colme di gente, di piante di ulivo nei campi, di notti di festa
e profumi.
Per tornare a Itaca. Per tornare alla Terra.
Per tornare. Si! …
Con i nostri “legni” a
solcare l’Egeo…
Dicevamo: “ Es patrìda
gain, òikade, oicònde, ande domande. ItàKende!, deiro, nostéo!”.
Alla terra dei padri, in
patria, a casa a Itaca, qua, torno!
Le distese del mare fanno
un giro alle terre,
Il vento salato, fa un giro
alle vele,
La prua che avanza, si solleva nei cuori.
Sono Ulisse! Non
starò fermo ad aspettare!
Sono Ulisse!
Navigherò all’indietro pur di andare …”
Coro ragazze di Itaca (cantato)
“Non c’è pace per gli
erranti del cosmo
Non c’è pace per gli
sperduti nel tempo
Poseidone e Andromeda han
segnato il loro destino
Poseidone e Andromeda li
han separati
Nausica dove sei?
Folla Divina delle galassie
assiste al vostro viaggiare
Chiara Luna della notte,
non illumina il vostro cadere
Oh, potessi portare adesso
le tue mani alle mie..
Oh potessi sentire adesso
il tuo respiro sul mio
…a-de-sso!, il calore del
tuo abbraccio.”
Scena
4 “Selva”
Narratore
Nella radura fra la foresta e la spiaggia dove Ulisse è
atterrato, gli elfi forme vegetali animate, danzano.
Il Re degli elfi si
avvicina a Ulisse.
(Una voce proveniente dalla foresta,
lancia un grido nell’aria.)
- Uomo! Uomo! -
(Ulisse si volta stupito, alla ricerca della provenienza
del suono. La voce continua.)
- So chi sei. Tu sei
Ulisse. Vieni dal passato di questo mondo. Vieni dall’Esplosione. Avvicinati. -
Narratore
Una figura vestita di verde e cinta d’oro, leggera come
una donna o un fanciullo, appare al limite della radura che fa da confine fra
spiaggia e foresta. Sorride a Ulisse e senza avvicinarsi di più e parla
alternando il dialogo a passi di danza.
Re. - Sei tu quindi Ulisse! Sono il Re degli
Elfi, scivolo nel tempo e nello spazio. Ora sono qui per te! -
U. - Sei Re? Io sono naufrago. Naufrago!
Capisci?… Io no, non capisco. … E’ andato tutto distrutto! Ciò che vedo intorno,
sono i resti del mio pianeta natale? … Come può esistere in questa distruzione
il verde smagliante della foresta da cui ti ho visto arrivare? Tu perché sei
vivo? Perché non mi riporti alla mia destinazione? … Sei stato forse tu a
deviare il corso del mio Viaggio?–
Re. – Ehi!!! E’ vero. Sei nel futuro del tuo
pianeta natale. Nel futuro della Catastrofe. Ma ora calmati! Va bene?
… Si, sono qui per te. Sono qui con te.
Ma … non so come. Cosa credi, che io sappia tutto?
Neanche mi conosci e già vuoi scaricare
su di me la responsabilità del tuo destino?
Uomini! Più li conosco, più mi sembra
di non aver incontrato altro che bambini o vecchi!
Scuotiti e smettila di compatirti. Non
serve e …non è neanche estetico!!! E’ semplicemente ridicolo!
Ahi! … Mi è venuto già un gran
malditesta. (ammesso che questo sia possibile per un elfo!)
Quanto alla mia foresta, … viaggia con
me, nel tempo e nello spazio. Quando mi muovo (o meglio, quando qualcosa mi
muove), la foresta viaggia con me. Non so cosa mi abbia portato qui. Forse
un sogno. … Dopo mille e più mille e ancora mille anni e tanti altri ancora… ho
solo una vaga idea di ciò che spinge l’Universo. Si, ho fatto un sogno ed in
questo c’era un messaggio per te. Su questo pianeta, in una grotta sotterranea,
nel caldo cuore della Madre Terra, le Veggenti ti aspettano. Sono le Veridiche,
belle Dee dei tempi antichi e innocenti, gigantesse altezzose ma benevole che ti
regaleranno uno spicchio di verità. Cercale! –
U. – Ti prego Re, perdona la mia ansia. Vedo che
sei naufrago anche tu e la tua nave è la foresta stessa, persa nel mare del
tempo. Parlami di te, affinché per quel che io posso, la mia consolazione si
affianchi alla tua.-
(Il Re danzando si abbassa fino a sedersi. Poi
guardando Ulisse di traverso dal basso, riprende a parlare sussurrando e quindi
con una piroetta balza in aria.)
Re. – Non ho molto da dirti Ulisse, più di quel
che ti ho già detto. Nei miei anni, ho capito solo che nell’Universo è
importante la bellezza. Non c’è un destino, … ci muove qualità di ciò che
vogliamo raggiungere. L’intensità sincera dello sforzo per perseguirla. E’ tutto
come una gigantesca tela, rilucente o buia a momenti, in cui fili di tutti i
colori si intrecciano verso tutte le direzioni. I fili cambiano colore a seconda
della qualità della tua vita. E’ così anche per me! Segui il tuo filo Ulisse,
scopri il tuo colore, io … non ho ancora trovato il mio! -
(Così dicendo il Re elfo si allontana danzando.
Ulisse si dirige verso la foresta che subito dopo, scompare con lui.)
Scena 5
“Madre Terra”
Narratore
Ulisse giunge nella grotta delle "Viridiche".
Nella grotta alle pareti
sono raffigurate le Dee. Le Viridiche, veggenti divine, sono gigantesse
bellissime. Al giungere di Ulisse nella grotta, le due Viridiche si svegliano,
stirano le membra, una accenna un passo di danza… si accorgono del nuovo venuto.
Viridica bionda. - Ahh …
sei tu?
Eih! … sei arrivato
finalmente! …
(L’altra, la bruna parla
nel corsivo) - E’ carino ! –
Aih! e spostati! Sei appena
arrivato e già rompi?
Mi stai davanti ai piedi
! .. e non passare di lì ..
E su! … Per l’Olimpo!
…
Fa-ccio una pre-me-ssa:
io (noi) non tenevo (non tenevamo) affatto a vederti, per
essere svegliate così, … a questa ora della notte..
Ma lo sai che ore sono? …
Notte! .. E’ notte! (è notte! ) (le 2
all’unisono)
Ma è mai possibile che tu
non possa capire la differenza fra il giorno e la notte?
Eppure quante volte è che ripetiamo questa scena?
Come? .. E’ solo la prima?
- L’altra volta
doveva essere un altro!-
Mah, … può essere! .. non
mi pronuncio …
E ora? dovremmo metterci a
lavorare?! Insomma .. intendo quel lavoro da fare su di te …
Quello insomma.
…
Perché ridi? Perché
sorridi?
Il tuo sorriso mostra i
tuoi pensieri indecenti. …
- Però questo mi
affascina! -
Ma che lavoro hai capito?!
… eh! forse ti piacerebbe!
… ma diciamo … carino … che
non ne hai le dimensioni .. non sei all’altezza …come dire?
Ci hai guardate bene?
Siiii?
(Certo ci si potrebbe
provare …)
Ma così .. appena svegliate
... a stomaco vuoto ! …
Portaci almeno qualcosa da
bere!
…
Ma insomma basta! Non è il
momento! Ci ripensiamo dopo. Forse. Ho detto … forse!
- Stanne sicuro carino,
e chi ti molla! -
Adesso il lavoro, quello da
fare su di te … quello che intendevo (che intendevamo) … è quello della
precognizione. Pre-co-gni-zione! (Pre-co-gni-zione!)
(le 2 all’unisono)
(Le due Viridiche, cantando in tonalità di soprano.)
Non è forse per questo che
sei giunto fino a noi?
Non è forse per questo che
ci hai svegliate?
Non è forse questo che ti ha detto di fare il Re Elfo?
E allora? Insomma!
Insomma! Insomma!
(Le Veridiche gettano per
terra piccoli oggetti ramati. Ne osservano la disposizione e quindi si
rivolgono nuovamente ad Ulisse).
Veridica bionda. - Bene.
Ascolta. Facciamo il punto. No! Non quel punto.
Nausica e Itaca. Nausica.
E’ questo che vuoi sapere, giusto? O te ne sei momentaneamente dimenticato?
…
- E se lo tenessimo qui?
Che ne dici? Mi vengono certe idee … piacevoli!! … anche se rispetto a noi è
tanto piccolo!…Ma così carino! … Potremmo far finta di legarlo per dargli una
scusa per restare. Se no magari il suo senso del dovere (sic!) potrebbe mettersi
di mezzo! -
…
Dicevamo di Nausica ed
Itaca. Ebbene, lei sta bene. E’ in salvo ad Itaca. Ma non puoi raggiungerla.
-Non subito almeno!
-
Aimè! si è rotto tutto! Te
ne sei accorto?
La tua astronave si è
rotta;
(la tua stramaledetta
macchina del tempo si è rotta;)
il pianeta è a pezzi;
…
… per l’Olimpo! ( per
l’Olimpo!) (le 2 all’unisono)
…
e … per finire la
congiunzione astrale non è favorevole. Cioè …intendo dire ... non lo è in questo
momento!
E’ come se tutto ciò in cui
credi, per cui speri e lotti od hai lottato fino ad oggi, fosse finito in un
sogno. Un limbo dei desideri. Non è più reale per te! Sei oltre e devi tornare
indietro … (se proprio vuoi) …
Guardati! Sei scoraggiato,
sei azzerato! (sei azzerato!) (le 2
all’unisono)
Se continui così finirai
per distruggere anche te stesso.-
…
- E distruggere il tuo
dolce fascino, diventando un uomo noioso come tanti, non farlo amorino, ti
prego! -
…
Dovrai fare un percorso.
Nel mondo esterno e dentro di te. Ad un certo punto capirai.
Ca-pi-rai! (Ca-pi-rai!)
(le 2 all’unisono)
Vedrai la via d’uscita. La
porta. La prenderai. Sicuro!
Ora reagisci!
Accetta il tuo bel destino
e volgilo a tuo favore.
…
Ora vai! … anzi … resta,
prima. … per un po’… con me (con noi… per favore … amore) -
Scena 6
“Fossili”
Narratore
Ulisse è nuovamente alla
spiaggia del suo arrivo. E’ davanti all'astronave.
Sogna. Il suo viaggio iniziatico comincia.
… Ad occhi aperti sogna, la
fine del mondo tecnologico.
Nel sogno, gli scienziati
stessi, distruggono quegli oggetti di tecnologia.
Ulisse: “Ahh! Mi sento
frastornato! Quelle donne, quelle Dee, mi hanno fatto un incantesimo … (ed
erano tutte e due incantevoli!)
… ricordo vagamente le loro
predizioni… Nausica è in salvo ed è arrivata ad Itaca! Non è persa nel tempo e
nello spazio. … Questo almeno mi calma … per quanto io sia lontano, ho avuto
questa incredibile fortuna … avere sue notizie in questa forma magica e
misteriosa! … E di me cosa hanno detto? … …. Ricordo … devo compiere un viaggio.
Un viaggio nel mondo delle illusioni …
Ma ora cosa accade ?…
… non distinguo neanche più
bene quello che ho intorno …
… Questa è la spiaggia in
cui sono atterrato, ne sono sicuro, ma non riesco più a vedere i resti della mia
astronave … anzi i contorni di ciò che mi circonda stanno sbiadendo. … Al loro
posto vedo apparire altri luoghi … altre persone …”.
Narratore
L’aria assume una trasparenza tremolante come un liquido.
Tre figure vestite con camici bianchi si materializzano all’interno di questa
trasparenza. Ulisse li guarda come se si fosse aperta una finestra su una grande
stanza. Nella stanza macchinari di vario tipo. Da una enorme gabbia metallica,
cadono su un nastro trasportatore vari oggetti che arrivano su un banco fino a
questi, che sembrano tre scienziati.
(cantato alla maniera dell’opera mozartiana).
Scienziato 1: – Ma siete sicuri? Siete proprio
certi che dobbiamo distruggerli? Eh… io ci’ho parlato con lui, con Ulisse
intendo, … non è che avesse le idee tanto chiare! Anzi a me sembrava un po’
matto! –
Sc. 2 – Ma cosa disci caro!! La question è che
ooogni cosa che è contenuta nella ceeesta dietro di noooi, la dobbiamo riduree
in polvere! Ne son secur!
La tecnologia non ha aiutato gli umani ad
evitare la distruzione del pianeta, ma anzi l’ha favorita … con inquinamento,
nuove armi sempre più terribili, isolamento delle coscienze, mascherato dalla
comunicazione globale ! Quindi và a-bo-li-ta! Pol-verizzata! –
Sc.ta 3 – Io invece non ne sono affatto sicura.
Anzi vi invito colleghi, … a riflettere. Riflettere seriamente su quello che ci
è richiesto di fare e che forse dovrem fare. … Non è un’azione limitata, .. è
un’azione simbolica, avrà conseguenze seriiisssime … su tutti!. Forse
sull’umanità. Se distruggeremo tutti gli oggetti della tecnologia, allora …
distruggeremo la tecnologia stessa … Vi rendete conto? –
Sc. 1 – Caraaa, come sei esagerataaaa! E’ vero
che quello è un pazzarello … ma pure tu mia cara …non ci stai tanto con la
teeesta! Siamo in un sogno, non te ne eri accorta? –
Sc. 2 – Nella so-sce-tività di un sogno, s’è
qualche cos che a volte và al di là! –
Sc. 1 – Ohhh ! Ma pure tu ti ci metti? E’ un
gioco, non capisci? Anche a te di solito piace taaanto giocare! Ti dico io come
è andata … Questo povero Ulisse, questo caro giovane pazzerello, ha avuto un
grosso dispiacere … quella smorfiosa di Nausica l’ha piantato, facendogli
raccontare da certe sue amiche, delle gigantesse (tettute!) che erano
d’accordo con lei … che lui era su un’astronave … che era scoppiato un pianeta,
che dovevano fuggire tutti e due … ma… guarda caso! … ciascuno per strade
diverse, ecc. ecc. Ha capito come l’ha cucinato la fanciulla? Ora lui, veramente
crede, di esser uno sfigato planetario. Cerca visioni e ispirazioni dappertutto!
Chissà che cosa gli avrà fatto bere o appunto… inspirare, quella sfacciata! –
Sc.ta 3 – O insomma! Non è importante il
pretesto, se questo appartenga al reale o dell’irreale. L’importante è … che la
questione è posta! La tecnologia è utile? La tecnologia risolve i problemi? Ci
allunga la vita? O cosa?
… è soltanto uno schermo, una falsa facciata …
allontana la bellezza dell’Universo, costringendoci ad attese inutili e senza
tempo?
Canticchiato: (come quando attendi una
risposta da Internet! E non ditemi che ora c’è Fast Frebb che pure quella è
tutta da ridere!)
E l’emancipazione
della donna? Le lavatrici automatiche? Dovremo tornare a lavare i panni nel
ruscello? Ma… questa volta carini … ci andrete voi! Se no, lo sai come buscate?
Guarda che muscoli che ci siamo fatte in questi millenni! –
Sc. 1 e 2. – Si… Stai fresca, bella! -
Sc. 2 – Basta! Non ne posso piùùù! Lo vedi esto
martello? Io adesso, immantinonte, farò a picolisssimi pezzettini tutte ste
schede di computer che stan dietro di noi! E vedrai se non mi sentirò meglio! E’
questa la risposta! Se poi stai meglio! … Proooova! Vedete se non vi sentite
anche voi, liberati dal distrugger esta robbaccia che ci ha rotto le palle per
secoli!
Se … non vi sentirete poi … più belli!
Li ridduremo a fossili! Fossili di
civiltà da dimenticaaaaaare!
Cosi e cosetti, sembrano avere tutti dentro uno
spiritello dispettoso. Non sembrano oggetti, ma esseri sensibili, antipatici,
che danno segni di vita solo quando devono fare uno sgarbo! L’antipatia è forse
la prima forma di autocoscienza? Booh! VVallo a sappere! –
(Cosi detto afferra un grosso martello e comincia a
menare grandi colpi sugli oggetti portati dal nastro. Gli altri due dopo poco lo
imitano e tale è la soddisfazione, che iniziano a ballare!)
Scena
7 “Labirinto”
Narratore
Proseguendo il sogno
iniziatico, Ulisse entra in una stanza piena di oggetti raccolti in grandi
scatole. Sono i "bei ricordi".
Qui ogni forma, ogni suono,
è perfetto, non alterato da artefici tecnologici. Tutto il mondo è allo stato
"originale". Ulisse si sdoppia ed appare anche come adulto.
“Ulisse: - Non è
possibile, non riesco più a capire cosa mi stia succedendo. Tutte queste visioni
fanno sicuramente parte del mio viaggio, quello profetizzato dalle Viridiche. Ci
sono delle scatole misteriose che riempiono questa stanza … e dei suoni
meravigliosi nell’aria. Cosa sarà mai tutto questo? In queste scatole sembra
esserci la raccolta di tutto ciò che è bello nel Mondo. … e poi sento parole.
Parole d’amore…
(Suoni e immagini di luoghi
si diffondono dalle scatole. E delle voci, come un eco..)
Lei- O caro, caro! E’
tutto cosi … bellissimo qui!
Tante cose belle, tante
cose amate…
Ma tu, … perché mi chiami.
Perché mi cerchi ancora…
E’ finito tutto, ormai. Lo
sai. Noi, io, te, abbiamo un’altra vita.
Lui- E’ questa notte
cara, che mi riporta a te. Dal tempo. Alle cose vissute insieme.
Sono le luci che vedo
dall’aereo. Le luci della città sotto di me. Mi parlano di te, mi parlano di
noi.
Ed è Milano.
Non è Parigi cara, dove tu
mi aspetti con un sorriso, per correre e correre, insieme nella notte ad una
delle nostre mille cene di ripetuti e ripetuti amanti, ed ogni giorno
innamorati.
Od una delle tante città,
degli infiniti luoghi che ci hanno visti felici insieme.
I monti di Nemrut Daghi,…
Le profondità delle
cisterne sotterranee di Instambul,…
Le terme di Pammukkale …
O … la foresta Amazzonica.
O la tua casa, con il
piccolo micio che sulle scale ci aspettava alla sera.
…
Cara. Sempre amata.
Vedo te e me di oggi e te e
me di allora..
Noi, i lontani ragazzi di
allora che non si voltano avanti.
Non sanno di te e me nel
futuro, continuano a giocare fra loro.
Irraggiungibili e dolci
immagini di un passato nostro e solo nostro.
(Le immagini si dissolvono
nell’aria.. )
Ulisse- Tutto ciò lo sento,
queste parole che sento .. non sono artefatte, non corrotte, non finte! Sento
una grande pace che mi si diffonde nell’animo, dopo l’angoscia che ho provato a
vedere quei ruderi … quelle macchine distrutte … Ma … là in fondo c’è un uomo.
Chi sarà? –“
(Dal fondo della sala, viene avanti un’ombra che prende
lentamente sostanza come dal fumo. Dalla sua gola escono dei lamenti che si
trasformano poi in canto. Un canto urlato. - Parte cantata da Ulisse adulto)
“ - Sono te stesso, credi
ti parlo dal futuro
ho superato per te, la realtà.
Non c’è più niente per te,
se cambi la tua strada.
Dovrai, seguire la via, uscir dal labirinto
Ho cercato di proteggerti, da tutto ciò,
avrei voluto coinvolgerti meno, ma, non si può!
Sui tuoi passi di nostalgia, tornerai.
Se tu accetti di batterti adesso,
fatalmente,
i tuoi,
più forti,
nemici
ri-tro-ve-rai!
Non mollare la presa!
Sono l’oblio e la noia, ti tendono un agguato,
i tuoi nemici con te, ba-tte-rò.
Ordine costituito, dolci membra di donna.
non è ancor tempo per te, di sognar.
Saro al tuo fianco io, con mie sembianze attuali.
la mia esperienza a te unirò.
Il tuo entusiasmo, darai
la tua energia nuova.
Saremo forti così, senza età.
Da questo punto,
il mio viaggio,
diventa il tuo!
Salta nel tempo con me!
Narratore
A questo punto, quando Ulisse giovane e adulto si fondono in una sola persona,
arrivano danzando delle fanciulle. Sono le Sirene di Calypso, venute a rapirlo
per portarlo sulla loro isola. Mandate da Poseidone, cercheranno di fargli
scordare la meta del suo viaggio e tenerlo per sempre con sé nell’oblio!
Scena
8 “Oblio”
Narratore
Ohh Calypso che guardi le
onde dalla riva della spiaggia!
Ricordi? Ricordi Ulisse,
che pure da te rapito, aveva dimenticato il suo viaggio e la meta e a quei tempi
era felice? Tu pure.
Ora è partito e da sola
parli con il mare.
Calypso:
“Non ti ho mai trovato, … ne ….tanto meno
salvato.
Non ti ho mai … conosciuto, ne … mai
amato.
Non sei mai esistito
Non mi hai, … mai … lasciato!”
La voce di Ulisse lontana:
“Non mi hai mai amato
ne, … tanto meno trovato
Non mi hai mai guardato
Ne, mai curato, carezzato, spiato, con occhi
amorevoli di sposa.
Hai gioito per il mondo,
ma non per me, …
non hai gioito per orgoglio di me.
Per l’orgoglio che ero tuo, che ero tuo.
Che era grazie a te … che ero, che piangevo,
che ridevo, agivo!
Non ha mai sofferto con me, per me, sul corpo di
me,
per le mie debolezze, per il buio dei miei
pensieri. …
Non sono mai partito,
perché non sono mai arrivato, qui, … da te.
Mai arrivato fino al cuore di te.” …
Calypso:
“ Sei veramente un naufrago
! … non importa se ti hanno portato qui le mie Sirene
Sei arrivato qui, coperto
di stracci, coperto di insulti. Incrostato di solitudine, di rancore.
Io dicevo alle tue promesse
(false) : - … no! non ti voglio. Voglio la mia libertà, io!
… Voglio adesso,
finalmente, essere libera, della mia vita -.
E tu? Poi? infondo … con
quale diritto mi vieni a dire cosa devo fare?
.. cosa devo pensare …
.. come mi devo vestire ...
come devo agire…
…
Ma adesso si! …ora
ti voglio, ora … ti amo. Vorrei metterti in una mano, chiuderti in un scatola.
Già un lontano ricordo. Già
pianto .. e perdonato. Già polvere dimenticata.
… Vorrei gareggiare con te
nella corsa .. e vincerti ..
Gareggiare con te nel
nuoto .. e vincerti ..
Con te nell’amore e fermarti.
Ma tu… sei come l’acqua,
come l’acqua del mare fra le mie braccia snelle.
La spingo, … ti spingo .. e
mi porti avanti, ma .. di te fra le dita … non mi rimane più nulla. Nulla.
Quante notti, quanti
tramonti, quante inutili lune piene abbiamo atteso, abbiamo visto sorgere
insieme. Quante parole, quanti baci.
…Ti eri scordato di tutto.
Di tutti.
Oblio, sogno, nessun
futuro, nessun progetto, nessuna ansia.
Nulla da raggiungere ne da
costruire. Era tutto già lì .. fra le mie braccia. Avevi tutto. Tutto.
Pensavi solo a me, a me, a
me, a me. Pensavi solo al mio amore, a farmi piacere. A ricevere … piacere.
Ed ora, ed ora:
… tu te ne vai.
Perché? Perché? Perché non ti fermi?
Adesso!
Non ci sei già più, …
Ahhhh, Ahhhh, Sto parlando al vento! Di nuovo!
Cosa avete tutti? Cosa sono
i miei uomini? … sono parole al vento! Cosa ho io? …
Tu! … non senti, tu non
mi senti, tu non senti nessuno!
Cosa hai dentro? Cosa ti
brucia? Cosa ti roooodeee l’anima-da-nnaaaaa-ta che hai?
Il tuo sguardo è come un
mare calmo, profondo e scuro, coperto di nuvole .. non so mai, cosa
nasconde.
Cosa ti credi? Che io sia
sfiorita? Che non abbia pretendenti? Non ti sembro forse ancora mooolto bella?
Sono una Dea! …
Hai guardato la mia bocca,
i miei seni, i miei fianchi tondi? …I mie occhi languidi?
Li già scordanti? … con gli occhi ormai fissi alla rotta…
il viso, … teso ad ogni refolo di brezza.
Diventerà … Tempesta!
… quella brezza.
…
Pensi … che io possa in
futuro passare il mio tempo rimpiangendoti, pensandoti? (amandoti?)
Sei partito? Bene! Hai
fatto la tua scelta. Ma come?! Come?! Come potevi pretendere … che io non
uscissi l’altra sera? Ero sola .. e senza te. Non ho forse diritto a divertirmi
anch’io? Non abbiamo gli stessi diritti, io e te?
… o … non è questo?
Non mi avevi forse detto
che non sapevi se ti andava di uscire?
Non mi avevi forse detto
che eri stanco? Si! Queste tue pre-cise, … testua-li parole! Le ricordo
perfettamente. (ricordo anche com’eri vestito!)
“Stanco”, hai detto!
Affaticato, … volevi dire?
… oppure intendevi dire …stanco?… di me .. di noi … ?
Basta, non ce la faccio
più. Voglio urlare! E allora Vai! Vattene! Ma si! Vattene! (sei
gia andato).
Prendi quella tua maledetta
barca… la tua roba e scompari. Che tanto qui non hai messo radici. … Vattene.
Mare? … portatelo via ..
Mare? … non accarezzarlo più ..
Non toccargli la fronte, … le braccia, …il petto, il suo
bel sorriso ..
Non baciarlo più …
Scaccialo, spingilo, tiralo, Urtalo.
URLAGLI, GRIDAGLI, allon-ta-na-te-lo da me !
Affinché io non possa più
ricordare, io non possa più sentire, affiche io, … possa piangere… infine.
…
E ridere! Si! Ridere
di te, effimero essere! ... presuntuoso … ignorante. Rozzo!
Amore e poesia invece,
quelli si … sono eterni.
Ora … ho voglia di ridere.
Voglia di leggerezza.
(Calypso cantando piano)
Si, nuotando nel mare, …
scivolando nelle onde, …
i miei occhi brilleranno
alla ricerca di un altro disperato amore … Si!
Ah, Ah, Ah.”
(A Calypso risponde
la voce del mare)
Ti ho amata dal primo istante …
… ti ho amata dal primo istante …
ti ho amata dal primo istante …
… ti ho amata dal primo istante …
ti ho amata dal primo istante …
…
Scena
9 “Tempesta”
Narratore
Il mare è mosso da una furiosa tempesta. Ulisse fuggito
dall’isola di Calypso è caduto dalla propria barca ed è oramai sott’acqua.
Poseidone getta in mare la sua rete d’oro e lo cattura. Lo salva. A questo punto
il mare si placa. Poseidone ed Ulisse, iniziano a parlare quasi
contemporaneamente, ognuno per propri conto rivolgendosi all’altro senza
reciprocamente ascoltarsi..
Poseidone: -Ahhh! Ti ho preso finalmente!
Con quanto vento Eolo ha dovuto soffiare per tirarti giù da quella tua barca!
Non potevo prenderti fino a quando restavi fuori
dall’acqua! Eri abbarbicato a quell’albero, che sembravi … sembravi un ragno!
Un ragno … con quelle tue zampette umane, all’apparenza
così fragili … eppure … eppure… c’è n’è voluto!-
Ulisse: - Perché sono qui? Ancora una volta non
sono riuscito a raggiungere la mia destinazione! Cosa vuoi da me?
Perché mi hai fermato?
Non sai che ho una missione da compiere? Questo mare … può essere meglio di
così!-
Poseidone: - Cosa pensavi,
eh? Di scapparmi? Pensavi forse di scapparmi? Già. … Non sapevi in realtà
nemmeno che io esistessi. E che ti stessi cercando!
Figurati poi pensare di scappare da me! -
Ulisse: - Mi ricordo le
antiche barche che correvano sull’Egeo sospinte dal vento. Ricordo il senso di
libertà che dava il decidere, il sapere di poter dirigere la prua dove si vuole!
Tutto il mondo era nostro! …
Spiagge, coste, insenature, isole…
Percepisco ora invece … una presenza fastidiosa.
Un blocco.
E come se il mondo si fosse fermato …
Come se … avesse perso il coraggio.
Sei tu che operi questo sortilegio?
Perché ora, mi sembra tutto così angusto,
limitato, mediocre? -
Poseidone: - Tu … tu sei di quelli che negano
gli Dei!
Ti conosco, vi conosco!
Sempre in giro, con il naso per aria ad
inseguire le vostre fantasie! A credere di poter decidere tutto … A credere che
l’esistenza dipenda da voi stessi, dalle vostre scelte…
Dal fare il bene, … dal fare il male …
Sciocchi!
Non sapete che siete solo marionette?
E che Noi agiamo su di voi agitando i vostri
fili?
E questo persino se ignorate la nostra
esistenza?!-
Ulisse: - Vale la pena di soffrire per questo?
No … non mi convincerai con la storia dei
bambini che muoiono di fame, con la paura delle guerre … con il fatto che noi
così stiamo bene e guarda invece gli altri …!
No. Adesso basta. Se sono qui ora, è perché voi
queste guerre le avete accettate, le avete giu-sti-fi-cate!
Tutti! Tutti voi! Dell’una e dell’altra parte!
Una parte sola … in fondo, a pensarci bene.
… Con la luna, la croce, la falce, il serpente o
…o … tutto il resto sulle vostre tristi bandiere di tutti colori, macchiate di
rosso sangue…-
Poseidone:- Questa vostra filosofia positivista ci ha
francamente stufato, … a noi Dei! Per fortuna sono arrivati i romantici, che ci
hanno dato un poco di credibilità, restituito sostanza al mito!
E tu? Fatica, fatica e fatica! Tu … mi
costi solo fatica.
Così mi ripaghi? Così sei riconoscente a che
Ioooo! mi occupi di te?
Dopo averti spinto in mare, ho dovuto
su-da-re per spingere le correnti dei miei mari a portarti a me!
Nuotavi e nuotavi e nuotavi … in direzione opposta.
Controcorrente!
Ma ora ho ti preso. La smetterai di fare
l’anarchico …
Per questo ti ho catturato. Per questo ho
deviato il percorso del tempo e la tua astronave …
Per farti arrivare fino a qui. Fino a me.-
Ulisse: - … Sono arrivato qui, per tutto questo
…
E’ la conseguenza di tutto questo … Ormai senza
patria, ormai senza più il mio pianeta, esploso come una bolla di sapone… sapone
sporco! -
Poseidone: - Ho un bel futuro per te … sai?
Credevi che il mare, il mio Mare, ti volesse
uccidere? Noo! Noo! Al contrario.
Io …
ti voglio con me. Si … con me!
Ho già pronto tutto per te … lo sai?
Io, qui, comando tutto e tutti! Qui regna il mio
ordine.
Tutti qui hanno un posto, una funzione precisa.
I Tritoni, … che arano e coltivano il mio
Mare …
le Ondine, … che fanno muovere le mie
onde …
i pesci, che sono il cibo di tutti voi, miei
sudditi …
gli uccelli del mare, che veloci nel cielo sono
i miei messaggeri. Le perle, che brillano rischiarando i miei
fondali. . .
Anche per te ho stabilito un posto. Si, sarai
pescatore. Al mio fianco.
Mi aiuterai a sfamare tutti e tenere tutto in
ordine!
Sei contento? -
Ulisse: - Non mi avrete, … no!
Questo ordine non mi aggrada signori!
Questo ordine mi opprime!
E’ una inutile montatura!
Ma fate le cose con un po’ di
semplicità !
Con un po’ di leggerezza! …
Vedrete che tutto questo accanirvi non serve a
niente.
E solo in frutto di menti pigre, annoiate, che
battono sull’orrore perché non sanno giocare con l’amore.
Riordinate, riordinate … riordinate il nulla!
Basta! … Mi ributto in mare!-
Narratore
Prima che Ulisse possa
attuare il proposito di buttarsi in mare, un’isola appare improvvisamente.
Poseidone accosta la barca alla spiaggia. Ulisse ne scende in silenzio. In
silenzio la barca di Poseidone si allontana all’orizzonte.
Scena
10 “Fulcro”
Narratore
Ulisse !!! sei naufrago ancora! Spiaggia, rovine di
antiche mura. All’interno del sotterraneo sotto le antiche mura, un oggetto
ruota nell’aria.
E’ finalmente l’Oggetto iniziatico predetto dalle
Veridiche: il DNA.
Apparizioni e fantasmi scaturisco e ruotano nell’aria.
Gli Stregoni custodi dell’Oggetto, stanno
per predirti la fine del viaggio!
Ulisse- Sono di nuovo saltato
in un’altra dimensione … non so se anche questa è un’illusione come le
precedenti.
Sono confuso.
… ho visto la fine e
distruzione della tecnologia;
… ho visto il paradiso dei
suoni e delle forme;
… le Sirene mi hanno rapito e
portato nel paradiso dei sensi …
Poseidone stesso, … si è
impossessato di me!
volendo trasformarmi in una
sua, disciplinata, creatura.
Ora sono qui. La mia mente vacilla.
Il dubbio .. . mi agghiaccia.
Stregone nero - E’ perché stai vivendo in conflitto con te stesso.
I tuoi oscuri problemi si sono sovrapposti alla realtà. Sei sicuro di quello che
provi?
No?
Vuoi ritornare al mondo del reale?
Disprezzi, tutto ciò che hai recentemente vissuto,
o … creduto di vivere?
Tu pensi : – Son solo sogni! Illusioni !- non è forse così?
…
Ti do un consiglio. Abbandona per ora la tua mente logica … accetta
altre realtà.
Perché tu vuoi arrovellare nella ricerca della verità proprio adesso?
… Non ti sembra, che così vicino la meta, valga la pena di mettere da parte, …
ignorare … ogni scrupolo, ogni dubbio scientifico … ogni dubbio
morale?
… Accetta ciò che hai vissuto. Nel bene o nel male, ciò ha avuto un significato
nella tua vita.
Deve averlo avuto!
E’ stato importante! Per questo … è ritornato nei tuoi sogni.
Il mondo delle illusioni, non è meno concreto di quello reale!
Intendi ciò che ti dico!
… Capisci?
…. Capisci?
Maga custode (rivolta allo stregone):
-
Perché lo tormenti? Non vedi che è stanco?
…
Ha solo bisogno di riposo … di calore.
… Di una carezza, di un incoraggiamento.
Anche tu Stregone,
creatura dell’occulto, usi la fredda logica … la forza, per affermare un’idea!
… ma le idee … non dovrebbero mai … mai, prevalere sul rispetto della
persona.
Addirittura usi la logica per affermare il potere e l’importanza dei sogni,
delle visioni!
Assurdo! Assurdo. Sei assurdo, anche tu!
Cosa vuoi … che lui … risponda di si … ad ogni tua parola!
Che faccia cenno col capo, che si! … ha capito? … che è d’accordo? …
La tua ambizione di aiutarlo a tutti i costi, lo sta massacrando.
Sei demoniaco!
… Perché lo tenti? … forse non vuoi salvarlo, tu … vuoi confonderlo!
…
Quest’uomo, … ha solo bisogno di calore e ... di raccogliere i pensieri.-
Ulisse – No basta, non voglio più lasciarmi andare a questo! Si, voglio
certezze!
Voglio un fulcro, qualcosa a cui legare la mia percezione del reale. Per troppo
tempo ho fatto a meno di tutti, di tutto ciò che usano gli altri esseri umani
per sentirsi accettati, nel mondo.
Ho fatto a meno delle religione, dell’ideologia, delle convenzioni,
dei pensieri … politicamente corretti. (sorride)
Ah, Ah, Ah!
… Ho fatto a meno anche di Dio.
Ora basta, mi sento solo, mi sento sconfitto.
Togliendo e tagliando mi sono isolato,
in un mondo forse giusto, ma … che nessuno condivide con me.
Non mi basta più. Devo uscirne. Devo trovare un fulcro intorno al quale non giri
solo io.
Stregone Nero: - Ecco! Lo vedi? … si sta perdendo! E’ a un passo dal traguardo e
si sta perdendo!
I dubbi lo bloccano, le certezze invece fortificano. Tu maga … non
capisci il valore delle certezze! (sia pur illusorie).
Ulisse, fortifica il tuo cuore, … lasciati andare alla fede, ma … sii
determinato!
Ulisse, amico mio, ora penserò a te, ora agirò per te!
Vedi? Vedi quell’oggetto che gira? E’ il DNA.
Continuamente mutabile, eppure eterna, progenitrice e fonte di forza.
Puoi credere in lei. Credere! E’ qui l’inizio della vita, è qui
dall’inizio del tempo!
Maga custode (rivolta allo stregone):
-Non è vero. Io invece capisco … capisco tutto, perché capisco … il valore
dell’amore!
Tu stregone, hai creato un feticcio! Che è falso! ..
Ulisse,
non hai bisogno di tutto ciò. Và! Segui quel buio percorso. Sali sul macchinario
che troverai. Ti condurrà fuori da questo sotterraneo .… fuori dalla miniera
degli Eventi! Fuori dalle Illusioni.
… Rifletti Ulisse, chi di noi due ha ragione?
Torna al passato, torna a tua madre … torna a Itaca, torna al tuo amore.
Sono lì, ti aspettano. L’amore è reale!
Nulla di tutto ciò che vedi ora, esiste. Neanche io! -
(Ulisse si dirige verso la galleria indicata dalla Maga.)
Scena
11 “Sole”
Narratore
Solo, fuori dal
sotterraneo, fuori dalla "miniera degli eventi", nuovamente sulla spiaggia,
Ulisse vede il Sole.
Il Sole che sorge e tramonta.
Ulisse – Allora è vero,
passato e futuro non esistono. L'Universo viene sempre rigenerato dalle passioni
umane e non muore mai. E’ stato un viaggio per capire me stesso, per capire la
gente. Nausica è vicina, la mia isola è vicina. La vita ci attende!
(cantato alla maniera opera
rock)
E’ tutta luce, intorno me
Sento il calore, sulla mia
pelle
Avevo scordato, cosa vuol
dire
Avere un sole buono, che ti
guarda
Ora il buio, fra quelle
stelle
Non è più freddo, ma solo
lontano
Sono alla fine del mio
cammino
Sento che è risolto il mio
destino
Ho ritrovato la strada
ora ho capito la trama
Non c’e il passato, non c’è
il futuro
Noi, siamo il cuore del
tempo, del cosmo
È in noi!
Voi che mi amate, mi avrete
sempre con voi
Siete la mia carne, la mia
vera pelle
Ora capisco, è stato un
viaggio
solo per dritto, guardarci
negli occhi
Siete diversi se lontani da
me
ma uniti insieme, noi siamo
questo.
Non ho rimpianti, di tornar
alla realtà
Ma almeno una volta, ci
siamo toccati nell’anima.
Da domani ciascuno, il suo
pudore ritroverà.
Una parte ed un ruolo non
si scordano facilmente
Ma nell’angolo dello
sguardo, saprò che sapete
Si siamo solo polvere, ma
anche luce
Luce di stelle, di vita
Di eterno
Ora ritorno, da te amore,
Nausica mia dolce
già sento i tuoi baci
Insieme a te, con altri e
poi altri
Vivremo insieme, in riva al
mare
Itaca grande regina
madre di tutti a te torno,
da te riparto, da te mi
espando,
Itaca! ti abbiam creduto,
Itaca, sei apparsa dal sogno
ora sei vera, con piazze
profumi, colori, persone
sorrisi, ed amore
nel blu!
Nausica! Itaca!
Commento letto durante i titoli di coda
“Relitti combusti, appena
usciti dal cratere di un vulcano, da un esplosione nucleare, da una pioggia
acida.
Pezzi, rottami, anneriti
dal fumo di chissà quale ancestrale morte e chissà quale ancestrale nascita.
Meccanismi, marchingegni,
tubi sfaldati, bulloni, viti arrugginite…
Ma ad uno sguardo più
attento si colgono materiali affascinanti come la creta, ossidi iridescenti,
fili di rame e smalti con bellissime sfumature.
Cosa balenava nella testa
del suo autore? schizofrenia, incubi che urlano per uscire ed essere così
esorcizzati,
attrazione per la civiltà
tecnologica e i suoi prodotti? o forse brandelli di visioni di mondi sconosciuti
o troppo noti?
E' come se quest'attrazione
convivesse contemporaneamente con la coscienza della fine, con la coscienza
dell'incapacità della tecnologia di dare carne al desiderio dell'uomo.
In qualche modo emerge il
fascino per ciò che è ritrovato, rinvenuto, come un eco lontano.
Forse si può rintracciare
in tutto questo una poetica: "la poetica del relitto" da relictum
latino col significato di qualcosa che è stato abbandonato, lasciato da solo.
L’opera di Bonforti può
suscitare sgomento perché fa immaginare una catastrofe che abbia preceduto
l'andare alla deriva di questi pezzi o il loro non appartenere ad un insieme per
noi significativo. Ma poi forme famigliari o nessi conosciuti ci tranquillizzano
e ci spingono oltre la nostra capacità di rappresentazione, nella categoria
appunto della visione.”
(…)
Altri commenti? Scrivetemi:
sandrobonforti@hotmail.com
[1]
AI miei Amici. Se qualche volta avete trovato piacere nella mia
compagnia, ebbene vi chiedo ora una cortesia: leggetevelo tutto! Se
resistete, vi mando il primo capitolo filmato che è già pronto in una
primissima versione. Ciao, grazie!
collegamento: http://www.itakende.com/