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V per violenza verbale

Inserito Giovedì 04 maggio 2006

Comics di Jonathan Mills


Un ostacolo enorme sulla percorso che porta a riferirsi al graphic novel come a letteratura visuale è rappresentato dalla seguente questione: come possono integrarsi parole ed immagini? Come può un linguaggio critico rendere il senso di relazione tra queste due unità separate?

Tale questione rappresenta una parte importante del meta-comic Understanding Comics di Scott McCloud. Dapprima presenta i creatori di comics spesso isolati, lo scrittore e l’artista, poi mostra come la maestria delle loro rispettive arti li isoli ancora di più nello spettro dell’astrazione. L’arte dei comics è sempre più legata alla mimesi e lo scrivere progredisce in una forma più elaborate ed astratta. V FOR VENDETTA di Alan Moore e David Lloyd, comunque, cerca di superare questi problemi grazie al suo attento gioco di parola e al suo arco narrative destrutturallizzante.

V FOR VENDETTA è un testo grafico di valore non solo per la qualità della storia e delle illustrazioni, ma anche perchè la sequenza narrative drammatica degli eventi è profondamente dipendente dai simboli verbali e visivi. Non c’è alcun dubbio che, per tutto il corso della trama, il linguaggio e le immagini diventino partecipanti simbolici nel racconto. L’abile simbiosi di Moore della parola scritta con la narrazione grafica di Lloyd fornisce un'opera di base per un vocabolario critico della forma del graphic novel.

Il testo di V FOR VENDETTA, necessariamente composto sia da parole che da immagini, illumina tre principi dell’esperienza visuale del graphic novel. Per prima cosa, la Guerra di V contro il governo tirannico è una battaglia contro la supremazia delle istituzioni linguistiche dello stato e contro la voce vuota. Per seconda, la storia dimostra che lettere e parole sono rappresentazioni grafiche, che poi intaglieranno e problematizzeranno la posizione della parola scritta nella cultura. Per terza, attraverso le conclusioni di V FOR VENDETTA, il matrimonio tra grafica e parole regnerà supremo sulla cultura sia all’interno della storia che al di fuori di essa.

La relazione conflittuale tra linguaggio e società rappresenta la base per molti principi importanti pwe l’opera in V FOR VENDETTA. L’implementazione di questo conflitto da parte dei creatori è consistente con gli sforzi decostruttivi. Secondo Ellen Lupton e J Abbot Miller in Deconstruction and Graphic Design: History Meets Theory (Visible Language 28:4, October 1994), "La deconstruzione rifiuta il progetto della critica moderna: quello di scoprire il significato di un’opera letteraria studiando i modi in cui la sua forma e il contenuto comunicano messaggi essenzialmente umanistici. La deconstruzione [...] si focalizza non sui temi e sull’imagery dei suoi oggetti ma piuttosto sui sistemi linguistici e istituzionali che circoscrivono i suoi testi ".

La società totalitaria a cui V si oppone è proprio questo: il sistema linguistico e istituzionale che controlla l’intera Britannia. I fascisti hanno distrutto l’intera cultura, a parte quella che loro stanno producendo, sciocchezze didattiche come lo "Storm Saxon." Il comportamento violento di V tenta di rimpiazzare questi sistemi culturali con il suo, come quando penetra nel sistema televisivo per inviare al popolo britannico il suo messaggio. La lotta di V contro la tirannide è allegorica all’interazione del testo con l’ambiente della sua produzione. Il graphic novel di Moore and Lloyd, comunque, non è limitato alla spiegazione di Lupton e Miller; l’uso di temi letteralmente grafici e di immagini opera accanto alle parole per riaffermare il valore del linguaggio.

Il linguaggio del testo è soggetto, come le altre immagini, a molti degli stessi principi e il ruolo della parola scritta è minato ulteriormente nel capitolo due del libro uno, 'The Voice'. Il governo totalitario della Gran Bretagna è guidato da un supercomputer soprannominato Fate. Il programma radio controllato dallo stato mette in onda 'The Voice of Fate', una lezione propagandistica e rassicurante per i britannici. The Voice, così come è conosciuto l’annunciatore, è rappresentativo per il sistema su più livelli. Per questo rappresenta un primo candidato per le attenzioni di V, che lo rapisce e lo costringe agli stessi orrori psicologici che lo stesso V ha dovuto sopportare. The Voice, la Voce, è spezzata e il regime perde una battaglia importante per la percezione pubblica. In seguito V elimina con successo tutti gli elementi del meccanismo delle telecomunicazioni dello stato, costringendo il Leader a lamentarsi: "L’ha presa. Ha rubato la voce del Fato. ... Come potrà riempire il silenzio il mio paese?"

La lotta di V opera contro il linguaggio anche su di un altro piano. La maggior parte di V FOR VENDETTA è esclusivamente grafica, l’azione si muove cineticamente da una scena all’altra. Un chiaro contrasto nella prima parte del graphic novel sta nel fatto in cui V abbia semplicemente la voglia di agire mentre i membri dello stato siano occupati soprattutto in dialoghi sulle azioni terroristiche. Sotto un certo aspetto, in questo caso, le immagini sono in opposizione al linguaggio. Mentre il Fato cerca di mantenere il controllo con azioni linguistiche performative, dichiarando semplicemente il proprio controllo, V nega con successo le affermazioni del Fato con atti di violenza identificabili visivamente. 'Fare' ha spesso un valore superiore per V di 'dire' e qui appaiono i limiti del linguaggio.

Lo stesso dominio di V del linguaggio è comunque incredibilmente valido. L’istruzione di Evey da parte di V è una componente essenziale della sua crociata personale e avviene soprattutto attraverso il dialogo con lei. Qui V convoglia delle idee, educando Evey sul mondo ostile che la circonda. Il suo linguaggio è di valore incredibile nel comunicare informazioni attraverso il divario tra l’esperienza di Evey e quella di V. I componenti dello stato, al contrario, sono impegnati in bisticci, incomprensioni e altre deficienze della comunicazione. Le sue attività terroristiche sono sempre comunicative, sia distruggendo la comunicazione tra il governo tirannico e il popolo, che inviando un messaggio scavalcando il sistema e raggiungendo direttamente la popolazione.

Il fatto che V si impegni anche in una varietà di scambi culturali con Evey, inclusa una scena teatrale di falsa tortura, prova il suo impegno verso l’espressione. Una realizzazione molto importante prodotta da V FOR VENDETTA che letteralmente è abbastanza ovvia ma spesso presa per garantita. Proprio come il disegno di una città o un simbolo matematico, anche le parole sono una rappresentazione visiva delle cose. Molti studi interpretativi o storici dei comics sottolineano come simboli linguistici antichi come i geroglifici egiziani o i caratteri cinesi posseggano una qualità mimetica. "Come il loro impiego diventa più sofisticato," scrive Will Eisner in Comics and Sequential Art, "diventano più semplificati e astratti," eppure mantengono comunque il loro stile originale. Lo studio dello status iconico dei comics fatto da Scott McCloud sviluppa ulteriormente l’argomento. Sebbene dalla loro creazione i comics abbiano usato le parole in un modo visivo accanto alle immagini, V FOR VENDETTA destruttura ulteriormente il linguaggio scritto. Il simbolo significante per questo processo, naturalmente, è V.

L’uso della lettera V per tutto V FOR VENDETTA è abbastanza manifesto. In aggiunta al fatto d’essere il nome del personaggio principale, V è anche un elemento ricorrente sia all’interno del testo che nello schema narrativo che lo crea. Al di fuori della linea narrativa V appare ben al di là del semplice titolo iniziale. Il titolo di ogni capitolo (circa trenta in tutto) inizia con la lettera V ('Virtue Victorious', 'Video', 'Vox Populi' e così via). V FOR VENDETTA usa la lettera V come una specie di pietra di paragone letteraria. Questo simbolo riappare frequentemente all’interno del linguaggio quotidiano dei dialoghi. V non può semplicemente essere un titolo o una persona nella storia, deve anche ritenere la sua funzione originale, come lettera, come parte di parole.

Le apparizioni più drammatiche della lettera V, comunque, avvengono all’interno della storia. Dal suo primo atto violento di distruzione del palazzo del parlamento e attraverso i suoi attacchi vendicativi sugli individui, V commemora i suoi trionfi con un’icona visibile che permette ai Londinesi di capire che è lui il responsabile. La prima dimostrazione brillante occorre durante la succitata esplosione del parlamento, allorché fa partire fuochi d’artificio che formano una gigantesca V nel cielo. Il simbolo usato più frequentemente è reminiscente dell’icona usata per indicare l’anarchia, una V con un cerchio attorno ad essa.

Con il crescere della notorietà di V, ci sono altri che iniziano ad emulare il simbolo e l’usano come protesta personale. V evolve da un semplice nome ad un simbolo grafico per quella persona ad una rappresentazione di un ideale. Col progredire del graphic novel viene scritto un nuovo linguaggio: un linguaggio che riconosce il valore del simbolismo grafico nella ricostruzione del linguaggio, anche se mantiene la tradizione non mimetica dei linguaggi più avanzati.

La conclusione di V FOR VENDETTA porta con se la parola finale sul linguaggio. Da questo punto il linguaggio può essere costruito per riferirsi ad una serie di immagini visive così come ad una collezione di parole e non c’è posto migliore per la loro realizzazione che nella sezione finale. Una volta che V realizza che Evey sarà capace di portare avanti la sua eredità permetterà che venga ucciso. Lo stato crede ora ci aver ucciso il terrorista e di aver posto termine alla minaccia oppositiva ai suoi modi totalitari. Mentre V lentamente si allontana dopo essere stato colpito spiega al suo uccisore perchè lo stato non ha ancora vinto: "Credeva di uccidermi? Sotto questa cappa non ci sono ne’ carne ne’ sangue da uccidere. C’è solo un’idea. E le idee sono a prova di proiettile ".

Le ferite che V ha subito, comunque, sono mortali. L’uomo morrà, ma V vivrà attraverso Evey. Allorché lui muore, lei indosserà il suo costume, senza mostrare la sua identità. Sebbene l’uomo, il personaggio, muoia, V continuerà a vivere. Evey indossa la maschera di Guy Fawkes e continua gli insegnamenti di V, estendendo il suo terrorismo e adottando anche un suo delfino.

Sebbene il personaggio che per l’intero graphic novel ha occupato la forma di V sia morto, tutto ciò che è V (i simboli, la retorica, l’azione) è ancora presente. Infatti, dopo tutto il dramma e la violenza, l’unica cosa che rimane intatta è il linguaggio della costruzione e della decostruzione della società britannica. Il viso dietro la maschera inizia a cambiare ma le idee, i simboli e i significati mantengono il proprio potere. V cerca di incorporare, di rappresentare corporalmente nel testo, sia elementi della parola scritta che il potere del visivo, tutto in un modo unificato. Il desiderio del testo di essere decostruito come simboli visivi riafferma la letteratura e estende la sua pratica usuale. Nelle sue conclusioni V FOR VENDETTA rappresenta l’affermazione definitiva del potere della parola scritta visiva.


apparso originariamente in Ninth Art, trad ital. Danilo Santoni

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