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Emiliano Grisostolo,
Inserito Venerdì 20 ottobre 2006
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di Giuseppe Iannozzi
Emiliano Grisostolo
Il grande burattinaio
di Giuseppe Iannozzi
“Il grande burattinaio” è il nuovo romanzo di
Emiliano Grisostolo per i tipi
Zona, dopo “L’ultima notte”. Grisostolo ne “Il grande burattinaio”
conferma quello che è il suo impegno umano e sociale con un romanzo
che è sì di fiction ma anche una chiaro puntare l’indice contro il traffico
di bambini, di organi umani. Un romanzo che, così, a tutta prima parrebbe
impossibile, impossibile perché bisognerebbe ammettere che il mondo in cui
viviamo è davvero molto brutto. Purtroppo il mondo, o meglio una parte
dell’umanità di oggi è cinica ab imis. La finzione nel romanzo è sì
tale ma trova congiungimento in una realtà che in paesi come l’India e
l’America Latina, le regioni a Ovest dell’Europa e fuori dei suoi confini, è
più che mai ferale: non è affatto difficile svegliarsi morti o con
un rene in meno, ad esempio. I bambini sono le prede più ambite dai
trafficanti di organi, ma sono anche quelle vittime predilette da chi fa la
“tratta degli esseri umani”: bambini che vengono strappati dalle loro
famiglie per essere venduti poi nei paesi occidentali, per essere messi
sulla strada della prostituzione minorile e su quella non meno abnorme delle
sette sataniche. Con il crollo dell’Unione Sovietica, con l’abbattimento del
Muro di Berlino, il mondo che si pensava dovesse migliorare è invece
precipitato nell’anarchia e nella pazzia più sfrenata; la Russia di oggi,
nelle mani di Putin, è purtroppo terreno fertile di mille soprusi:
Grigori Tchkhartichvili, meglio noto al pubblico come Boris
Akunin, scrittore e saggista tra i più importanti dell’attuale
Russia, a seguito dell’assassinio di Anna Politkovskaja, ha
avuto parole di rimprovero per il Cremlino – che comunque ha mantenuto il
silenzio. Ma non basta il coraggio di uno e nemmeno quello di cento
intellettuali per far sì che tragedie come quella di Beslan non si ripetano,
per evitare che assassini al soldo dello Stato mettano a tacere le voci
scomode al Cremlino. Nel 2004, Anna Politkovskaja stava andando a Beslan per
tentare una mediazione: ma fu avvelenata, in quell’occasione si salvò per
puro miracolo. Beslan è ancora un ferita aperta, profonda nel cuore della
Russia: “Tutto quello che è accaduto negli ultimi tre giorni è stato mal
organizzato, non è stata presa alcuna decisione ragionevole, e ai nostri
giornali ai quali è vietato scrivere la verità”. Pura giustificata
rabbia contro Putin: e, “questo tipo di cose non accadevano nell’Unione
Sovietica”. La libertà di stampa non esiste, la verità non esiste, e se
la dici sei un morto che cammina. Come Anna Politkovkaja.
Ne “Il grande burattinaio”, Emiliano Grisostolo
con stile a volte lucido, altre più contorto, mette in piedi una storia che
guarda da vicino Arno, un bambino di soli tre anni, che vive nella campagna
di un non ben precisato paese dell’Est: ma tanto ci basta, siamo ad est.
Arno è agnello sacrificale, innocente completamente: troppo piccolo per
comprendere anche solo d’esser un bambino, per sapere che l’innocenza è
tutta nel suo cuore che del mondo non ha esperienza alcuna.
Un tir, nero e buio, e dentro stipati tanti bambini, tutti rapiti e tutti a
soffrire la lontananza da casa, un fato crudele di cui non sanno alcunché,
l’abbandono, la fame, e i segni nell’anima e nel corpo, quelli delle torture
inflittegli. Perché tutto questo dolore? Già ne “L’ultima notte”,
l’operaio-scrittore maniaghese s’interrogava sulla pena di morte, del
significato estremo che assume la vita per chi già dead man walking:
ne “Il grande burattinaio”, Grisostolo si spinge ancora più a fondo, scava
dentro alle latebre umane, quelle più animali e ciniche che portano alcuni
esseri senza scrupoli a dare il giro di vite a giovani innocenti esistenze.
Un vero e proprio cadere dentro il mercimonio: di questo ci
racconta l’autore nel suo ultimo libro, che dall’Est arriva a toccare la
Milano più negra sotterranea e ferale.
Spiega Emiliano Grisostolo in un’intervista rilasciata a
Il Gazzettino (7 giugno
2006): «Si tratta di una storia a noi non estranea, visto che anche
nelle nostre zone sono stati arrestati alcuni passeurs l´anno scorso. E’
accaduto proprio in provincia di Pordenone, solo un mese dopo che avevo
terminato di scrivere 'Il grande burattinaio'. Forse una coincidenza, ma
questi traffici esistono sia dal Sud America che dall´Est europeo, come
anche in casa nostra […] Innumerevoli sono i casi di bambini scomparsi un
po’ ovunque nel mondo, purtroppo nessuno li vede, nessuno ne parla mai
abbastanza. Eppure in silenzio questi angioletti di pochi anni scompaiono,
evaporano, perché un momento prima erano lì, un momento più tardi non ci
sono più. Leggendo alcuni articoli su internet ho scoperto che già nel
lontano ´91 una campagna fortissima contro il contrabbando di esseri umani
per l´espianto di organi era partita dal Sud America nei confronti di noi
italiani, e di tutti quei paesi dell´Europa in cui personaggi potenti
possono pagare per ricevere un rene, un cuore, senza spendere molto».
Siamo di fronte a un romanzo, a una storia: ma c’è anche un’accusa ben
precisa, contro chi oggi – e sono in tanti – strappano i figli dalle
famiglie per portarli chissà dove e per darli in pasto a pedofili, a
laboratori per l’espianto di organi, a sette sataniche, a schiavisti, a
papponi.
“Il grande burattinaio”, non solo fiction: un romanzo da
leggere e da meditare, perché gli abusi sui minori non sono fantasia ma
purtroppo una triste realtà da combattere, che si sta espandendo a macchia
d’olio e di cui si parla sempre meno e quando sì per breve tempo, perché
quasi tutti impegnati a dimenticare il dolore. Con questo romanzo,
Emiliano Grisostolo ci invita a non dimenticare che ogni giorno
tante giovani vite vengono strappate ai loro affetti per essere destinate al
mercato del traffico di organi, alla morte, alla prostituzione, allo
schiavismo.
Il grande burattinaio –
Emiliano Grisostolo –
Editrice Zona – 118 pp. - € 12,00
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