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Cinema d'animazione: tre esempi francesi

Inserito Venerdì 15 gennaio 2010

Cinema di Fosco Del Nero

Azur e Asmar - Michel Ocelot

La classe non è acqua.

Cinematograficamente parlando, è un concetto su cui mi sono trovato a riflettere in passato per alcuni registi che apprezzo molto, per quanto per motivi e generi filmici differenti (tra gli altri, Hayao Miyazaki, David Cronenberg, Stanley Kubrick, David Fincher, Francis Weber, o per esempio il nostro Paolo Virzì), e che mi trovo a ripercorrere anche stavolta, per un film d’animazione che si è rivelato un vero gioiello.

Il regista in tal caso è Michel Ocelot, che avevo avuto modo di apprezzare per il delizioso e caratteristico Kirikù e la strega Karabà e che mi sono ritrovato di fronte anche questa volta, peraltro in modo non programmato; solo durante i titoli di coda, difatti, mi sono reso conto della paternità dell’opera.

Come per il caso precedente (tra l’altro di Ocelot ho recensito da poco anche Kirikù e gli animali selvaggi, tuttavia meno bello del suo predecessore), anche Azur e Asmar è un prodotto sui generis, sia per il tratto grafico, molto lontano dai modelli di animazione tipici, tanto all’occidentale (si vedano Disney e Pixar) quanto all’orientale (si veda lo Studio Ghibli), sia per la sceneggiatura, ambientata in un non meglio precisato luogo dell’Africa settentrionale.

Il film comincia un po’ in sordina, se devo essere sincero, con la storia che non avvince da subito e una grafica che ci mette un po’ a risultare familiare e godibile allo spettatore.

Inoltre, anche gli antefatti con protagonisti la nutrice e i suoi due piccoli, Azur e Asmar (il secondo suo vero figlio e il primo figlio di un ricco signorotto europeo cui lei fa da balia), non ispirano particolarmente.

Le vicende, tuttavia, si vivacizzano dopo l’incipit, con Azur ormai grande, e diviso da lungo tempo da fratello adottivo e nutrice, e ora impegnato in un viaggio alla ricerca della fata dei Jinns, della quale la nutrice aveva parlato a lui e ad Asmar quando erano bambini.

In tale viaggio, più simile in realtà a un’epopea, egli incontrerà alcuni personaggi, come il mendicante Rospu o la principessa Shamsus, entrambi a loro modo memorabili.

Il suo viaggio acquisirà un senso quando…

Azur e Asmar è uno dei migliori film di animazione che abbia mai visto, e anzi dalla frase si potrebbe anche togliere il complemento di specificazione, data la qualità del prodotto, vera e propria fiaba messa su schermo, tra colori, magia, morale e avventura.

C’è tutto, ed è tutto messo bene, compreso un finale veramente scintillante e divertente, che tra l’altro rappresenta un bellissimo messaggio contro il razzismo.

Ridicolo pensare che il film sia stato osteggiato per una lievissima scena di nudo, con la nutrice che allatta i due piccoli, disavventura peraltro capitata anche a Kirikù e la strega Karabà. Come è ridicolo pensare che Azur e Asmar non abbia avuto il successo che avrebbe meritato (certamente più dei pur discreti Wall-E e compagnia bella).

Insomma, il mio consiglio è di non perdervi questo piccolo gioiello del cinema.

I figli della pioggia - Philippe Leclerc

Evidentemente questo è periodo propizio per i film di animazione, considerato che ne sto vedendo parecchi, e peraltro con buoni risultati, data la qualità riscontrata in alcuni (penso per esempio ad Azur e Asmar).

Anche in questo caso siamo di fronte a una produzione di origine francese, col regista dell’opera che risponde al nome di Philippe Leclerc. L’opera stessa, viceversa, porta il nome de I figli della pioggia, ed è un’opera che vale veramente la pena di essere vista.

Peraltro, mi stupisco ogni volta del fatto che, animazione o meno che sia, i film piatti e commerciali siano conosciuti da tutti (me compreso), mentre molti film di valore passano inosservati, probabilmente perché troppo profondi o ricercati per mietere successi al botteghino.

Azur e Asmar è uno di questi ultimi esempi, così come lo è I figli della pioggia, una storia dal sapore epico veramente bene eseguita.

Ecco la trama: i Pyross e gli Hydross sono due popoli in guerra, con la natura stessa che pare averli messi l’uno contro l’altro per via delle loro specificità: i primi adorano il sole e il fuoco, e muoiono a contatto con l’acqua (infatti vivono all’interno di un’enorme città-stato); i secondi invece adorano pioggia e acqua, mentre la luce del sole li pietrifica in statue.

Tutto scorre su questi binario, apparentemente immutabili, fino a quando Skan, giovane pyross, si innamora di Kallisto, bella e giovane hydross. Sembra ripetersi la storia di Romeo e Giulietta, finchè…

I figli della pioggia è una storia con diverse anime: si parla d’amore, si parla di razzismo, si parla di diversità e cooperazione (curioso come molti film d'animazione francesi, si vedano per esempio Kirikù e la strega Karabà o lo stesso Azur e Asmar, abbiano dentro di sé dei forti messaggi contro il razzismo; probabilmente per via della socità francese, assai meticciata per contingenze storiche con Maghreb e isole centroamericane).

Non a caso, il film è bello fuori ed è bello dentro, tanto apprezzabile a livello di animazione quanto a livello di trama e valore educativo.

E, ripeto, sorprende che prodotti di tale qualità passino sotto silenzio, mentre il successo di altri sia dettato non dal loro valore intrinseco, quanto dal tamtam mediatico.

Una curiosità: il film non tratta tematiche cospirazionistiche, ma la citazione di draghi, divinità primigene, serpenti e degli “illuminati” lascia intendere che gli autori abbiano qualche interesse in tale direzione.

Renaissance - Christian Volckman

Altro film di animazione, anch’esso, come capitato per i bellissimi I figli della pioggia e Azur e Asmar, di produzione francese: Renaissance. Anche in questo caso si tratta di un prodotto di qualità?

Sì e no.

Sì per la sua originalità, col film che peraltro ha ricevuto anche dei premi. E no per alcuni difetti di caratterizzazione, dai personaggi alla trama.

Ma andiamo con ordine: siamo nella Parigi del 2054, come presumibile una città molto tecnologica. Anche troppo, visto che pare che tutto sia sorvegliato e ripreso, configurando in tal senso un mondo sulla falsariga del Grande Fratello di Orwell.

Un bel giorno, la bella e intelligente Ilona Tasuiev viene rapita. Nessuno tuttavia chiede un riscatto per la promettente scienziata, tanto che Avalon, la società per cui lavora, chiede l’intervento di Barthélémy Karas, un detective noto tanto per i suoi mezzi bruschi, quanto per la sua percentuale di successo.

Da qui prende le mosse il tutto. Tutto che si configura come una sinergia di storia di spionaggio, thriller, storia d’amore e di fantascienza.

Il tutto, con una tecnica grafica basata sulla renderizzazione della recitazione di attori in carne ossa, col prodotto finale che risulta parecchio strano, e, a mio avviso, poco godibile.

Difatti, la scelta del bianco e nero è troppo forte e netta, forse per via dell’eliminazione dei grigi intermedi (dunque, davvero ci sono solo bianco e nero); tale fatto comporta difficoltà visive per lo spettatore, spesso impossibilitato a capire cosa succede o persino a riconoscere i personaggi in campo.

Veniamo poi ai personaggi, veramente poco memorabili e caratterizzati in modo superficiale (non si va al di là del poliziotto duro, del boss mafioso con le mani in pasta, della bella scienziata talentuosa, etc).

Insomma, quello che probabilmente era il tentativo di realizzare un mondo assai cupo e di dare alla storia un’impronta dark secondo me non ha funzionato a dovere: esteticamente il film non risulta godibile e a livello di trama manca il coinvolgimento dello spettatore.

Il risultato finale a mio avviso è la mediocrità piena. Ma magari voi dategli una chance, specie se siete appassionati di film d'animazione; come detto, il film ha anche ricevuto dei premi, e magari è solo il mio gusto personale a non farmelo apprezzare.

Fosco Del Nero


Gallerie Fotografiche

Azur e Asmar
I figli della pioggia
Renaissance


AZUR E ASMAR

Titolo originale: Azur et Asmar
Nazione: Francia
Anno: 2006
Genere: Animazione
Regia: Michel Ocelot
Produzione: Nord-Ouest Productions, Eurimages, Intuition Films, Lucky Red, Studio O
Distribuzione: Lucky Red
Uscita : 10 Novembre 2006

I FIGLI DELLA PIOGGIA

Titolo originale: Les enfants de la pluie (liberamente tratto dal romanzo A l'image du dragon di Serge Brussolo)
Anno: 2003
Nazione: Francia
Genere: animazione, sentimentale, fantastico
Regia: Philippe Leclerc
Produzione:  Fra/Kor S
 

RENAISSANCE

Titolo originale: Renaissance
Nazione: Francia
Anno: 2006
Genere: animazione, drammatico, fantastico, thriller, fantascienza.
Regia: Christian Volckman
Attori. Romola Garai, Robert Dauney, Daniel Craig, Patrick Floersheim, Catherine McCormack, Laura Blanc


 


gli articoli sono apparsi nel blog dell'autore:

Azur e Asmar - Michel Ocelot (film animazione)
I figli della pioggia - Philippe Leclerc (film animazione)
Renaissance - Christian Volckman (film animazione)

 


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