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Nei panni di un uomo di successo…

Inserito Giovedì 11 marzo 2010

Narrativa un racconto di Gareth D. Jones

Il rumore di zoccoli al galoppo in avvicinamento s’infiltrò nell’aria quieta e afosa del salotto. Jav si lasciò scappare un gemito e sprofondò ancor più nell’abbraccio accogliente della sua poltrona favorita. Mise giù con un certo senso di colpa il bicchiere di whisky ma non c’era un posto dove poterlo nascondere al cavaliere nero che troneggiava sul suo cavallo e che smontò con l’agilità di qualcuno che ha cavalcato per tutta la sua pur breve vita. Jav chiuse gli occhi speranzoso, ma cavallo e cavaliere erano ancora là, sovrapposti nella sua visione mediana dai naniti collegati al nervo ottico.
“Che stai bevendo?” Chiese il cowboy, pur sapendolo.
“Acqua.” Mentì Jav, chiedendosi poi perché mai, dopotutto, si sentisse obbligato a rispondere.
“Non ti fa certo bene… a te.” Sputò sul pavimento. “I reni ti si sovraccaricheranno di nuovo.”
Jav scrollò le spalle. “E a te…?”
“Devo proteggere i miei interessi.” Rispose Billy dei Reni. “Ora, buttalo via.”
Jav si sollevò il più lentamente possibile e il più lentamente possibile si diresse in cucina, sperando che Billy cavalcasse via. Naturalmente la cosa non avvenne e Jav versò con riluttanza l’whisky nel lavandino, assaporando il gusto dell’unico sorso che era riuscito a mandare giù prima di essere interrotto. Billy rimase a guardare fino a che scolò via tutto quanto.
“Questo è l’ultimo avvertimento. La prossima volta…” E tamburellò minacciosamente con la mano sulla fondina della pistola.
“La prossima volta, che?” chiese con senso di sfida Jav.
“Lo vedrai. Adesso devo fare rapporto alla Regina.” Con un balzo fu sul cavallo e galoppò via. Jav sprofondò nella poltrona. Poi ripensò alle ultime parole di Billy e ne fu colpito. Fare rapporto alla Regina? Perché mai Billy faceva rapporto alla Regina? Era sottinteso che facesse rapporto al Doc. Jav si lasciò scappare un altro sospiro: doveva richiamare quelli del software. Di fatto, rimuovere completamente il sistema incominciava sempre di più ad apparire una buonissima idea.
Entrare in disintossicazione all’inizio era sembrata proprio una buona idea. Non è che ci fosse andato per motivi di salute, più che altro per pubblicità. Ad una rock star multi-milionaria trasformatasi in presentatore televisivo non basta mai la luce dei riflettori. Dopo un paio di titoli prefabbricati che parlavano di risse da ubriaco ed eccessive baldorie non vi era nulla di più garantito per ottenere l'approvazione del pubblico di andare volontariamente in una clinica di disintossicazione. Soprattutto se l’intero corso di due settimane viene filmato per un documentario in quattro puntate. La clinica non era stata poi tanto brutta, anche se aveva sviluppato una certa avversione per gli idranti, ma il programma che ne era venuto fuori era stato l’errore principale. Va be’, il primo errore.
Jav girò lo sguardo imbronciato per tutto il salotto, soffermandosi sulle bottiglie alcoliche allineate sopra al minibar. Riusciva quasi a sentire di nuovo il rumore degli zoccoli in sottofondo, così invece decise di trascinarsi di nuovo in cucina e di buttare giù un bicchiere d’acqua fredda. Avrebbe fatto di sicuro bene ai suoi reni e si sperava che avrebbe tenuto lontano Billy per un po’. Aprì la finestra sopra al lavandino per far entrare un aria fresca. Si sentì come se stesse diventando paranoico, ma una cosa qualsiasi che fosse salutare al momento sembrava una buona idea. Qualsiasi cosa che tenesse lontani i naniti dal suo caso.
La professione medica non era mai stata in cima alla lista dei preferiti di Jav. Aveva perso il conto del numero di visite mediche a cui aveva dovuto sottoporsi a fini assicurativi ed era stufo di essere continuamente tormentato sulle terribili conseguenze del suo stile di vita. I naniti erano sembrati una buona alternativa. Niente più check-up periodici con medici fastidiosi, solo macchinari piccolissimi che lo tenevano d’occhio e riportavano eventuali problemi. Naturalmente la cosa era orribilmente cara, ma l’attrazione stava proprio lì: solo i ricchi e le celebrità potevano permettersi un sistema proprio di monitoraggio medico a naniti. Era l’ultima moda per le celebrità più in voga.
Dopo aver gironzolato un po’ per la casa a grandi passi, Jav decise che un giretto per i campi con la sua TVR preferita non gli avrebbe fatto altro che bene e si diresse verso il garage. Il solo ritrovarsi nel garage gli ridette allegria. Sorrise con affetto alla Roller, alla Aston Martin e alla Mini Cooper, ma si diresse con decisione verso la TVR. Di colpo un altro rumore di zoccoli colpì il suo udito e un’altra figura in nero gli si avvicinò tuonante. Jav si guardò attorno con una certa ansia. Non c’era alcol in vista! Ma questa volta non era Billy. L’uomo che scese da cavallo era più vecchio e portava una maschera sugli occhi. Il Ranger dei Polmoni.
“Qua non è sicuro.” Iniziò a dire velocemente. “Alti livelli di monossido di carbonio, idrocarburi e particolato. Nessuno dei quali fa bene alla tua salute.” Le parole suonavano piuttosto fuori luogo, venendo dalla bocca di un personaggio del selvaggio west, ma Jav non si mise a discutere.
“Non c’è problema, me ne sto andando.” Rispose e saltò a bordo della TVR e ruggì fuori del garage. Il Ranger dei Polmoni annuì soddisfatto.
“Non penso che debba menzionare la cosa alla Regina.” E se ne andò con la stessa velocità con cui era arrivato. Era la seconda persona che menzionava la Regina. Jav ci pensava su mentre lasciava imbarcare l’auto lungo la strada privata che circondava la sua proprietà. Si supponeva che i personaggi naniti fossero indipendenti, perché mai tutti avevano bisogno di riportare alla Regina?
Naturalmente il sistema originale dei naniti non aveva avuto persone. Non se ne era visto il bisogno. Tecnicamente, neppure il sistema attuale ne aveva bisogno, ma se hai più soldi che giudizio, perché non buttarli via per tutte le opzioni extra? L’intero sistema veniva monitorato dal Doc. Nella versione iniziale si trattava di un minicomputer delle dimensioni di un orologio da polso che riceveva la telemetria dalle migliaia di naniti presenti nel corpo e immagazzinava i dati. Si poteva programmare il WristDoc (veniva chiamato così, dottore da polso) per avvisarti di un problema qualsiasi oppure si potevano scaricare i dati sul tuo computer o sul tuo cellulare. Le informazioni, poi, potevano essere rese accessibili al tuo medico, al tuo salutista o al tuo pubblicista. Quest’ultimo poteva inviare di tanto in tanto notizie alla stampa per far vedere quanto ti stavi comportando bene. Soprattutto, potevi sempre spegnerlo e continuare con la tua vita.
Mentre correva lungo la strada, gustando il vento che lo spettinava e ridendo come i conigli che corrono ad accoppiarsi, Jav sperò che tutto fosse ancora così semplice.
Accelerò in una curva particolarmente stretta, emozionato dalla reattività dell’auto mentre controllava la sbandata e i pneumatici lambivano il bordo del prato e il motore ruggiva nel riprendere la marcia. Sobbalzò nel sentire una fanfara di trombe e frenò di botto non appena la Regina di Cuori apparve imperiosa e si fermò maestosamente a pochi millimetri dal cofano.
“Non siamo per niente divertiti,” disse. Una citazione rubata che irritò immensamente Jav. Prima che riuscisse a pensare ad una risposta a modo, lei continuò con la sua declamazione. “Il tuo battito cardiaco e le tue pulsazioni sono troppo alti e hai livelli di adrenalina elevati. Il tuo modo di guida non è accettabile. Siamo stati anche informati che stai guidando sotto l’influenza dell’alcool.”
“Alcool? Un sorso! E poi, questa è una strada privata, dunque non sto infrangendo nessuna legge! E, comunque, cosa ha tutto questo a che vedere con voi?”
La Regina di Cuori lo fulminò con uno sguardo altero per lo sfogo.
“Dobbiamo considerare l’interesse dei nostri soggetti.” Rispose. “Ora ritorna indietro guidando con precauzione oppure la tua testa rotolerà!” Con un frusciò del vestito si voltò e svanì. Obbediente Jav riportò indietro la TVR con attenzione. Che voleva dire la Regina con ‘i suoi soggetti’? Neppure questo aveva senso.
Jav ritornò in salotto e controllò le telecamere di sicurezza per vedere se c’erano dei paparazzi all’ingresso principale. La zona era libera così usò la sua linea privata per ordinare una pizza a domicilio. La pizzeria era affidabile così sapeva di stare al sicuro da infiltrati armati di macchina fotografica.
I paparazzi erano stati la ragione principale per cui il WristDoc era diventato impopolare. Qualche tizio brillante aveva scoperto che con il tipo giusto di software e una connessione wireless era possibile scaricare i dati dal WristDoc su proprio laptop, purché si riuscisse ad arrivare a sette o otto metri di distanza. Un’enorme quantità di dati medici personali di colpo non furono più personali, così si dovette rendere più sicuro il sistema di naniti. Un altro tizio, ancora più brillante, venne fuori con l’idea che tutte le informazioni rimanessero all’interno del corpo, di modo che non ci fosse nessun segnale esterno da captare. Un controller ancor più piccolo fu subito impiantato sotto la pelle delle celebrità più importanti e tutti vissero felici e contenti. Tranne la stampa, che dovette tornare ai metodi antiquati dello spionaggio per ottenere le proprie storie.
La pizza arrivò quasi subito, condita con abbondante formaggio e una selezione di aggiunte quasi tutte salutari. Non ci furono lamentele dall’interno così fu evidente che l’aveva fatta franca. Quella sera Jav andò a letto più tardi facendo mentalmente una nota per contattare l’indomani qualcuno in merito alla Regina.
-
La mattina seguente, sul tardi, Jav si svegliò e, seguendo la sua solita routine, controllò la posta elettronica per vedere ciò che era arrivato dalla sera precedente. C’era posta dei fan da tutto il mondo, la maggior parte dei quali faceva la stessa domanda stupida, cioè se avesse messo assieme un tour di riunione del gruppo. Jav era stufo di sentirsi chiedere di continuo sempre la stessa cosa: Come ci sarebbe potuto stare un tour di nuovo assieme senza Rik?
Rik ‘The Riff’ Smith era sempre stato il più esagerato nel loro gruppo. Era sempre stato più ubriaco, più rumoroso, più eccessivo di tutti loro. Era anche stato il primo tra di loro ad andare in riabilitazione. Era stato su ordine del tribunale più che per sua scelta. La clinica di riabilitazione probabilmente lo aveva salvato dal procurarsi una morte prematura con le proprie mani, ma sfortunatamente la cosa non era stata sufficiente con Rik. Aveva deciso di optare per i nuovi impianti Doc con naniti monitor e di riparazione. L’idea era che il Doc era capace di dirigere i naniti di riparazione verso aree problematiche individuate dai naniti monitor. Era tutto molto ingegnoso. Se il problema era particolarmente serio il Doc avrebbe indirizzato il tipo rinforzato di naniti per riprodursi e per trovare una soluzione. Se i naniti non riuscivano e decadevano, si arrestava il ritorno di informazione e, nuovamente, il Doc ne avrebbe spediti altri dello stesso tipo per riprodursi ed aumentare il numero.
Il problema per Rik, e per molti altri pazienti, non si presentò a causa dei naniti. Fu lo stesso impianto Doc a causare l’infiammazione e l’infezione. Non poteva produrre abbastanza naniti per proteggere il corpo da se stesso. Ci fu tutta una serie di operazioni per rimuovere i Doc che debilitavano il corpo. Sfortunatamente per Rik era troppo tardi e si era sviluppata un’infezione fatale. La stessa tecnologia che rea stata pensata per mantenerlo in salute lo aveva portato ad una fine prematura. La cosa rappresentò anche la fine degli impianti Doc.
Ricordi carichi di affetto di Rik e degli altri ragazzi si affollarono nella mente di Jav mentre si versava una tazza di muesli per colazione. Un anno prima ci sarebbe stata roba soffritta e una lattina di birra, ma ora il muesli faceva parte prepotentemente del menu. Seguito da un bicchiere di spremuta d’arancia. Si sedette a battere la risposta a qualche mail, poi scorse gli appunti per le riprese del pomeriggio di ‘Quando gli Autisti del Pullman Corrono’. Aveva perso la cognizione del tempo quando sentì un improvviso sbattere di ali e una fata dall’aspetto piuttosto furbo gli svolazzò di fronte. Atterrò sul tavolo e si rivolse verso di lui con un sorriso bianco smagliante.
“Sta salendo il livello della pacca. Non ti sei lavato i denti stamattina, vero?” Sorrise con dolcezza verso di lui.
“Ehm…, no, mi spiace.” A Jav scocciava molto contrariare la fatina dei dentini. “Ci vado adesso.” Lasciò la sceneggiatura sul tavolo e si diresse verso il bagno. La fatina gli volteggiò accanto e controllò che li lavasse nel modo giusto.
“Ben fatto.” Disse, “Mi rifaccio viva domani.” Scomparve in un turbinio di polvere fatata. Beh, era quello il tipo di persona che all’inizio lo aveva spinto a comprare il sistema. Una voce amorevole che si prendeva cura di lui, non figure minacciose pronte ad attaccarlo se non faceva come gli veniva detto di fare.
Originalmente c’era stata solo una persona. Dopo che l’impianto Doc aveva perso di popolarità, lo sviluppo successivo erano stati i naniti medici. Non c’era più un singolo modulo di controllo, ma le funzioni regolatrici venivano portate avanti da migliaia di naniti medici che comunicavano nello spettro alto dell’ultra-frequenza e che si comportavano come un dottore virtuale. La persona medica era stata immaginata come un’interfaccia con l’ospite e comunicava direttamente attraverso un collegamento col nervo ottico. Era diventata molto popolare e questa volta non c’erano problemi. Naturalmente ciò significava che si dovevano fare molti miglioramenti che portavano ad ulteriori problemi potenziali. Jav immaginò che sarebbe riuscito a scoprire dove stessero questi problemi.
-
Il tragitto verso gli studi televisivi fu breve e, naturalmente, lo fece con attenzione. Dopo aver filmato gli spezzoni del presentatore per lo spettacolo a Jav fu chiesto se gli andava di fare un’apparizione nello spettacolo a quiz ‘Dai un Nome a quel Cartone’. Non era un grosso spettacolo, ma lui non era il tipo di rifiutare la possibilità di una comparsata in TV. Si sentiva molto rilassato verso la fine del pomeriggio e, senza altre visite inattese dei naniti, aveva pensato che i problemi del giorno precedente non erano stati altro che un involontario errore di programmazione.
Difatti si era scordato del tutto dei suoi problemi mentre faceva ingresso nella suite degli ospiti col produttore e col suo agente. Avevano appena ordinato uno spuntino e un drink con un paio di personaggi minori della TV arrivati per complimentarsi con lui per il suo documentario sulla riabilitazione. Li ringraziò e si impegnò ad incoraggiarli ad andarsene il più presto possibile, ma la cosa lo aveva messo di cattivo umore. Era successo sul finire il corso di disintossicazione che aveva deciso di installare il sistema di naniti e che aveva optato per l’ultima versione multi-persona. Così, invece del semplice Doc c’erano varie sub-persone, una per ogni diversa funzione. Ognuna riferiva su un gruppo differente di variabili e il Doc le coordinava tutte e forniva un rapporto totale. Le figure del Far West erano sembrate proprio una bella idea, ma era sicuro che non c’era nessuna menzione che ti minacciassero con una pistola. Per controllare se non si era immaginato tutto ordinò un doppio gin.
I primi tre sorsi avevano a malapena avuto tempo di farsi strada verso il suo stomaco che si udì il rumore di un cavallo che si avvicinava al galoppo. Mentre Billy dei Reni smontava Jav fece un altro sorso di sfida. Billy si rivolse in modo spavaldo e minaccioso verso di lui.
“Mi sembrava di averti avvertito. Basta con le bisbocce.”
Jav aveva imparato quasi da subito che era meglio non parlare coi naniti a voce alta mentre si era in compagnia. Faceva venire alla gente buffe idee nei tuoi confronti. Gli rispose nella sua testa.
Sono i miei reni. Tu li controlli solo per me.
“Non è così che andranno le cose. La situazione sta cambiando. Tu fai come dico io.”
Di nuovo Billy accarezzò la pistola. Jav sollevò il bicchiere e buttò giù tutto d’un sorso il resto della bevanda. Per un attimo gli fece salire le lacrime agli occhi, ma sentì un sapore buono mentre rimetteva sul tavolo con forza il bicchiere. I suoi due compagni, immersi in una loro conversazione lo guardarono con sorpresa. La loro sorpresa si fece ancora più profonda un momento dopo, quando Jav scattò in piedi di colpo con un’espressione del viso sconvolta e, stringendosi lo stomaco, cadde a terra.
Jav guardò con orrore Billy. Gli aveva proprio sparato. Billy ripose la postola nella fondina e risalì lentamente a cavallo.
“T’avevo avvertito.” Disse. “La Regina non sarà certo divertita.” Cavalcò via di fretta. Una mezza dozzina di facce che si protendevano verso di lui si misero a fuoco.
“Mi hanno sparato!” Gracchiò.
-
Il primo soccorritore che arrivò velocemente sulla scena lo assicurò con prontezza che non gli aveva sparato nessuno, ma di sicuro Jav si sentiva come se la cosa fosse accaduta realmente. Premendosi lo stomaco dolente riuscì a convincere il suo agente a portarlo direttamente alla clinica dove erano stati istallati i naniti.
Il Dottor Slack in carne o ossa ascoltò la storia di Jav con un’espressione dubbiosa sul viso e fece qualche commento sullo stile precedente di vita di Jav che cercava di riprendere il sopravvento. Alla fine accettò di usare un programma diagnostico sui naniti e fare un controllo su Jav. L’intero procedimento li tenne occupati fino a metà sera, tempo durante il quale il dottore e i suoi tecnici mormorarono tra loro e aggrottarono le ciglia su tutta una serie di test e di controlli. Alla fine il dottore si sedette con Jav nel suo ufficio, stringendo un mazzo di fogli.
“Sembra che…” iniziò, “…che i naniti addetti al monitoraggio del suo sistema nervoso centrale riescano anche ad interagire con esso.” Si fermò con un’espressione pensierosa. “Non erano progettati per fare ciò.” Si fermò di nuovo, e questa volta ci fu una pausa molto lunga, mentre Jav aspettava che continuasse. Non continuò.
“Che significa tutto ciò?” chiese Jav alla fine.
“Significa…” ci fu un’altra pausa, lunga abbastanza per far pensare a Jav che sarebbe stato necessario un altro sollecito per il dottore, “…che i naniti hanno la capacità di convogliare sensazioni verso il suo sistema nervoso. Come per esempio la percezione di essere stato ferito.” Il tono di voce casuale con cui parlò fece apparire tutto più allarmante a Jav.
“C’è un branco di cowboy impazziti che mi scorazzano dentro e che ora mi possono sparare?” Esclamò Jav.
“Be’, non è che le possono sparare veramente…”
“Ma provo come se lo fosse!” Jav tornò a massaggiarsi lo stomaco. La sensazione s’era attenuata, ma il ricordo era ancora fresco.
Da lì in poi la diagnosi si fece sempre più fosca. Anche se ciò che il Dottor Slack aveva detto era vero, il che ovviamente lo era, la persona ‘Billy’ non avrebbe dovuto avere un collegamento diretto con la persona ‘Minerva’, la dea greca che controllava il suo sistema nervoso. Jav ebbe una visione ironica passeggera che lei era anche la dea dell’invenzione. Il dottore non era sicuro sul come i due interagissero, anche se aveva scoperto pure che tutte le persone avevano dei link inattesi con la ‘Regina di Cuori’. Per qualche ragione sembrava che questa persona avesse sostituito il ‘Doc’ come nesso del sistema di monitoraggio.
Nel lasso di tempo impiegato per la spiegazione Jav si era deciso a farsi rimuovere tutto il sistema. Sfortunatamente, come spiegò il dottore, ciò non poteva essere fatto prima del giorno successivo, in quanto tutto lo staff era andato a casa ed era un procedimento complesso. Jav lasciò la clinica sentendosi ancora più paranoico e si chiese se fosse la prima persona ad essere paranoica per la gente dentro di sé piuttosto che per quella al di fuori.
-
Jav quella notte dormì in modo discontinuo e fece uno di quei sogni in cui sembra che non riesci a scrollarti di dosso un inseguitore misterioso. In questo caso Jav era sicuro che gli inseguitori fossero i cowboy. La mattina seguente si trascinò in bagno con gli occhi annebbiati e un forte mal di testa. Lo stomaco si lamentava per una fame vorace. Un getto d’acqua fredda riuscì comunque a svegliarlo, ma l’immagine riflessa che lo guardava dallo specchio non sembrava che stesse poi tanto bene. Si massaggiò le tempie nel tentativo di alleviare la tensione, ma non si sentì meglio.
Era così intento a guardare lo specchio che fu sorpreso dalla donna con una toga luccicante che gli apparve di colpo accanto. Non c’era nessuna immagine riflessa, naturalmente, dato che non esisteva veramente.
“Hai mal di testa.” Disse Minerva, sporgendosi in avanti fino a quasi toccargli la fronte. Jav si ritrasse. Questa donna che apparentemente era preoccupata per lui presumibilmente era la responsabile della sua esperienza angosciosa del giorno prima. “Si raccomanda un massaggio al collo o un leggero analgesico.” Continuò lei, incurante del suo disagio.
“Perché mi hai sparato ieri?” Sbottò Jav.
“Non ero io. E’ stato il giovane Billy. E’ così impetuoso.” La risposta di Minerva confermava le analisi del dottore che le persone stessero interagendo tra loro in un modo che non era stato progettato.
“Billy non può agire sui miei nervi. Solo tu puoi farlo.”
“Io mi limito a seguire gli ordini che la Regina ha per me.” Minerva arricciò il naso altezzosa, si voltò e scomparve. Era sempre più evidente che la Regina di Cuori fosse la fonte del problema. Jav si prese una tavoletta per il mal di testa e andò a vestirsi.
Dopo il secondo rabbocco di muesli, Jav iniziò a sentirsi un po’ meglio anche se ancora era stranamente debole. Il suo appuntamento alla clinica era verso metà mattinata così si aggirò per casa cercando ti mantenersi occupato tenendosi lontano dai pasticci. Decise di prendersi una tazza di tè prima di uscire e ci sbranò mezzo pacchetto di biscotti al cioccolato. Lungo la strada per la clinica si sentiva ancora affamato e così, quando alla reception gli offrirono qualcosa da mangiare buttò giù di gran carriera un’altra dozzina di biscotti. Rimase sorpreso dal fatto che nessuno, dall’interno, sembrasse aver qualcosa da ridire sulle calorie che stava ingerendo.
Alla fine lo fecero entrare nella stanza dei trattamenti e lo fecero accomodare su una grossa poltrona nera del tipo che di solito si trova dai dentisti. Il dottor Slack entrò portandosi dietro gli appunti del giorno precedente, confermò alcuni dettagli con Jav poi si voltò e si mise a giocherellare con le apparecchiature. Un secondo dottore si avvicinò da dietro la poltrona.
“Non è una buona idea, questa.” Disse. “I naniti servono per il suo bene.”
“Non mi interessa. Voglio toglierli.”
“Cosa c’è?” Chiese il dottor Slack, volgendosi dal suo lavoro.
“Ho detto che voglio toglierli.”
“Lo so, stavo preparando appunto il trattamento.” Tornò ad occuparsi dei suoi impegni.
Il nuovo dottore osservò dubbioso Jav.
“Pensate ai benefici che le hanno apportato. La mantengono in salute, si curano sei suoi interessi. Senza di loro adesso non sareste altro che un’altra rock star dilapidata.” Quasi sicuramente era vera, ma per quanto ne poteva dire Jav la cosa non bilanciava i fastidi che avevano causato.
“Non mi serve la sua opinione.” Rispose Jav. Il dottor Slack si volse di nuovo.
“Scusi?”
“Stavo appunto dicendo al suo collega …” Jav di colpo si rese conto che il dottor Slack non sembrava per niente rendersi conto dell’esistenza dell’altro dottore. Si insospettì. “Come vi chiamate?” Il dottore scomparve. Il dottor Slack appariva confuso. Jav era confuso. Non aveva riconosciuto il Doc. E perché mai un nanita cercava di convincerlo a non distruggerli?
La spiegazione per il primo quesito, secondo il dottor Slack, era che il Doc aveva diverse opzioni per la sua apparenza. L’opzione scelta avrebbe dovuto mettere le altre a riposo, ma per qualche ragione, probabilmente del tutto benigna, l’apparenza era cambiata. Jav non fu tanto convinto che il Doc si fosse mascherato per una ragione benigna, soprattutto in quanto il secondo quesito sembrava non avere risposta alcuna. Almeno, nessuna risposta che mettesse Jav a suo agio.
Il trattamento di rimozione impiegava, cosa abbastanza preoccupante, l’iniezione di un’ulteriore varietà di naniti. Questi erano programmati per distruggere i naniti esistenti per poi auto-distruggersi dopo uno specificato periodo di tempo. I loro componenti sarebbero poi stati riassorbiti dal corpo. Nello stesso momento Jav sarebbe stato sottoposto ad un segnale di interferenza ad alta frequenza per far sì che il Doc non ordinasse che si rimpiazzassero i naniti che venivano distrutti. Jav si sentì piuttosto sollevato quando gli fu somministrata con successo l’iniezione e si mise a gironzolare in cerca di uno spuntino.
L’unità che generava il segnale di interferenza gli era stata assicurata a strappo attorno al braccio e iniziò a premergli e iniziò a sentirsi a disagio, ma Jav non osò toglierla. Aveva un’attesa di sei ore e si mantenne occupato leggendo qualche rivista e mangiando qualche spuntino mentre bighellonava in giro per la sala d’attesa.
Alla fine dell’attesa noiosa Jav fu collegato ad un ricevitore capace di captare i segnali individuali di ogni nanita che fosse rimasto. Il dottor Slack fece andare lo strumento per un attimo, sbuffò e poi fece rifare il controllo. Poi aggrottò le ciglia.
“Non può essere così.” La sua tendenza a lasciare le cose senza una spiegazione stava iniziando a infastidire Jav. Dopo un sollecito di spiegazione continuò: “Sembra che ci siano almeno dieci volte più di naniti di ieri sera. Credo che stiano usando le risorse del suo corpo con una capacità fantastica per essersi moltiplicati con tanta rapidità. I miei anti-naniti non hanno avuto nessuna possibilità.”
Jav ripensò a tutto quello che aveva mangiato quella mattina. Non aveva fatto altro che cibare l’esplosione della popolazione dei naniti! Non c’era alcun dubbio nella mente di Jav su cosa stessero facendo i naniti: auto-preservazione. Il dottor Slack pensava ancora che la cosa fosse impossibile, ma in fondo non era lui ad essere infestato dai critter! Non appena il dottore uscì dalla stanza la Regina apparve con la sua solita fanfara.
“Te lo avevo detto che noi ci prendiamo cura dei nostri soggetti.” Disse freddamente. “E’ per questo che cerchiamo di prenderci cura di te. Vogliamo solo vivere pacificamente.”
“Nel mio corpo!”
“Vorremmo condividerlo. Pensaci. Che abbiamo fatto se non apportare benefici? Non sei forse diventato più popolare grazie alla nuova immagine salutista?”
Jav non poteva negarlo, ma non era questo il punto. La Regina gli aveva fatto sparare! Glielo fece notare.
“Era necessario mettere dei punti fermi.” Disse. “Ma pensaci: se possiamo fare ciò ai tuoi nervi, che altro potremmo fare per te?” Jav non lo sapeva. “Sappiamo che ancora desideri i vecchi vizi. Non puoi tornarci, ma puoi arrivare a cose migliori.”
“Del tipo?”
Minerva apparve accanto alla Regina in risposta alla sua domanda e la Regina le annuì. Minerva fece un passo avanti e gli toccò la fronte. Si sentì la testa leggera mentre un flusso istantaneo di euforia lo invadeva. Si spense non appena Minerva fece un passo indietro.
“Potremmo influenzare il tuo sistema nervoso e il tuo sistema endocrino in un’infinità di modi piacevoli. Pensa a ciò che potrebbe significare per te.”
-
Il dottor Slack sollevò lo sguardo dalla sua scrivania un attimo dopo per osservare Jav che gli passava davanti mentre usciva. Si alzò per seguirlo e non lo raggiunse che all’ingresso. Al suo richiamo Jav si voltò con un sorriso serafico sul viso.
“Il trattamento non ha avuto successo.” Disse il dottor Slack. “Ci sono altri test da fare.”
“Mi sento benissimo.” Rispose allegro Jav. “Di fatto, non mi sono mai sentito meglio.” Il viso si soffuse di una luce calma. “Addio, dottore. Non avrò più bisogno dei suoi servizi.” Si voltò e se ne andò fischiettando allegramente. Un dottor Doctor Slack confuso rimase a guardare i suoi appunti e a ponderare sui benefici dei naniti.


Titolo originale: Inside Every Successful Man…; trad. Ital., D. Santoni
© Gareth D Jones

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