di Roberto Sturm
Libri acquistati: L’avvocato G. (Federica Sgaggio)
Libri letti: Paura della matematica, (Peter Cameron), Caccia alle donne (James Ellroy), Follie di Brooklyn (Paul Auster), Undici decimi (Alessio Torino)
I racconti di Paura della matematica, di Peter Cameron, non sono brutti. Anzi, direi che per certi versi possono essere presi d’esempio come lezione di scrittura. Per lo stile, appunto, sempre asciutto. Per la trama, mai banale. Per i personaggi, caratterizzati con pochi ma precisi tratti. Per i dialoghi, sempre credibili. Ma alla maggior parte dei racconti manca quel pathos, quella determinazione, quella musicalità che rende Un giorno questo dolore ti sarà utile un capolavoro.
Forse sarebbe stato pretendere troppo, forse ero troppo carico di aspettative ma di certo questi racconti non sono all’altezza del romanzo.
Con Caccia alle donne Ellroy si autocelebra con un’autobiografia molto romanzata. Capita a molti, e se questo testo – stilisticamente parlando – è degno di uno dei massimi autori contemporanei, il contenuto – le sue donne al centro della ribalta – non è certo pari ai suoi romanzi, tutti meravigliosi. Una curiosità direi quasi indispensabile per chi ama questo artista che racchiude la sua vita dall’adolescenza ai giorni nostri. Un ritmo serrato, un incedere senza alcun tentennamento. Ed è l’Ellroy scrittore più che l’uomo protagonista, che vede e viene visto dalle donne più importanti della sua vita. Ci svela qualche suo vizio (tanti), qualche difetto e limite. E ci descrive il mondo intorno. Con gli occhi dell’innamorato, con gli occhi di chi crede di aver trovato la donna della propria esistenza. Ma anche con gli occhi di colui, un bel giorno, si rende conto di aver sbagliato.
Bellissimo romanzo anche Follie di Brooklyn. Nonostante sia leggermente inferiore a Invisibile e Trilogia di New York, forse meno cattivo ma sicuramente non meno introspettivo. Natahn Glass ritorna a Brooklyn ormai pensionato, certo di morire presto per il cancro ai polmoni di cui ha sofferto. Ma la vita gli riserverà sorprese che lui mai avrebbe potuto mettere in conto, e una vita considerata alla fine e senza stimoli, un ultimo pezzo di vita che il protagonista credeva di dover vivere in solitudine, si tinge di nuovi colori e sensazioni che Nathan credeva ormai sopite irrimediabilmente. E ci parla della vita ordinaria in America. Una storia che parte dalla vigilia dell’elezione di Bush junior e arriva alla mattina dell’11 settembre attraversando la metropoli e la provincia americana contemporanea. Uno sguardo d’insieme che non può non toccare, sempre con leggerezza e sapienza, i grandi temi della vita.
Un esordio non proprio azzeccato questo Undici Decimi, di Alessio Torino. Almeno dal mio punto di vista. Nonostante lo stile sia al di sopra della media (e questo è normale, essendo stato pubblicato dalla peQuod) e la ricerca di formule di scrittura non abituali evidente, come i cambi di stile all’interno del romanzo, è la storia che non mi convince. Trama troppo piatta, che non riesce mai a elevarsi da una monotonia che, secondo me, rende difficile la lettura. Dopo la metà del libro, devo essere sincero, ho cominciato a saltare qualche pagina qua e là perché non riuscivo a seguire con interesse l’intreccio della storia. Ho sentito giudizi molto lusinghieri su questo romanzo per cui potrei essere io a non aver colto quello che altri hanno invece colto.
Roberto Sturm