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Figlio della Schiera

Inserito Martedì 12 ottobre 2004

Narrativa romanzo di Giampietro Stocco... Prima Puntata

La carne e la pietra

 

Le vibrisse fremettero di avidità e lo stomaco iniziò a brontolare di aspettativa. Era la prima volta che gli capitava, e non poteva evitarlo. Le massicce forbici dal manico sagomato a sella, adatte a incastrarsi nella mano dalle quattro lunghe dita non opponibili, avevano appena iniziato a tagliare la carne biancastra del cadavere. Un sofisticato strumento semiautomatico con un complicato sistema di leve incrociate, bastava il mignolo a sfiorare un bottone posto sul palmo, la lama inferiore scattava  rapidissima a incontrare quella superiore, e... zac! Ossa e fasce muscolari si spezzavano e cedevano, i segreti del corpo si mostravano in tutta la loro semplice funzionalità.  Ah, se solo il lavoro fosse già finito! Il più grande desiderio di Fjjk figlio di Okjieko, anatomista capo di Bavel, era affondare le zanne in quel ben degli Dei così tenero e indifeso. Così diverso rispetto agli altri due cadaveri che aveva sezionato nel presente ciclo, quello del Quarzo azzurro.

Si scosse dalla sua frenesia, rivolgendo una preghiera ai Creatori nominati invano, si nettò il muso con il dorso della mano libera, un gesto curiosamente simile a quello che avrebbe fatto la creatura distesa sotto di lui fino a... Diciamo cinque lekhter prima? Hmm, non di più.  Non era ancora subentrata, infatti, la caratteristica rigidità.... Fjjk continuò a tagliare completando l'incisione dell’addome e salendo fin quasi allo sterno. Quindi due diramazioni verso le spalle. Finito che ebbe, divaricò lo squarcio con due leve idrauliche ed esaminò con occhi febbrili i sanguinolenti organi interni. Fece appello a tutte le sue riserve di razionalità per evitare di tuffare il muso tra polmoni e stomaco per andare ad azzannare il fegato ricco di ferro, e proseguì faticosamente l'esame.

Femmina, dunque, sì, circa sei lespam di altezza, il triplo della sua statura, ovviamente in stazione eretta. Spalle curve, hgh, gemette Fjjk tirando la parte superiore del corpo verso di sé in una presa incerta. Quella pelle era così viscida e le sue mani così deboli! Avessi i pollici, potrei almeno afferrarla per le spalle!  Uno sguardo al muso, orridamente piatto, appena un accenno di prognatismo, un trascurabile naso voltato all'insù e dalle ampie narici. Gli occhi, ormai fissi, vicini tra loro, dotati di palpebra e membrana nittitante. Un’occhiata dietro la schiena. Scoliosi, pensò Fjjk digrignando i denti, i rilievi delle vertebre sotto la pelle pallida disegnavano una marcata curva, come del resto accadeva con la maggior parte di quelli della specie della morta. Mollò di colpo, con sollievo, il peso del busto, e il cadavere ricadde sulla piastra, un tonfo molle che esaltò la fame di Fjjk.

Padre mio, avrebbe fatto lo stesso effetto anche a te? Beh, continuiamo con le caratteristiche più significative, pensò Fjjk cercando di ingannare l’orologio dentro il suo stomaco… La tasca marsupiale. Qui i piccoli entravano poco dopo il parto e vi crescevano fino al sesto mese. Poi, già alti quasi come un Figlio, ne uscivano per reggersi su gambe ricurve, con cosce affusolate, ginocchia e polpacci invece massicci. Camminavano su mani inferiori a cinque dita, nessun pollice opponibile qui. E giusto sotto il marsupio e poco sopra i glabri genitali un altro taglio netto, perfettamente orizzontale, e assolutamente non naturale. Una ferita corta e profonda, Inferta da...  Fjjk lanciò uno sguardo al reperto sigillato nella sacca di polimetal a prova di strappo. Conteneva un pugnale di forma arcaica, sormontato da un’impugnatura tanto semplice quanto inutilizzabile da ogni Figlio senza pollici. Ecco com’era morta. Come l’avevano uccisa, cioè.

Esame concluso, si disse Fjjk, che però ne sapeva quanto prima. Perché qualcuno avrebbe dovuto prendersi la briga di pugnalare una schiava? Era la prima cosa che si era chiesto quando la Sicurezza aveva scaricato quel corpo nel suo laboratorio. E si era risposto con logica inesorabile. Punto primo, e qui la sua fame parlava chiaro: le carni di marsupiale potevano, su richiesta, essere destinate quando si voleva all’alimentazione dei Figli. Punto secondo. Se, Hassa non volesse, un Figlio avesse provato comunque a trafiggere la povera marsupiale, quel pugnale gli sarebbe sfuggito ridicolmente di mano non appena la punta avesse incontrato la pelle rugosa e robusta del ventre della schiava, quasi rimbalzandoci sopra. E quell'arma non sembrava nemmeno particolarmente affilata... Così Fjjk aveva escluso la propria specie dal novero dei sospetti, e contemporaneamente aveva cominciato a sudare freddo. Chi aveva ucciso la schiava doveva per forza avere le sue stesse, strane zampe superiori dal pollice opponibile. Le girò e le rigirò pensoso tra le sue. Si poteva dunque definire delitto un caso del genere? Eticamente no, ma tecnicamente sì. Fjjk mugolò perplesso tra sé fissando il pollice semirigido del cadavere. L'etica ha poco a che fare con il lavoro di un anatomista a Bavel, si disse, e quindi, con un morso distratto, staccò un pezzetto dell'inquietante dito dalla mano livida della morta, assaporandone il gusto dolciastro.

Non poté fare a meno di sentirsi colpevole. Ma che brutta giornata, grugnì tra sé Fjjk.  Si avvicinò a un pannello, vi poggiò sopra il proprio palmo, e il campo di forza polarizzato davanti a lui si dissolse, aprendo il suo laboratorio su un’aula ad anfiteatro che si andava riempiendo di giovani Proli. La sua classe di anatomia! L’umore migliorò immediatamente.

- Prendete posto, in fretta, gioie della vostra Famiglia! - disse premuroso. - Tu lassù, Prole indecisa, vuoi dunque unirti a noi? Sì? Ma che onore! Aspettavamo solo te! Bene… Ora…

Sibili soffocati di pannelli in chiusura contro pannelli, Fjjk sbuffò e riprese il filo del suo discorso.

- Ora…Quante volte potremo dire, onorati Figli, - iniziò a declamare rivolto alla sua classe. - che questa specie è grottescamente inferiore alla nostra? Guardate bene il corpo sulla piastra davanti a voi.

Un improvviso, eccitato brusio. Non accadeva tutti i giorni di assistere all'autopsia di una specie commestibile e i giovani Figli sentivano troppo bene, come Fjjk del resto, la fragranza della carne tagliata e degli organi esposti. Il richiamo di Seff l'oscuro… O il Serpente, dal nome di quell'animale mitico che, secondo la leggenda, nel remoto passato predava gli antenati dei Figli. Sarebbe stato così…bello e primordiale cedere alle sue lusinghe e avventarsi tutti insieme sul corpo che giaceva sulla piastra, disputarsi ringhianti i pezzi smembrati e… NO! Fjjk si riscosse, asciugò la saliva che inumidiva le labbra e alzò la voce di un tono.

- At-ten-zio-ne! - sillabò riguadagnando all’istante interesse e disciplina.

- Smettetela di pensare al pranzo e guardate bene questo corpo! - disse Fjjk. - Struttura troppo massiccia, disposizione degli organi interni dispendiosa. Un individuo simile ha bisogno di grandi quantità di calorie per nutrirsi, e tende a stancarsi troppo. E tuttavia…

- Tuttavia, onorato scienziato? - azzardò uno studente dalla prima fila dell’aula di anatomia.

-…Tuttavia, Figlio, da cicli ormai la Schiera può permettersi di allevare e nutrire questi … marsupiali come creature asservite. Sono vegetariani, in tutto e per tutto legati a noi, svolgono lavori di fatica, se vogliamo possiamo trasformarli in nutrimento... Finitela di agitarvi, insomma! Allora, dove eravamo? Sì, dunque... Queste creature sono per noi la forza lavoro perfetta! Sta al volere di Homm stabilire se, prima o poi, a questi esseri sarà concesso il bene dell'elevazione. Per ora, servono la Schiera.

- Ma questo lo sappiamo da sempre, stimato anatomista!

- La… hgh - lezione di oggi, - ringhiò impaziente Fjjk. - è in realtà un’occasione per studiare una caratteristica unica di questa specie di dentepiatto. Scommetto che nessuno di voi ci ha mai fatto caso...

Fjjk afferrò la mano della morta e l’alzò mostrandola all’intero uditorio, una dozzina di Figli dal manto ancora bruno-rossiccio. Qualche macchia grigia di maturità affiorava qua e là sui fianchi degli individui che lo scienziato sapeva essere più svegli. Sospirò tra sé pensando quanto in fondo fosse comodo capire da un primo sguardo chi poteva seguirlo meglio. O tendergli qualche tranello.

- Osservate, Figli cari, questo … dito… ehm…

- Quale dito, Fjjk? - risposero, perplesse, alcune Proli.

Lo scienziato si accorse con stizza di avere sollevato la mano dal pollice sbocconcellato, la mollò e afferrò all’istante l’altra.

- Questo. Vedete? Può essere piegato e condotto a coprire gli altri quattro, così, grazie a questa ammirevole articolazione - Fjjk girò con fatica il pollice ormai quasi rigido verso il palmo della mano. -  La cosa strana…

-  Cosa c’è di strano? - interruppe il Figlio di nome Geidr. Brutto cliente questo qui...

- Onesto Geidr, gioia della tua Famiglia… - brontolò Fjjk con falsa amabilità. Quest’impudente Prole  si ritiene già un apprendista... Mettiamolo al suo posto!  - La cosa strana è che questa mano è … megacicli avanti a quella che il potente Homm ha voluto concedere alla Schiera, e tuttavia le creature che ne sono dotate non possono a rigore dirsi senzienti.

- Che rapporto c’è tra quel tipo di mano e l’essere senzienti?

Gli occhi dell’uditorio si alternavano tra Fjjk e  Geidr, e lo scienziato decise la mossa ad effetto. Aprì le due ante di un grosso armadio situato alle spalle della piastra, e, agitando una mano, fece scattare la fotocellula di due potenti fari per illuminarne il contenuto. Era uno spezzone di roccia appiattito da un lato. Sopra di esso i due fasci luminosi evidenziavano il contorno di uno scheletro contorto in una posa di morte. I resti della creatura, perfettamente conservati nella pietrificazione, erano rattrappiti in un trionfo di arti lunghi e potenti disposti attorno a una specie di lungo bastone. Evidentemente un manufatto, con una canna che era stata metallica e dotata di quello che sembrava un meccanismo di innesco. Un’arma da fuoco, insomma. Attorno al calcio erano ancora avviluppate in una presa che nessuno avrebbe potuto più sciogliere le ossa fossilizzate di una mano molto simile a quella della schiava uccisa.

- Quello che vedete è quanto resta di una creatura vissuta…? Fra i cinquecento kilocicli e un megaciclo addietro. L’arma è stata realizzata per quanto riguarda il suo supporto in una fibra vegetale sconosciuta e, nella parte meccanica, in una qualità di metallo estremamente resistente all’ossidazione. Questo spiega perché il meccanismo di scoppio ci sia arrivato pressoché intatto. Ma osservate con attenzione la mano che lo stringe. O che lo impugna, dovremmo dire.

Fjjk accese un ingranditore da tavolo, e l’immagine fu proiettata, trenta volte più dettagliata, sulla parete di fronte.

- E questa, - riprese Fjjk indicando i dettagli con una lunga bacchetta tenuta tra indice e medio. -  è la mano di una creatura senziente ed evoluta, in grado di manipolare oggetti e dunque di modificare l’ambiente secondo le proprie necessità. Non solo, amati Figli. Quella creatura è morta imbracciando un tipo di arma dal medesimo principio rispetto ad altre che la Schiera stessa ha usato in tempi remoti, prima dell’Unificazione…      

Non appena pronunciata la parola tabù, Fjjk tirò fuori istintivamente il lobo terminale della  coda, lo posò sulle due mani e iniziò, insieme agli studenti di anatomia, la salmodia della Schiera Unica. Terminata la prima sura rituale, tutti tornarono alla lezione.

- Certo, i nostri antenati disponevano di armi con il calcio. Ma vedete? - e da un cassetto cavò fuori un modello antico di pistola a proiettili. - Avevano un supporto che si incastrava così, si infilava su due dita e poi si poggiava sulla palma, visto che i nostri antenati non le potevano impugnare.  -  Ora, la domanda. - Fjjk riprese enfaticamente in  mano la bacchetta. - Per quale ragione Homm ha concesso agli schiavi marsupiali mani da creatura evoluta, mentre la superiore Schiera si è unificata anche senza pollice opponibile? Avete visto la somiglianza tra la creatura fossile e i marsupiali. Ma tra le due razze c’è un abisso evolutivo.

- Onorato maestro, - riprese Geidr, una punta di provocazione nella voce acuta da Prole. - Alla Gilda si mormora che questo … fossile che tu ci hai fatto vedere sia in realtà un sofisticato manufatto… Non che... io voglia dire che tu ci stia ingannando, Hassa me ne è testimone. Ma potresti essere stato ingannato a tua volta!

Fjjk decise di ignorare l'oltraggio alla sua professionalità. Troppo immaturo e pretenzioso era lo studente che aveva parlato.

- O dolce Prole... -  rispose bruscamente lo scienziato. - Tu hai i mezzi analitici per poter giudicare da solo. Avvicinati, guarda, tocca.

Geidr scese con dignità dall’anfiteatro e si accostò alla pietra, passandoci sopra una zampa dalle delicate palme brune. Le sue dita artigliate indugiarono sopra l’articolazione della mano,  poi passarono su quanto rimaneva dello strano cranio dalle ossa distorte.

- Questo ve lo posso far vedere meglio! - esclamò Fjjk trionfante, calando sulla piastra un teschio del tutto alieno. Fronte alta, scatola cranica capiente, orbite ampie, come i seni nasali, e stranissimi denti simmetrici, quelli piatti ridicolmente piccoli, come del resto le zanne per lacerare la carne. In nome di Hassa la misericordiosa, che creatura è questa?  - chiedevano a Fjjk gli occhi sgranati degli studenti.

- Il fossile sul quale tu hai avanzato dei dubbi - riprese Fjjk rivolgendosi al confuso Geidr. - proviene dalla regione orientale di Bavel…

- La Patria dei Marsupiali? - chiese un Figlio, sarcastico. Fjjk lo fulminò con lo sguardo. Sebbene fosse vero che la Schiera praticasse una sorta di segregazione razziale nei confronti dell'altra specie di dentepiatto e che questa fosse stata concentrata proprio in quella zona di Bavel, non stava bene parlare in quel modo del principale sito paleontologico nel territorio dell'Alveare.

- Non usare quel brutto termine, o dolce Prole! - ammonì lo scienziato.

- Le Piane Rocciose? - chiesero altri due o tre Figli in coro.

- Sì, esatto. - Sollevato, Fjjk riprese la lezione. - Questa era solo una di quelle rocce, si è accidentalmente spaccata durante alcuni lavori di sbancamento ed è affiorato il fossile. Ma la composizione di quei massi è del tutto estranea a quella zona, come se fossero… scivolati giù da qualche altro posto…

- Il Di Sopra? - chiese Geidr con un sorriso ironico.

- Non lo sappiamo. - tagliò corto Fjjk. - Ma dalla stessa zona proviene questo - disse indicando il teschio alieno, fuori di ogni dubbio molto più vicino nel tempo. - E questo qui, come potete vedere assomiglia moltissimo a quello fossile, avrà… diciamo… duecento o trecento cicli al massimo!

Fjjk valutò l’effetto delle sue parole spazzando l’anfiteatro con un lungo sguardo circolare. Per un momento fu silenzio assoluto, poi gli studenti esplosero.

- Onorato anatomista, tu ci prendi in giro!

- E’ una favola!

- Peggio, è un’eresia!

- Nel nome di Homm il grande e di Hassa la misericordiosa, che l’errore non ci renda preda di Seff! Dettate dall’inquietudine, le prime preghiere affiorarono alle labbra delle Proli, che iniziarono a salmodiare chinando ritmicamente il muso allungato e piegando all’ingiù le vibrisse.

- Nel remoto caso in  cui quel teschio appartenesse a un… animale sconosciuto… - abbozzò incerto Geidr al termine della preghiera, il pallore che gli si diffondeva dal mobile naso rosaceo. - Che aspetto potrebbe avere avuto la creatura di cui stiamo parlando?

- Questo, o dolce Prole! - esclamò Fjjk caricando un disco sul generatore olografico.

Nel mezzo della sala, improvviso, apparve il simulacro tridimensionale del teschio poggiato sulla piastra. Poi, come per magia, fasce di muscoli iniziarono a formarsi, scorrendo dall’alto in basso e dal basso in alto. Una glabra pelle olivastra ricoprì il tutto, e in cima al cranio comparvero ciuffi di manto nerastri e lisci. Il risultato era un muso mai visto prima, piatto e con occhi distanziati, ben frontali, leggermente inclinati verso le tempie, un grande naso triangolare al centro. Una bocca carnosa che si aprì a evidenziare i curiosi denti che sembravano inadatti a qualsiasi altro scopo se non l’ornamento.

- Puah, ma è un mostro! - esclamò uno studente accartocciando il muso per la nausea.

- E’ la cosa più ridicola che abbia visto in vita mia - disse secco Geidr, voltando ostentamente le spalle all’ologramma. La Prole simulava indifferenza ma, Fjjk se ne era accorto, aveva paura come le altre.

- Dolci Proli, ricordate il giuramento del medico! - disse Fjjk con tono ammonitore. - Mai distogliersi dalla verità empirica! Geidr, guarda quegli occhi!

-  S… sono strani e… feroci! - disse il giovane Figlio volgendosi con cautela.

- Sono intelligenti! - gridò Fjjk. - Da qualche parte, non lontano da noi, esiste ancora una razza dimenticata di esseri senzienti! Che, megacicli fa, manipolava oggetti e dominava il suo mondo. E questi esseri avevano un corpo fatto così!

Un gesto della mano di Fjjk e l’ologramma della testa aliena sfumò in quello della figura intera dell’essere sconosciuto. Un bipede dalla schiena dritta e robusta e dagli arti muscolosi. Portava indosso una strana uniforme color bruno e un elmo metallico sulla testa.  L'illusione incedette sicura di sé verso l’anfiteatro imbracciando la strana arma allungata del fossile, tenendola impugnata con tutte e due le sue strane mani. Poi si fermò, puntò la canna davanti a sé e con un dito tirò una levetta in basso, provocando una rumorosa esplosione. Tutti gli studenti si rifugiarono squittendo sotto i banchi.

- Figli! Figli! E’ solo una ricostruzione didattica un po' più realistica del solito! Hassa misericordiosa, comportatevi da giovani dotti quali siete e non  da Proli immature! Ahh, che rabbia! Va  bene, va bene. Andate, andate a casa! Basta per ora...

Il suono del campanello metallico che segnalava la fine della lezione si sovrappose alle parole indignate di Fjjk. Gli studenti di anatomia, visibilmente sollevati, sciamarono in tutta fretta a quattro zampe fuori dell’anfiteatro.

Non abbiamo parlato affatto della ferita, pensò distratto l'anatomista capo di Bavel, rivolgendo una breve occhiata al corpo della schiava marsupiale. Meglio, si disse subito, questo è cibo per i denti piatti della Gilda .



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