Esplorando il ciberspazio in compagnia di William Gibson
Data: Venerdì 21 gennaio 2005
Argomento: Cinema


Breve introduzione e trascrizione completa dei dialoghi del documentario biografico su William Gibson, No Maps For These Terrirories



Mi ero trasferito solo da pochi mesi qui dove vivo, a Londra, quando lessi in un quotidiano nazionale (molto probabilmente il Guardian) che presso l'ICA, l’Istituto delle Arti Contemporanee situato lungo il Mall che porta a Buckingham Palace, proiettavano un documentario biografico interamente dedicato a William Gibson, padre indiscusso del movimento Cyberpunk. Non potevo dunque mancare l’appuntamento anche se, giunto all’ICA appresi con un po' di rammarico che appena qualche giorno prima, in una delle sale conferenza, J. G. Ballard aveva tenuto oltre un’ora di talk incentrato sulla letteratura la politica e molto altro ancora...

Ritornando a Gibson e al suo documentario, dopo aver assistito alla proiezione, credo che di tutto quello che vidi e soprattutto sentii mi rimase in testa forse un trenta percento scarso, causa esclusivamente il mio inglese piuttosto povero, all'epoca... Qualche tempo fa navigando sulle onde della rete mi capitò poi di rincontrare il titolo del suo film, No Maps For These Territories e mi decisi ad acquistarlo in DVD e a rivederlo. Forse per via della mi cattiva memoria ma, come già detto, soprattutto del mio pessimo inglese (si parla del “lontano” 2001, quindi circa quattro anni fa), dopo averlo rivisto piú volte sono riuscito finalmente ad apprezzarlo appieno, gingendo alla conclusione che si tratta di una piccola chicca che, come la famosa ciliegina sopra la torta, arricchisce e forse completa l'opera di uno dei piú grandi autori della fantascienza moderna.


LA TRAMA

Il film apre con un susseguirsi spasmodico, quasi ipnotico, di immagini che si sovrappongono ad altre immagini, mentre la musica incalzante e morbidamente techno rendono l'esperienza vagamente ansiogena, e la voce di Gibson accompagnata della sua intervistatrice sembrano distanti nello spazio e nel tempo. Sullo schermo appaiono frasi che condensano in poche parole il Gibson-pensiero, quali per esempio “In questi giorni di grandi cambiamenti Niente é stabile. Nulla é statico. Niente in cui credere, a cui aggrapparsi.” o ancora “Nessun mito per questi territori della mente.” Ed infine “In costante accelerazione verso una post-umanità”. Un ottimo effetto iniziale, a simboleggiare forse la frenesia della vita moderna, con i suoi apparati tecnologici, l'enorme influenza dei media, in particolare della televisione e, piú recentemente, del computer, con i suoi ritmi pressoché inumani, che perfettamente si sposano con la domanda dell'intervistatrice, che apre così gli 88 minuti del documentario: “Come possono gli esseri umani divenire post-umani?”

Ritroviamo quindi l’autore canadese (d’adozione) comodamente adagiato all'angolo del sedile posteriore di una limousine carica di videocamere digitali, computer e telefoni cellulari. Ci parla del significato di umano, post-umano e post-geografico, il tutto condito da dissertazioni profonde che vanno a toccare da una parte la tecnologia e le conseguenze che questa impone sul vivere quotidiano, dall'altra il piú filosofico significato della vita e, rispetto a questa, della direzione in cui l'uomo si sta movendo.

Chi si aspettasse però di ritrovare un essere a metà umano e a metà cyborg, magari dotato di qualche innesto biomeccanico, un hard disk integrato nel lobo frontale e un paio di telecamere ficcate nelle orbite al posto degli occhi, be', rimarrà piuttosto deluso. Parafrasando una famosa frase del cult movie Bladerunner, definirei Gibson "piú umano dell'umano". Di certo non ha nulla a che fare con un Nexus di ultima generazione, se non forse per la sua intelligenza e la sua allarmante lucidità, nonostante la sua apparenza a tratti incerta durante l’intervista. Tutta la sua vita, dalla sua infanzia fino ai giorni nostri, è letteralmente spiattellata su di un vassoio d'argento ed è a nostra disposizione per meglio comprendere cosa significhi essere al contempo un grande scrittore ed un essere perfettamente umano, con tutti i suoi pregi tutti i suoi difetti. William GibsonParla a ruota libera, Gibson, discutendo di come, in tenera età perse il padre e, pochi tempo piú tardi, a soli diciannove anni, anche la madre, finendo sbattuto da una parte all'altra, sotto l’influenza dei movimenti americani della fine degli anni sessanta. Ci parla poi timidamente del suo coinvolgimento in brutte storie di droga, che inizia ad assumere non tanto per lasciare la mente libera di viaggiare chissà per quali spazi sconosciuti, ma piú umanamente per conquistare e poi scoparsi qualche ragazza hippie, approfittando dei tempi libertini che caratterizzavano quegli anni. Umano dunque e, come tale, fragile. Tanto fragile che viene costretto alla disintossicazione dalla piú terribile delle droghe: l'eroina. Per sfuggire sia a questa condizione che alla chiamata alle armi (era il tempo della guerra in Vietnam), lascia il paese d'origine, gli Stati Uniti, e va a vivere a Vancouver, nello stato canadese del British Columbia.
Ed é qui che inizia a scrivere ed entra in contatto con altri personaggi di spicco di quello che in seguito sarà battezzato come il "movimento cyberpunk". Come studente, legge moltissimo e, quando comprende di poter far qualche soldo scrivendo, inizia ad inviare i suoi racconti ad elementi importanti di quel particolare ambiente letterario, persone già ben in vista quali Bruce Sterling, che molti considerano essere il vero filosofo del movimento. Burning Chrome (La notte che bruciammo Chrome) è forse lo scritto che inizialmente colpisce Sterling che nel documentario ne parla entusiasta. Sterling contatta subito ad un amico editore, dicendo di avere qualcosa di eccezionalmente nuovo tra le mani. Il problema iniziale però è soprattutto cercare di far capire al lettore il significato dei complessi neologismi (almeno per quel tempo) coniati da Gibson. Il territorio in cui si muovono molti personaggi non é piú quello fisico, ma uno spazio creato virtualmente attraverso la manipolazione di una serie di dati informatici. Oggi, per noi che siamo abituati a navigare tra la marea di pagine Web che giornalmente inondano la rete, è piuttosto facile se non immediato comprendere il significato di realtà virtuale e ciberspazio. Ma nell'84 tutto ciò deve essere stato percepito come l'idea di un tizio completamente suonato, nonostante già qualche anno prima, cioè nel 1982, Steven Lisberger facesse finire un giovane Jeff Bridge all'interno della memoria di un computer nell’ormai film cult TRON.
Bono and NeuromancerAd accompagnare il nostro viaggio lungo le strade percorse da Gibson ci sono anche le letture di alcuni passi tratti dai suoi romanzi, tra i quali anche Neuromante, fatte da Bono Vox e commentate successivamente da The Edge degli U2. A quanto pare, i due componenti della band irlandese finiscono nel documentario perché nello stesso periodo il regista, Mark Neale, stava girando alcuni filmati promozionali e diverso materiale multimediale per il tour "Zoo TV", che sarebbe seguito da lì a breve. The Edge definisce Neuromante un vero e proprio romanzo Rock ‘n Roll, in quanto ha molti elementi tipici del movimento musicale: la droga, il sesso e quel senso di frustrazione e alienazione che lo caratterizzano.

Nel documentario, spazi "virtuali" e spazi reali (prevalentemente il sedile posteriore dell’auto) vengono rielaborati con grande enfasi per proiettare la figura di Gibson al loro interno. Le immagini che vediamo susseguirsi nel finestrino e nel lunotto della limousine sono a volte accelerate, a volte distorte e bombardate con pixel di luce virtuale, fino a che, allo spettatore vengono presentate delle frasi-suggerimento che culminano nel neologismo coniato da Gibson, ciberspazio (cyberspace). È divenuto oramai di uso comune e ciononostante molti (purtroppo) ancora ignorano la sua origine. Gibson, stupito quanto lo spettatore, si chiede come questo termine possa aver conquistato un posto di prima classe persino nei dialoghi quotidiani e nella carta stampata. Sembra che ora tutto ciò che in qualche modo faccia riferimento alla Rete assuma il prefisso "cyber". Dice ancora Gibson che quello che quelle apparecchiature domestiche che un tempo assumevano il prefisso elettro-, cioè funzionante con quella ormai vecchia tecnologia chiamata elettricità, ora abbiano fondamentalmente acquisito un nuovo prefisso legato ai media e prevalentemente all'informatica. Tutto è dunque cyber-qualcosa, per l'appunto, ma presto dice Gibson, come é successo per le macchine elettriche, il prefisso scomparirà in quanto verrà assimilato dal prodotto stesso basato sulla tecnologia informatica.
Infine Internet: per come la conosciamo noi oggi, non é forse una idea (almeno parzialmente) plasmata su quello che l'autore anticipava ben oltre vent'anni fa, prima che questo innovativo sistema di comunicazione si diffondesse su così larga scala? Indubbiamente una vasta fetta di quella generazione di programmatori che hanno letto Gibson hanno non solo rielaborato le sue "strampalate" idee, ma le ha concretizzate, adattandole ad applicazioni reali (confermo di persona) e delle quali oggi giorno, anche tu mentre stai leggendo questo articolo, si farebbe oramai fatica a stare senza.

Parlando ancora di Internet e della sua nascita come strumento per conservar il sapere anche in caso di una conflitto nucleare, Gibson ironicamente afferma che molti statisti oggi, se potessero tornare indietro, ci penserebbero almeno due volte prima di diffondere questa tecnologia che se, da una parte ha del miracoloso, dall'altro è una minaccia per gli stati intesi come nazione, in quanto la Rete sta sempre piú sradicando i confini geopolitici del nostro pianeta, con ovvia scontentezza di quelli che invece vorrebbero mantenerne un forte controllo. Ma il processo é ormai iniziato ed é forse, come dice l'autore, irreversibile ed è per questo che, tutte quelle mappe tracciate per creare confini territoriali, non hanno ormai piú senso in un mondo post-geografico…

Il film si chiude con un'atmosfera molto romantica, mentre l'auto viene guidata lungo un ponte immerso nella bruma e Bono Vox legge alcuni passi del romanzo "Memory Palace".

Scarica la trascrizione del documentario tradotta in italiano







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