RAGNAROCK LOPEZ: T.R.I.A.M.
Data: Domenica 18 giugno 2006
Argomento: Saggistica


di Ragnarock Lopez

2024. La razza umana è sull’orlo dell’estinzione. I pochi superstiti, i Restanti, vagano tra le desolate strutture sociali, alla disperata ricerca dell’oblio assoluto.
Il mondo è un campo di battaglia ormai silenzioso, eppure non è stata una guerra a condurlo verso il disastro totale… ma un’ allucinante, sconvolgente verità.
Carras si imbatterà nuovamente in essa, acquisendo il potere necessario per spianare la strada ad un possibile futuro, ora che il passato è perduto ed il presente è un limbo di morte e follia.

Dalla penna iconoclasta e delirante di Ragnarock Lopez, un singolare thriller fantascientifico che si interroga sulla natura della stessa realtà, offrendo una delle più incredibili ed inquietanti risposte.

INCIPIT

Il lezzo dei cadaveri sparpagliati in strada era routine. Molto probabilmente, le narici di Carras si erano assuefatte al maleodore ed erano arrivate persino a valorizzarlo, ad amarlo. La decomposizione – il suo sapore oscuro e capriccioso – inondava le strade, le sommergeva, le trasformava in qualcosa che non si era mai visto prima nella storia umana, nemmeno all’epoca della peste.

Nella freddezza di un pomeriggio appena coccolato dalle ultime luci del crepuscolo, la città si disfaceva.

Un uomo si parò davanti a Carras, brandendo una pistola. Tutt’e due non si guardarono nemmeno, non reagirono. Non persero neanche tempo a studiarsi, a riconoscersi vivi, a descriversi mentalmente. L’uomo gli porse la pistola, e Carras l’accolse tra le sue dita come un caro, vecchio oggetto di famiglia. La pistola era leggera, affusolata, elegante.

L’uomo sopperì alla mancanza dell’arma con un coltello a serramanico che, improvvisamente, sfoderò dalla tasca. Il coltello si dispiegò soltanto quando il dispositivo a molla fu sollecitato. L’argento della lama sembrava infame, ma in qualche modo vulnerabile, insicuro. Rilucette di quei pochi bagliori che, sul finire di quel giorno anonimo, ancora si aggiravano nel cielo.

“T.R.I.A.M.” Fu tutto quello che l’uomo mormorò, prima che Carras fiutasse il pericolo, puntasse la pistola sul volto dell’uomo e premesse il grilletto con sufficiente nonchalance.


T.R.I.A.M. - Genesi di un acronimo pericoloso

(la versione integrale sarà reperibile sul sito ufficiale dell’autore)

T.R.I.A.M. non riflette la mia visione del mondo, piuttosto il mio riflesso prorompente in esso. Chi leggerà fino in fondo la novella, capirà cosa voglio dire. Ognuno di noi è un microcosmo a sé, di malavoglia incastrato in quello accomunante. Siamo scioccamente (e anche provvisoriamente) collocati in mezzo ad una baraonda che, se vogliamo, non ci appartiene affatto.
Cosicché, per vezzo o per ripicca, ognuno di noi intinge l’ambiente circostante di un po’ di sé stesso, spargendo ordine o sguaiataggine. Io non sono un filosofo, e neanche un profeta, ma credo di aver emanato abbastanza tracce al punto da aver reso questa realtà terrestre - non senza un grande dispiego di risorse - quasi completamente mia. Nel senso di averla interiorizzata a dovere e di essermi, di rimando, esteriorizzato.
Masticata. Digerita. Rielaborata. Bel boccone.
E ancora, questo non risolve tutti i miei problemi, né quelli dei miei personaggi: il che ci riporta al punto di partenza. Non ci appartiene affatto, ma fingiamo che sia il nostro habitat; ci raccontiamo una bugia per dormire meglio la notte e incassare i cazzotti e i calci.

Che ci crediate o no, questo ci riporta a T.R.I.A.M. La cui natura è – se vogliamo essere buoni – poco passibile di un’immediata (e forse conveniente) identificazione.
T.R.I.A.M. è pur sempre un thriller, ma in qualche modo rassicura e non depleta le riserve di (magra) speranza che ci portiamo appresso riguardo la nostra insensata natura di carne e sangue. E’ pessimista, ma solo nel senso più estetico del termine; vi si appoggia con prorompenza, ma sotto sotto ha un cuore gonfio di compassione che palpita e ci ricorda che le storie non possono MAI veramente finire male. Come in tutti i thriller che si rispettino, la novella contiene anche un senso della violenza molto sottile e nocivo, e mi sembra pur giusto sottolinearlo.
On the other hand, T.R.I.A.M. è pur sempre una novella di fantascienza “alternativa”, eppure non credo che racconti baggianate riguardo certi RISVOLTI della scienza che, tutto sommato, sono nell’aria, basta saperli leggere. Suppongo che molte teorie contenute in esso non siano state mai affrontate a dovere. Io per primo avrei potuto fare di più (e allora dunque farò?).

In definitiva, T.R.I.A.M. parla di esistenza.
In definitiva, esistere è un vizio frivolo di cui tutti dovrebbero fare a meno. Sono sempre stato molto integralista ed intransigente su questo. Meglio super-esistere, come una creatura inventata; vestirsi di rattoppi di sogno fin tanto che si ha il coraggio di cucirli.

T.R.I.A.M. ha un suo capo, una sua coda e, ovviamente, un suo centro. E’ in pratica una situazione che si conclude, e come tutte le situazioni che si rispettino, essa si conclude apparentemente. Carras, il protagonista, consuma in poche ore un arco di vita ben preciso, che è proprio di qualsiasi personaggio epico caro a Joseph Campbell: dannazione; redenzione e ascensione. L’ultima fase è qui soltanto abbozzata, gratuitamente immolata all’immaginazione del lettore. Lo spettatore è quindi libero di ricamarLA quantunque e comunque egli preferisca.
C’è da dire che Carras è forse l’ultimo grande non-eroe italiano (da non confondersi con ‘anti-eroe’, sono due concetti differenti). Carras non è del tutto, eppure il suo non essere del tutto, la sua colossale approssimazione, finisce per determinare l’essere, per dargli un senso spesso non inteso o non atteso. Carras non produce (in termini metaforici) ma la sua non-produzione finisce per causare il massimo risultato possibile. Adoro i non-eroi. Invidiosi ed invidiabili al tempo stesso. Non so se Campbell, a riguardo, la pensasse così.

In conclusione.
Sono pronto a divergere, ripeto, nell’universo delineato da T.R.I.A.M. e a chiedermi se esiste una parola - una parola ultima - che lo possa risolvere. Ho alcune idee per un possibile (e probabile) sequel, sebbene la promozione dell’attuale libro e il suo adattamento per i mercati esteri mi impegneranno fino al prossimo anno, al punto che dovrò ulteriormente rimandare il proposito di buttare giù almeno una bozza sperimentale.
Ma non si può mai dire. Dopotutto, non posso fare a meno di scrivere. Non sono un filosofo, e neanche un profeta, uno scienziato o un illuminato… più che altro, sono un uomo che si pone delle domande. E che, molto semplicemente, scrive per sopportare le risposte.
Mi volete condannare per questo?!

R.L.


‘T.R.I.A.M.’ di Ragnarock Lopez - Chimera Edizioni – Pag. 66 – 5,00 Euro – dal 18 Giugno ordinabile su: www.magneticaedizioni.it


L’Autore

Ragnarock Lopez nasce sotto l’identità terrestre di ‘Tiziano Mario Eduardo Caliendo’, il 24 Ottobre 1977. Scrittore di fantascienza alternativa/slipstream/new weird, predilige quindi scartocciare paradossi e dimensioni parallele piuttosto che soffermarsi sul bicchiere mezzo vuoto di una realtà oltremodo intollerabile.
Al di là del viaggiare costantemente da un capo all’altro della sua immaginazione, si è anche impegnato in molte altre attività quali la musica, la poesia, il giornalismo, l’impegno sociale, gli studi naturalistici, la vita mondana.
Attualmente, sta terminando la stesura della prima novella di un ciclo innovativo di science fantasy dal titolo ‘Bang Bang Meltinger’. Inoltre, collabora attivamente con Lorenzo Nicotra a diversi progetti della Chimera Edizioni, tra cui due antologie e una collana per bambini dal sapore destabilizzante. Si prepara anche alla conquista dell’estero, e accarezza l’idea di scrivere un sequel per la sua prima opera, ‘T.R.I.A.M.’

Ragnarock Lopez – Il Sito Ufficiale: www.ragnarocklopez.com







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