Intervista con Spart (Nicolas Bouvier)
Data: Lunedì 10 settembre 2007
Argomento: Interviste


di Jean-Eric Hénault per la rivista CGChannel

CGC: Prima di tutto, da dove viene il tuo nome d’arte “Sparth”?
Nicolas: A dire la verità sono stato forzato a scegliere un nome d’arte a posto del mio in quanto c’era già uno scrittore svizzero di nome Nicolas Bouvier. Anche se era morto nel 2000 me sembrava che il mio nome fosse già, in qualche modo, "occupato". Era solo un’impressione, ma ora credo di aver fatto la cosa giusta in quanto "Sparth" suona più internazionale di Nicolas Bouvier. E per quanto riguarda la carriera preferisco di non venir associato ad un paese preciso.
Sparth viene da Spartano, l’abitante di Sparta, la città dell’antica Grecia. Ricordo da giovane di essere rimasto affascinato dalla loro storia e credo che traduca in modo preciso la mia assiduità artistica. Comunque non vorrei essere etichettato come estremista, almeno non come la maggioranza di quel popolo. Erano abbastanza duri e militaristi quando si arrivava all’educazione. Per me quel nome è semplicemente sinonimo di duro lavoro e descrive la mia personalità appassionata, niente di più. E l’acca alla fine viene dal nome del mio primo figlio, Arthur. In realtà è la prima volta che rivelo la cosa in un’intervista.

CGC: Be’, mi piace sempre fare domande strane e inusuali, mantiene l’intervista interessante.

Che cosa ti ha fatto capire che potevi realizzare la tua carriera dalle tue capacità artistiche?
Nicolas: Be’, ad essere onesti non credo che avessi una vasta gamma di scelte. Ho iniziato a disegnare e a pitturare quando avevo cinque anni, non potevo fare altro con le mie mani, era l’unico campo dove ero, e mi sentivo, differente.
Anche se non posso definire mio padre un artista è stata mia madre ad incoraggiarmi a seguire quella strada fin da giovane. Per quanto riguarda mio padre penso che abbia capito che non era necessario che mi mettessi a disegnare sui marciapiedi per guadagnarmi da vivere, ma gli ci è voluto un po’ per realizzarlo e per ammetterlo!
Comunque li amo entrambi, soprattutto perché mi hanno dato un sacco di passioni e la vita, senza passione, e la cosa più mortale che ci sia.

CGC: Quale è stato il tuo primo impegno professionale?
Nicolas: Disegnare cellule e materiale scientifico come DNA per istituti francesi e americani. Copertine per riviste e illustrazioni per articoli che definirei piuttosto esoterici a causa della mia carenza di educazione scientifica seria. Era nel 1990. Per la maggior parte dei casi usavo l’aerografo per completarli. Oggigiorno sembra molto strano, ma a quel tempo gli attrezzi dell’aerografo e le sue tecniche annunciavano già l’odierna era digitale.

CGC: E qual è la tua meta definitiva?
Nicolas: Essere felice di mostrare ciò che è nel mio cuore e nella mia mente. Spero di mantenere viva questa meta per il tempo più lungo possibile. L’altra meta definitive è quella di consegnare alcuni disegni e alcune illustrazioni per libri. Lo sto facendo al momento con Scott Robertson, preparando progetti per il futuro e soprattutto un libro d’arte. Su scala più ampia direi che la meta più importante sia quella di ottenere un bilanciamento perfetto tra carriera artistica e vita familiare. E’ la sfida più difficile che esista, ma mi ci sto impegnando al massimo.

CGC: Qual è il riconoscimento maggiore che hai ricevuto?
Nicolas: Sono stato proprio felice di ricevere una risposta estremamente positive per la mia serie di Dune per la Pocket. Miha fatto ancor più piacere perché il compito di illustrare l’intera serie non era proprio facile sul lungo termine: dieci copertine fatte durante un anno circa. Non puoi deludere quando arrivi a dar vita al mondo di Frank Herbert!
Di solito direi che la gente spesso è troppo gentile con me e con la mia arte. Sento sempre che c’è spazio per il miglioramento. Comunque penso che la soddisfazione maggiore sia nell’ottenere complimenti a lungo termine. E’ una prova di consistenza e aiuta a costruirti nel modo giusto.

CGC: Gli artisti preferiti con cui hai avuto la possibilità di lavorare?
Nicolas: Ho avuto la possibilità di incontrare un sacco di artisti con la maggior parte dei quali sono diventato amici. L’intera avventura professionale iniziò seriamente nel 97, quando fui assunto dagli studi della Darkworks. A quel tempo dovemmo mettere assieme in fretta e furia un piccolo gruppo di progettazione all’interno della compagnia che avrebbe dovuto fornire tutta la grafica ‘in interni’. Col mio amico e capo Guillaume Gouraud finimmo con l’impiegare due artisti che si rivelarono sorprendentemente creativi: Benjamin Carre e Bengal. Entrambi avevano già lavorato per un po’ nell’industria dell’arte a Parigi. Formammo un trio fantastico nei quattro anni successivi e assieme scoprimmo un sacco di tecniche artistiche. Non vorrei dimenticarmi di Mathieu Lauffray, abbiamo passato assieme anni e anni ad apprendere, fin dai primi anno della scuola d’arte.
Ho poi incontrato un sacco di altri artisti di talento una volta arrivato in Canada nel 2003. Il mio amico Bruno Gentile (Hydropix) arrivò alla Ubisoft Montreal all’incirca nello stesso periodo e abbiamo lavorato un bel po’ assieme a Prince of Persia - Warrior Within. In seguito incontrammo Patrick Lambert, che veniva da Montreal, e formammo un altro trio di successo. Patrick è il sorprendente e talentuoso personaggio che abbia mai incontrato, ma ha un profilo estremamente basso.
Adesso lavoro con Thierry Doizon (Barontieri) e Patrick Degreniers e tutti e due hanno un’enorme quantità di creatività da condividere.

CGC: Artisti con cui ti piacerebbe lavorare?
Nicolas: I tizi che più mi impressionano sono quelli che si trovano sulla costa occidentale. Per esempio sarei proprio contento di arrivare ad un rapporto di lavoro con Khang Le o con Feng Zhu.

CGC: Se potessi mandarti un messaggio attraverso spazio e tempo all’indietro di cinque anni, cosa ti diresti?
Nicolas: Mi direi di non preoccuparmi troppo per lo stile artistico. Credo di aver scoperto il mio stile personale, o almeno le sue basi, nel momento stesso in cui ho smesso di preoccuparmene. Tutto arriva naturalmente quando le cose sono fatte in modo appassionato.

CGC: La gamma del tuo lavoro è piuttosto ampia: sci-fi, fantasy… hai un tema preferito?
Nicolas: Penso che il mio tema preferito rimanga la sci-fi, anche se a volte sono tentato di esplorare generi sconosciuti. Per esempio mi ha fatto veramente piacere lavorare sul franchising per Prince of Persia, anche se il fantasy non era naturale per me. Anche se non è fantasy puro, di certo mi ha permesso di sfuggire dall’universo tecnologico a cui avevo lavorato per i tre anni precedenti.
Mi sento a mio agio soprattutto quando si arriva ad ambienti futuristici immaginifici, questo non posso certo negarlo!

CGC: Il tuo colore preferito?
Nicolas: Di certo qualsiasi tono caldo, arancio, giallo e tutto ciò che si trova in mezzo a loro. Spesso considero i toni freddi meno attraenti e per questo nel mio lavoro li uso con un bilanciamento proprio impreciso.

CGC: Come fai a combattere la sindrome della pagina bianca?
Nicolas: Non ho avuto nessuna sindrome da pagina bianca fin da quando non sono passatop completamente al digitale dal 2000. Prima di allora, probabilmente avevo qualche rimedio per combattere la sindrome, ma proprio non mi ricordo quali fossero. Passare al digitale è il rimedio definitivo per questo problema in quanto c’è sempre un modo per scappare dai periodi vuoti mettendosi a pasticciare. Comunque non dimentichiamoci degli sfondi tradizionali in quanto molta della nostra personalità artistica è stata spesso forgiata durante i primi ‘anni tradizionali’ degli atelier e delle lezioni.

CGC: Photoshop o Painter, e perchè?
Nicolas: Photoshop, soprattutto perché non mi occorre (per ora) tutto il materiale extra fornito con painter. Inoltre mi sono sentito sempre un po’ annoiato da Painter quando si arriva alla sua logica globale e intuitiva. Comunque si tratta solo questione di tempo prima di arrivare ad adottarlo. Painter è un programma sorprendente, non posso proprio negarlo.
Sento che ho ancora tanto da scoprire in Photoshop. Inoltre oggigiorno è diventata una sofferenza imparare nuovi programmi.... Mi sento a mio agio con Photoshop; credo sia la ragione principale per cui sono attualmente riluttante a migrare. Ed è particolarmente la ragione per cui mi butterò su Painter un giorno o l’altro, in quanto immobilizzarsi non è mai una cosa buona nell’arte.

CGC: Qualche tecnica o qualche segreto che vorresti condividere coi nostri lettori?
Nicolas: Be’, ci vorrebbe tempo per parlare di Photoshop, il sistema dei layer e le opzioni e non penso neppure che riuscirei ad usare le parole estate per una spiegazione apprezzabile!
Per farla breve, ecco un piccolo trucco che uso molto ma molto spesso, probabilmente ogni trenta secondi o giù di lì mentre pitturo. E’ conosciuto universalmente ma gli artisti tendono a dimenticarsene: fai ruotare orizzontalmente la tua immagine il più possibile mentre lavori. E’ un modo per allenare l’occhio ad individuare permanentemente errori nella scena e a correggerli, sia che si tratti di anatomia che di prospettiva.

CGC: Pensi che sia difficile passare dal mondo dei giochi all’industria del VFX/film?
Nicolas: Ancora non ho fatto il passo, cosicché non saprei cosa dire. Di certo ho lavorato per l’industria cinematografica nel 98, ma solo per un breve periodo di tempo. Ciò che mi piace soprattutto nell’industria dei giochi è la sua consistenza. E’ il fattore più importante, soprattutto quando hai dei figli e quell’introito deve arrivare regolarmente sul conto bancario.

CGC: E per finire, se potessi tracciare un mondo perfetto, come apparirebbe?
Nicolas: Il mondo perfetto probabilmente sarebbe quello all’interno della mia testa, ma non sono proprio sicuro che la gente lo apprezzerebbe appieno in quanto il concetto di perfezione è altamente soggettivo. Inoltre sono in molti a considerare le città high-tech e le navi spaziali abbastanza noiose e tutt’altro che ambienti amichevoli!

Tanti ringraziamenti a Nicolas Bouvier (Sparth) per il tempo dedicato a rispondere alle nostre domande.
Tanti ringraziamenti anche a Travis Bourbeau e ad Alex Alvarez del Gnomon Workshop che si sono adoperati affinchè questa storia fosse possibile.

Related Links:

Sparth.com
Design Studio Press< (Concept Art 2 featuring some work by Sparth and other high-profile artists)

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