Morte all’alba di Giuseppe Iannozzi - la prima antologia
Data: Sabato 27 settembre 2008
Argomento: Autori


comunicato stampa a cura di Redazione

Due parole più altre due
per spiegare l’inspiegabile


di Giuseppe Iannozzi




Dovrebbe esser facile spiegare il perché di “Morte all’alba”, ed invece no. Ma cercherò comunque di spiegare i motivi salienti per cui ho deciso di rendere disponibili alcuni miei scritti.

Che qualcuno ci voglia credere o meno, è da tempo che mi si chiede di pubblicare. Ora io non so dirvi se questo libro lo si possa considerare a pieno titolo una pubblicazione; però uno con il vizio di scrivere l’ha scritto parola dopo parola, pagina dopo pagina, e nel suo piccolo questo qualcuno in qualche modo bisogna pur indicarlo, o etichettarlo: per brevità chiamato scrittore! *

“Morte all’alba” risponde a un’esigenza, quella di offrire la parola scritta e compiuta a chi vorrà leggerla, a chi in tempi antichi e recenti me l’ha chiesta se non proprio come preghiera almeno tentando una provocazione a mio solo dànno, quasi a sottolineare, “Avanti, provaci frocetto! Vediamo un po’ di che pasta sei fatto”. Ho risposto alla provocazione, ma in verità questo è stato l’ultimo dei miei pensieri.

In “Morte all’alba” spero d’aver saputo raccogliere il meglio di tanti racconti scritti negli ultimi tre anni. Il criterio di scelta è stato dettato al disopra di tutto da ragioni non commerciali, privilegiando la sostanza e lo stile: in questa raccolta si potranno dunque incontrare racconti nevralgici dichiaratamente avantpop, racconti horror e dark, e anche storie erotiche, volgarmente trash, o bukowskiane che dir si voglia, fermo restando però che mai e in nessun caso ho tentato di emulare quegli autori citati in maniera trasversale o addirittura enfatica.
In tutto ventinove racconti, tutti fra loro diversi, non solo per genere ma per stile anche. In “Morte all’alba” non mancano chiari richiami stilistici – e non solo - a Ernest Hemingway e neppure al più modaiolo e attuale Stephen King, ma anche e soprattutto a Edgar Allan Poe, J. Sheridan Le Fanu, Henry James. Howard P. Lovecraft. E chi avrà la fortuna, o la sventura, di leggere questa antologia personale incontrerà il placido nervosismo di Cesare Pavese, l’incombenza di resistere di Beppe Fenoglio, la ricerca dell’Atman secondo una formula di ribellione e misticismo à la Hermann Hesse, l’eleganza di Gabriele D’Annunzio, l’anarchia axiologica di F.W. Nietzsche, il raziocinio di Bertrand Russell, la visionarietà di Philip K. Dick che si accompagna a quella di William S. Burroughs…

C’è un universo intero in questi ventinove racconti, o forse è più giusto dire che il mio intento è stato anche quello di tentare questa impresa, impossibile per chiunque. Non sto dicendo che proprio io, l’ultimo arrivato, ci sia riuscito. Più semplicemente dico che ho tentato.

Non mi resta dunque altro da fare che augurarvi buona lettura, sperando che il libro non vi disgusti troppo. Sono certo che saprete giudicarlo con giusta severità.

Giuseppe Iannozzi


* parafrasando il titolo dell’ultimo album in studio di Francesco De Gregari, “Per brevità chiamato artista”, 2008


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