I ciccioni esplosivi
Data: Domenica 05 luglio 2009
Argomento: Saggistica


di Roberto Sturm

- Pelagio D’Afro – Edizioni Montag - pp. 180 – euro 12,50

Prequel de Le rane di Ko Samui, Pequod edizioni, 2003, questo romanzo è partorito dalla mente di quattro autori. A Paolo Agaraff (psedonimo che racchiudeva la penna di Gabriele Falcioni, Roberto Fogliardi e Alessandro Papini), si sono aggiunti Giuseppe D’Emilio e Arturo Fabra (prendendo il posto di Falcioni), dando vita a un’opera a otto mani che se ricalca, nello stile e nel genere, il romanzo precedente né conserva la freschezza e lo stile aggiungendo qualità.
Interessante conoscere il metodo di scrittura di un’opera “collettiva” che – fortunatamente – sembra scritta da un solo autore. Le tecniche di un romanzo scritto a più mani possono essere tante, ma probabilmente il metodo scelto dai quattro scrittori in questione è uno dei più azzeccati. Cito dalla prefazione di Paolo Agaraff:
... invece di considerare il testo un elemento immutabile, ognuno degli autori è libero di cambiarlo a piacimento o, per dirlo in maniera creativa, è libero di stendere una mano di scrittura su quanto redatto dagli altri. L’iterazione del processo porta la storia a convergere verso uno stile uniforme che piace a tutti gli autori coinvolti o, il che è lo stesso, non fa fremere di orrore nessuno di loro.”
Il risultato, ripeto, è più che apprezzabile, una scrittura mai pesante e molto scorrevole, una trama godibile, ma che non rinuncia a denunciare le contraddizioni della nostra società. Ironia che non sfocia mai in volgarità gratuita, parodie di personaggi che ne aumentano la credibilità. Leggerezza, certo, che in questo caso non è mai sinonimo di disimpegno. Ma, al contrario, è un altro ottimo esempio di vera letteratura popolare, della migliore, che lascia da parte inutili virtuosismi fini a se stessi, che bada al sodo, che pone il lettore davanti a diversi piani (o strati) di lettura. Che sarà il lettore stesso a decidere quanto e come approfondire.
Trama divertente, dicevo, che si snoda tra personaggi che fanno parte della nostra vita quotidiana di provincia. Tre vecchietti, una giovane nipote, un’affascinante vicequestore, un ispettore, una prostituta, un no global, una giornalista alla ricerca dello scoop che gli farà fare carriera, tre integralisti islamici formano una miscela esplosiva (nel senso stretto del termine) che alimenta una storia originale che gli autori rendono perfettamente credibile.
Anche perché Agaraff, nella sua mutazione in D’Afro, come precedentemente detto, ha mantenuto le proprie qualità migliori aggiungendo un tocco di raffinatezza a una scrittura che era già molto lineare e semplice. E si sa che la semplicità, nello scrivere, è una virtù molto difficile da raggiungere e conservare. E’ il non voler strafare, il non voler dimostrare a tutti i costi la propria bravura, è la consapevolezza dei propri mezzi, è il non voler appesantire la storia con inutili dettagli e spiegazioni a rendere tutto più facile. E’, a volte, non considerare il lettore poco “arguto”.
La caratteristica che più mi ha colpito è come i dialoghi siano molto più credibili e realistici rispetto alle opere precedenti. Chi scrive e chi legge con un certo spirito critico si è reso conto di quanto i dialoghi pesino sulla qualità di un romanzo. Ascoltare per caso una conversazione tra due persone, che sia in treno, per strada, in autobus o al telefono, fa comprendere che le conversazioni reali non siano mai come potremmo immaginarcele. E I ciccioni esplosivi è un esempio di come i dialoghi abbiano bisogno di essere studiati, di essere fatti e rifatti, limati e corretti.
Il divertimento è assicurato nel leggere il romanzo. E anche i giochi di parole che gli autori fanno con i nomi propri di città, vie e altro (uno per tutti. Gomitona, la città in cui si svolge la vicenda è Ancona. Deriva dal greco Ankon, gomito, appunto) non sono che un ulteriore spasso che allieterà il lettore della zona. Ma nulla toglierà a chi la zona non la conosce. Un romanzo difficile da etichettare, sicuramente di genere ma non di uno solo. Come affermo da tempo, credo che la commistione dei generi sia il futuro della letteratura. Un futuro a cui I ciccioni esplosivi appartiene con pieno merito.

Roberto Sturm





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