Dell’illustrazione (SF e non)
Data: Lunedì 15 febbraio 2010
Argomento: Interviste


Antonio Folli intervista Roberto Oleotto

Intervista/chiacchierata sull’argomento amato fra un giovane professionista, Roberto Oleotto, e un meno giovane non-professionista, Antonio Folli.

Antonio Folli
Ti consideri un disegnatore di SF (oppure amante della SF), da quello che ho visto sul tuo sito?
Roberto Oleotto
cos'è la SF?? ahah!
A parte gli scherzi, no, non sono un disegnatore SF, diciamo che mi piace, è emozionante. Per esser più precisi io sono un amante del matte painting che è una tecnica cinematografica antica che viene utilizzata spesso in un film per ricreare un ambiente finto. Questo "amore" verso il matte painting mi ha portato a creare quelle illustrazioni che spaziano dallo SF ad ambienti fantasy, ecc.

AF
Non ci sono allora illustratori di riferimento, tipo Thole, Chiconi, Frazetta etc, che fanno parte del mio immaginario anche un po' da fumetto, piuttosto cinematografia in senso generale?
RO
So chi sono, e apprezzo molto Thole, ma studiando il matte painting i miei artisti di riferimento per questo settore sono Dylan Cole, Dusso, Starno, Stoski ecc...
Ma ti ripeto, solo per questo settore, per me sono tutti "di riferimento" da Michelangelo a Pazienza, da Picasso a Tod Mc Farlane.

AF
I primi non li conosco, ma mi farò una piccola cultura (fra l'altro la tecnica del matte painting l'ho scoperta da poco, vedendo i retroscena del Signore degli Anelli).
Quello che mi sembra interessante è sapere se quindi, quando inventi qualcosa ex novo, parti da qualcosa di fotografico - c'è qualcosa di indicativo al fatto, sul tuo sito - oppure se certe volte fai come il sottoscritto che ”rumina” a mano (anche se con la tavoletta grafica, ormai), e poi eventualmente recupera materiale al’occorrenza successivamente (come fanno tanti illustratori).
RO
Il lavoro è semplice, dipende dal tipo di target che hai.
Se è il supervisore che chiede un matte paintig devi farti un bozzetto preparatorio e capire che elementi devono esserci, il tipo di atmosfera, cosa ci andrà in scena se verrà creato in paralasse o camera projection, etc.
In base a queste informazioni si crea lo speed painting che serve a capire e studiare la fotografia dell'immagine con i veri elementi in scena le luci e le ombre. Il passo finale è quello di creare il matte painting da zero "incollando e ritoccando" le varie foto che ho scelto. Praticamente è un grande fotomontaggio. E' una tecnica un po' ibrida e quindi varia da artista ad artista, ma diciamo che questa è la procedura più accreditata.

AF
Quando consideri un lavoro finito, e in base a quali requisiti (atmosfera raggiunta, dettagli completati, o che altro)? Ti capita di continuare a mettere mano al progetto, e non riuscire a smettere di aggiungere materiale, come capita qualche volta a me - sempre su lavori tuoi, naturalmente!
RO
Bella domanda: in realtà etichettare il lavoro come "finito" è sempre un problema. Tendo sempre ad aggiungere particolari ed aggiustare ogni minimo dettaglio, l'atmosfera solitamente la scelgo con lo speed painting ed è un processo che accompagna il lavoro dall'inizio così come la luce. Quindi, non posso permettermi di stravolgere questi elementi alla fine. In altri casi invece opero sul matte painting per creare una sua variante (re-ligthing) cambiando allo shot la luce, magari portandolo al tramonto, ma questo nuovo shot deve rispettare comunque le ombre e luci già esistenti.

AF
Un'altra cosa da chiedersi è quanto l'uso del PC abbia allargato ed allo stesso tempo spersonalizzato lo stile del disegnatore, come credo che succeda anche in altri campi dell'arte che dipendono adesso molto dall'informatica. In verità, quanto uno si sente sicuro di riuscire a mantenere un proprio stile con un mezzo così virtuale, oppure l'arte, per quanto ”pratica”, sta da un'altra parte? E quanto, in fondo, è importante?
RO
Io non sono un artista, non mi sono mai considerato tale… posso considerarmi un artigiano dell'arte. I miei lavori sono molto più tecnici di tanti altri ovviamente, non sto dicendo che siano freddi, ma molto spesso sono lavori fini a se stessi, senza troppi significati. L'uso del digitale adesso ha portato tutti quanti ad essere grafici, e secondo me l'opportunità sta nel fatto di accorgersi che è uno strumento come un altro e capire come bisogna usarlo per usarlo bene… le schifezze si fanno anche con i pennelli, solo che il digitale ha un utilizzo più immediato e quindi allarga il campo dell'utenza.

AF
E, per rimarcare quello che ho detto prima, io ho ”patito” (parola grossa), il passaggio dalla carta al virtuale per esempio. Ti porto l'esempio di Maurizio Manzieri (persona simpaticissima, tra l'altro) che ha modificato parecchio il suo modo di lavorare rispetto ai suoi disegni sulle fanzines, vincendo pure fior di premi anche a livello internazionale - anche se a me in verità pareva più personale i primi tempi.
RO
Secondo me il problema sia nel fatto che bisogna imparare una cosa nuova, da questa poi creare un proprio stile, non sempre derivante da quello che si è fatto prima. Per farti un esempio pratico ti cito le opere di Ray Caesar, sono fatte in 3D, eppure lo stile suo è inconfondibile. Secondo me questa è un’opportunità per ampliare i propri orizzonti artistici, senza buttare quelli vecchi, o sostituirli, tutto alla fine serve. Poi ovviamente non si è obbligati a passare al digitale.

AF
Per caso ho scoperto un paio di anni fa che è morto un artista americano, John Berkey, che ha fatto parte di quella schiera di illustratori ”astronautici”, che ha avuto un po' di notorietà all'inizio degli anni '80. Rivedendo adesso le sue opere ho riflettuto che, se avessi continuato seriamente a disegnare per l'illustrazione, mi sarebbe piaciuto veramente possedere il suo stile, malgrado a quei tempi risultasse più datato dei suoi colleghi diventati più famosi (Chris Foss, Tim White, etc): nessuna resa certosina dei particolari (che ”rendevano” l'oggetto), nessun uso dell'aerografo, ma macchine e colori dinamici realizzati a pennello, e bravura a disegnare anche le figure umane. Ti è capitato di rivalutare successivamente professionisti ai quali avevi dato poco valore?
RO
Credo che sia normale questo tipo di percorso ovvero quello di rivalutare alcuni artisti e portarli nel proprio bagaglio di ispirazione.
Penso che il meccanismo risieda nel fatto che crescendo culturalmente ti si aprano porte che prima erano chiuse a chiave.
La chiave è semplicemente data dalla cultura che ti crei con l'esperienza di anni. Quindi se posso cerco di evitare di dire che un artista mi fa schifo a priori, piuttosto posso ammettere che non ho la sensibilità per capirlo. Questo mi fa evitare anche figuracce se poi lo rivalutassi in un futuro.

AF
Per cosa ritieni utile il tuo sito personale?
RO
Dev’esserci una buona dose di narcisismo che mi abbia spinto a farlo, poi effettivamente può essermi utile se qualcuno legge il mio nome in qualche forum e dice: "aspetta che voglio vedere cosa fa questo". Almeno lo spero.

AF
Ti sei già chiesto come si svilupperà in futuro il tuo lavoro?
RO
Sì, me lo chiedo spesso. Spero di entrare nel mondo del cinema presto, penso di saperne un po' per poter iniziare ad imparare. Purtroppo bisogna essere anche realisti e quindi saper sempre che i sogni sono il motore delle speranze ma non la soluzione. Quindi non serve sognare e basta. Ciò che cerco di fare è migliorarmi tecnicamente il più possibile ed essere curioso, quello sempre, anzi cerco di diffidare delle persone poco curiose.

AF
Dopo quest’ultima domanda, direi di salutarci... buona fortuna e a risentirci!
RO
Grazie mille Antonio, in bocca al lupo e buon lavoro!






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