VITA IN LETTERE - Luglio 2010
Data: Lunedì 02 agosto 2010
Argomento: Saggistica


di Roberto Sturm

Libri acquistati: I giorni nudi (C. Piersanti), Il sangue è randagio (James Ellroy)
Libri letti: I giorni nudi (C. Piersanti), Ambigue Utopie (AA.VV)

Che dire di questo straordinario personaggio, scrittore, sceneggiatore, persona di immensa cultura, semplice quanto profondo.
Claudio Piersanti, che ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare intorno agli anni 2000 e la sfortuna di aver perso di vista è, secondo il mio parere, uno dei più grandi scrittori italiani della narrativa contemporanea.
Non posso fare a meno di ricordare L’amore degli adulti e Comandò il padre, due antologie di racconti che sono assolutamente propedeutiche per chi volesse addentrarsi nel campo della narrativa breve. Lucido, tagliente, provocatorio, mai scontato, anche nei romanzi (e cito solo gli ultimi due che ho letto, Il silenzio di Luisa e L’appeso) riesce a dare il meglio di sé. Realista fino a diventare cinico (ma del resto, se pensiamo alla vita…) pennella i suoi personaggi con tinte forti, quando leggi un suo scritto te li senti accanto, ci convivi.
Non è un autore da evasione, Claudio. Seziona la vita impietosamente, partendo quasi sempre da situazioni solo apparentemente banali ma che poi si complicano in maniera automatica, senza ricorso a espedienti sensazionalistici. E’ questo uno dei cardini della narrativa di Claudio. Scrittura asciutta, essenziale ma mai banale. Anzi, le sue storie prendono sempre una direzione inaspettata ma sempre più credibile di quella che ci aspettiamo. I giorni nudi è un romanzo denso per quanto scritto in maniera scorrevole e gradevole. Alberto, uno sceneggiatore di successo alla soglia dei cinquant’anni, incontra Lucia, che ha la metà dei suoi anni, all’ospedale. Dopo che entrambi hanno subito un incidente stradale in motorino. Dopo i primi sguardi, i primi approcci, le prime parole, nasce un amore. Un amore totalizzante, coinvolgente, come mai Alberto aveva vissuto. Una vita da sposato e poi divorziato, Alberto, una vita da vivere gioiosamente da Lucia. E da qui parte la storia, una trama avvincente e toccante. Poi vengono toccati tante situazioni della vita. L’amore, il rapporto uomo donna, la solitudine, la ferocia dei sentimenti, la depressione in un’età in cui se ti guardi sia indietro che avanti non vedi niente.
Nonostante il finale non sia come altri di Claudio, è comunque pesante. E non lascia vie d’uscita. Io credo che sia un libro assolutamente da non perdere.

E’ difficile, e non so se deontologicamente corretto, parlare di un libro, un’antologia di racconti di cui un tuo racconto fa parte.
Bisogna ammettere che i curatori del volume, Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo, hanno fatto proprio un bel lavoro. Racconti di fantascienza contro il potere, visto da una parte di scrittori schierati a sinistra e oltre.
Ne scaturisce un volume ricco di bei racconti, di idee se non sempre originali sempre ben gestite, una lettura piacevole che a volte fa sorridere per l’ironia dei racconti. Perché l’ironia, se mi si permette, non è di destra né lo è mai stata.
Sono riusciti a piazzare questa antologia con la casa editrice Bietti, con una veste accattivante e una bellissima copertina. Alcuni racconti li avevo già letti, altri sono stati una bellissima sorpresa. Come quelli di Claudio Asciuti, Valerio Evangelisti e Umberto Rossi. Forse leggermente migliori degli altri che, comunque, mi sembrano comunque sopra la media di quello che si legge oggi.






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