VITA IN LETTERE - Ottobre 2010
Data: Martedì 02 novembre 2010
Argomento: Autori


di Roberto Sturm

Libri acquistati: Un giorno questo dolore ti sarà utile (Peter Cameron)
Libri letti: Timbuctù, Invisibile (Paul Auster), Paula (Isabel Allende), Prospero (Gianluca Di Dio);

Un romanzo, questo Timbuctù di Paul Auster, sicuramente non all’altezza di Trilogia di New York. Idea non originalissima, quella di vedere il mondo dal punto di vista di un cane, Mr Bones, così intelligente da capire il linguaggio degli uomini. Seguiamo le sue vicende e il suo vagabondare con il suo primo padrone, Willy, che lo lascerà per passare a miglior vita, le sue avventure non troppo piacevoli con Henry, che lo nasconde ai genitori non troppo amanti dei cani, i suoi giorni con la famiglia di Dick e Polly.
Un romanzo che tenta di spaziare dall’introspettivo al sociale, con una scrittura schietta e diretta, con pochi dialoghi ma senza che la trama ne risenta sul piano del ritmo. Ma anche senza la dovuta profondità. Una parabola sulla vita degli uomini. Sui nostri cicli (di vita), abitudini, vizi e virtù. Gradevole ma niente di più.

Altra autrice scoperta, Isabel Allende, così cara a tanti miei amici e conoscenti. Ho cominciato con questo Paula, romanzo intimista che parla (anche) dell’agonia e della morte della figlia della scrittrice. L’Allende ci mette tanto di suo, da informazioni biografiche a quelle della propria famiglia, dai propri amori ai propri sentimenti, in una narrazione che, in tutta la sua tragicità, non scorda mai un momento il golpe cileno di Pinochet. Un golpe orrendo, ordito da una parte delle Forze Armate cilene con l’appoggio degli Stati Uniti. Salvador Allende, zio di Isabel, sembra rimanere sullo sfondo, ma con qualche pennellata veramente d’autore la nipote lo ritrae con infinita maestria. Storia triste e libro triste, dove però si vedono tutte le capacità della scrittrice cilena che fonde vita ordinaria con vita sentimentale, tragedie personali con tragedia di portata storica, personaggi storici con personaggi della vita di tutti i giorni. Bel libro davvero, non so se il più adatto a cominciare la scoperta di un’autrice che in molti dicono aver scritto pagine memorabili della letteratura contemporanea.

Non conosco bene Paul Auster. E’ stata una scoperta recente. Una bella scoperta. Dopo Trilogia di New York, una specie di folgorazione per me, ho proseguito con Timbuctù, romanzo gradevole ma niente di più. Poi mi sono imbattuto in questo Invisibile e ho deciso definitivamente che Paul Auster è un autore che merita ampiamente di essere approfondito. Il limite di queste note è dovuta alla mia ancora scarsa conoscenza dell’autore. Difficile delinearne il profilo con solo tre romanzi letti nel proprio bagaglio. Ma qualcosa si può già dire, credo.
Invisibile è un romanzo profondo, stilisticamente ineccepibile. Le ossessioni sembrano essere uno dei cardini della narrativa di Auster, così come in questa opera e come Trilogia di New York. Stile asciutto, che non lascia niente al caso, la maestria di questo scrittore è quella di immergerti nella storia senza soluzione di continuità. Leggi, leggi e continui a leggere, cercando ossessivamente un punto in cui fermarti. Che non c’è. Perché Auster ad ogni frase, ad ogni capoverso, ad ogni capitolo, apre nuovi interrogativi e crea nuova curiosità nel lettore. E le cose che accadono non sono mai scontate o banali, ma certamente realiste.
Come in un thriller, la lettura ti porta a emozionarti, a calarti nella parte dell’uno o dell’altro protagonista, e la costruzione dei personaggi avviene in maniera tale che ti sembra di conoscerli tutti.
La trama di questo romanzo copre un arco temporale di quaranta anni, dal 1967 al 2007. Adam Walker, un timido studente di lettere e aspirante poeta, frequenta la Columbia University. Il caso vuole che a una festa incontri Rudolf Born, un ambiguo professore invischiato probabilmente in affari politici loschi, e la sua donna. La bellissima Margot, francese come Rudolf. Inaspettatamente Rudolf offre a Adam la possibilità di lavorare su una rivista letteraria. Rudolf deve partire per sistemare degli affari in Francia e, inevitabilmente, la scintilla scoccata tra Margot e Adam accende la miccia. Una miccia collegata ad un potente ordigno che segnerà la vita di Adam, e non solo, per il resto della sua esistenza. A un certo punto appare Gwyn, la sorella di Adam. Il loro rapporto va al di là di un normale rapporto fraterno e la loro vita in comune di un mese non fa altro che definire in modo inequivocabile il carattere dei protagonisti.
A volte dura, altre tenera, altre ancora sentimentale, la storia si dipana tra un rapporto e un altro, tra episodi e ricordi che fanno parte del retroterra dei protagonisti. E, come fatto altre volte, Auster ha la capacità, durante il racconto, di fissare dei punti precisi per poi arrivare a rimettere tutto in discussione. Molto semplicemente riesce a insinuare il tarlo del dubbio nel lettore.
Come dicevo, una storia crudele che mette in campo tanti elementi di riflessione, che turba il lettore (almeno a me ha fatto questo effetto) e ti lascia, a fine lettura, sia con la piacevole sensazione di aver letto un ottimo libro che con l’amaro in bocca per una storia che, sotto quasi tutti i punti di vista, non offre alcun tipo di scampo. Né ai protagonisti e né ai lettori.

Secondo romanzo per Gianluca Di Dio, che dopo il suo esordio con Fernandel pubblica il suo secondo romanzo per la peQuod. Prospero può essere definito un romanzo militante. La vicenda di Prospero, il protagonista del romanzo, è anche un espediente per ripercorrere la storia dei primissimi anni ’70, una storia costellata dalla nascita di gruppi armati e dall’arroganza di uno Stato che ha strumentalizzato la lotta armata per poter raggiungere i suoi scopi. Prospero, un operaio precario (ma come suona attuale questo termine) di una gelateria, subisce un sopruso da parte dei capi della propria fabbrica. Prospero è un uomo dai principi solidi, e subito si mette in moto per sanare quella che lui, e molti altri, considera un’ingiustizia. Ma la storia, gradualmente, diventa più grande di lui e, senza che se ne accorga, lo trasforma in una persona che non era o che era sopita dentro di lui. La vicenda assume una direzione tragica, impensabile all’inizio, almeno per Prospero. Una vicenda complessa che Di Dio tiene sempre in pugno con abilità narrativa e stilistica. Un bel romanzo, che si è avvalso anche di un’ottima documentazione, di cui l’autore fornisce le fonti a fine romanzo, che rendono la storia molto credibile e realistica.

Roberto Sturm





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