un racconto di Claudio Tanari
Nel blocco H del loro Quartiere erano
conosciuti, Ozzie e Nico. Ci passavano il tempo con il rock: che altro avrebbero
dovuto fare ? Ogni tanto suonavano nel garage di Ozzie o facevano i duri davanti
alla sala giochi.
Un giorno: - Oh
Nico! Se te lo dico non ci credi!
- Spara!
- Ho visto Sid Cochrane in
persona.
- Piantala Ozzie, non è aria”
- Giuro! Beh, non proprio Cochrane
ma il suo caravan. E’ parcheggiato vicino a Scasso, lo sfasciacarrozze.
- Senti, se è vero è la dritta del
secolo!
- Che aspettiamo, Nico? Sid
Cochrane!
Cochrane era stato una star anni
prima. Ccd, soldi, belle pupe: aveva bruciato le tappe Sid, era il più grande.
Fino a quando non rimase invischiato in un affare dì droga con qualche cadavere
dì troppo.
Al
processo l'aula era piena di fan in giubbotto di pelle e di ragazzine in lacrime
ma ad aspettarlo davanti al carcere sette anni dopo nemmeno un cane.
Nessuno lo
aveva più visto da allora.
SCASSO.
L'insegna al neon ronzava sulle teste di Nico e Ozzie accendendosi e spegnendosi
a tratti, difettosa.
Il caravan
era lì, la scritta mezzo cancellata sui fianchi: SID COCHRANE AND THE JETS. Non
c'erano dubbi, il posto era quello.
- Che ti
dicevo?
- Calma.
Andiamo a vedere
Il caravan
era ridotto male: non avrebbe sfigurato in mezzo alla carcasse in demolizione di
Scasso. I due fecero presto ad arrivare davanti alla cabina di guida. Vuota.
- Ehi! C'è
nessuno?
- Lascia
perdere Ozzie. Qui non c'è altro che ferraglia arrugginita
Nico si
appoggiò distrattamente a quella che doveva essere stata la porta d’ingresso:
era socchiusa.
- Ozzie! Dà
un'occhiata!
- E’ aperta!
C'è nessuno?
- Che volete?
- La voce li colse di sorpresa.
Steve si fece
coraggio e saltò su. La lama di luce che entrava dalla porta tagliò in due il
buio dell’interno illuminando il padrone della voce.
Stava
schiacciato contro una parete: jeans scoloriti, canottiera grigia come i capelli
ispidi e unti, barba di tre giorni. La corporatura massiccia bombardata dalla
vita.
- Cerchiamo
Sid Cochrane, signore - disse Ozzie.
L'uomo scrutò
le due figure in controluce.
- Che cosa
volete da lui? - disse sospettoso.
- Parlarci,
signore! - rispose Ozzie – Siamo suoi fan. Abbiamo tutti i suoi Ccd e ...
- Mocciosi...
sono solo due mocciosi ... - mormorò l'uomo.
Socchiuse le
veneziane polverose e si sedette pesantemente su una poltrona sdrucita,
respirando a fondo.
- Sa dove lo
possiamo trovare, signore? insistette Nico.
- Parlarci,
solo parlarci, implorò Ozzie.
Dopo qualche
attimo di silenzio la faccia pallida dell'uomo fu scossa da una risata sommessa
molto simile a una serie di piccoli colpi di tosse.
- Cercate
Cochrane eh? Beh l’avete trovato...
- Vuo-vuole
dire che è lei signore? - disse Nico incredulo fissando la piega amara sulla
bocca dell’uomo.
- Già - fece
Cochrane - ma piantala di chiamarmi signore! Mi dà ai nervi!
Solo allora
Nico e Ozzie alzarono gli occhi sulle pareti del camper: locandine, copertine di
Ccd e stampe di pagine web: era proprio lui!
Cochrane si
alzò dalla poltrona e si diresse verso il frigo.
- Volete una
birra?
I due si
scambiarono uno sguardo.
- Grazie
sign...ehm, Sid - disse Ozzie.
Se ne
stettero per un po’ con le lattine in mano.
Un manifesto
diceva: TONITE ONLY - THE JETS. Sopra c'era una fotografia: di Sid che suonava
il basso elettronico con la solita energia.
Sotto il
manifesto, il Cochrane di adesso si asciugò la bocca con l'avambraccio.
- Come te la
passi, Sid? - chiese Nico rompendo un silenzio che si stava facendo pesante.
- Benone, non
si vede? - risrose Cochrane sarcastico.
- Sentite,
perché ora non filate e vi levate dai piedi…
- Ehi Sid -
fece Ozzie - ti ricordi quando venisti a suonare da queste parti?
- Già. Per
poco quella bottiglia non mi faceva secco il batterista...
- Si però il
concerto fu fantastico - lo interruppe Nico - Ti ricordi il bis di Dreaming
in the street? E il coro quando suonasti Sweet Sally Brown?
- 'When
you and me were young, sweet Sally Brown...’ - si mise a canticchiare
sottovoce Cochrane.
- Cazzo, Sid!
Che concerto!
- Allora -
disse scuotendosi con insofferenza Cochrane - è un autografo o cosa che volete?
Qualcosa fece
rumore là fuori.
Cochrane
balzò dalla poltrona impallidendo. Si avvicinò ai finestrini: il piazzale del
deposito di Scasso sembrava deserto. Rimase a guardare per un po’ mentre la luce
bluastra dell’insegna dell’autodemolizioni, gli bagnava la faccia di una luce
livida. Era quasi buio, ormai.
- Qualcosa
non va, Sid? - domandò preoccupato Ozzie - Di noi ti puoi fidare.
Cochrane
tornò a sedersi prendendosi la testa fra le mani.
- Sono nella
merda, ragazzi.
- Che tipo di
merda? Polizia? Spacci hipnosynt? - Chiese Nico di vedetta vicino al finestrino.
- Peggio. Sapete, quando uno esce
di galera ha bisogno di grano. Ricominciare a suonare? Manco a dirlo: la band
si è squagliata. Prima di finire dentro facevo affari con la droga sintetica.
Gli uomini di Liu mi passavano la roba e io la rivendevo nel giro della musica.
Era cominciata per scherzo, i soldi non sono mai troppi, no? Adesso il Cinese e
i suoi sono passati al contrabbando di dati: spionaggio cibernetico o qualcosa
di simile. Si servono di rottami come me per trasportare sottopelle chips che
scottano: io ne ho uno ficcato nel microgate dietro la nuca.
In quella il
fascio di luce dei fari di un’autopod abbagliarono l’interno del camper.
- Tranquillo Sid, é lontana,
Continua - fece Nick dal finestrino.
- Beh, per farla breve: ho
fregato al Cinese il chip che mi trovo addosso per rivenderlo alla concorrenza.
Si tratta di milioni. Per questo mi sono nascosto in questo porcile. Domani
all’alba vendo il camper a Scasso e me ne vado di qua alla svelta. Sempre che
quel bastardo di Liu... Non e il tipo da farsi fregare tanto facilmente- finì
rabbrividendo Cochrane.
Era un uomo
finito. Lo sapevano tutti e tre. Liu Xing e l’Orient Star, la sua potente
organizzazione, non avrebbero tollerato lo sgarbo. Probabilmente i suoi uomini
erano già sulle sue tracce.
- Conta su di
noi, Sid – disse Ozzie.
Cochrane
esplose in una risata nervosa.
- Siete due
bravi mocciosi. Ora però passerete per quella porta e vi squaglierete, ok? Gli
scagnozzi del Cinese ci sanno fare con le pistole.
- Io invece -
disse Nico pensoso, - credo proprio che ti terremo un po’ compagnia, Sid.
Accendi la tv, Ozzie…
- Forse non
mi sono spiegato ... - disse Cochrane
- Ascolta,
Sid - ribattè Nico - Aspettiamo che faccia giorno. Il garage di Ozzie è un bel
nascondiglio per il tuo camper. Per quella gente sarebbe un giochetto trovarti
se resti qui. Domani tratteremo noi l'affare con Scasso mentre tu te ne starai
al sicuro.
- Ok, ok ...
- sospirò Cochrane. Del resto, che aveva da perdere, ormai?
Sul piazzale
era buio pesto, adesso. Le luci artificiali disegnavano con il loro chiarore
azzurro elettrico il profilo della metropoli, infestata dalle scie delle autopod
in volo sullo skyline.
Un'auto nera
planò leggera posandosi con uno sbuffo di polvere vicino a un mucchio di
lamiere. Due figure silenziose si diressero alla svelta verso il camper, due
gialli in completo scuro. Uno dei due sfondò con un calcio la porta: l’interno
era illuminato da una lampada a gas. Ozzie rimase senza fiato quando l'uomo che
aveva sfondato la porta estrasse una Magnum a impulsi con silenziatore. Pochi
gesti, precisi. Un colpo mandò in pezzi la testa di Nico, Cochrane volò
all’indietro con un buco nello stomaco. Il gomito di Ozzie descrisse una breve
traiettoria prima di colpire il braccio del killer. Approfittando del momentaneo
vantaggio, il ragazzo si gettò dal camper verso la linea fosforescente della
strada illuminata a giorno dai lampioni. Ma il secondo uomo con uno scatto gli
lanciò dietro un coltello che lampeggiò nell’aria brevemente prima di fermare la
corsa di Ozzie penetrando in mezzo alle scapole.
Gli uomini di
Xing si avvicinarono a Cochrane immerso in una pozza di sangue nero e denso: gli
strapparono il microgate, lacerando con un pugnale il cuoio capelluto alla base
del cranio, poi si allontanarono senza fretta fino a che i fari della loro
autopod non scomparvero dietro a una curva.
La lampada a
gas era ancora accesa all’interno del camper mentre la tv trasmetteva un vecchio
film in bianco e nero. Alta sul piazzale, l'insegna SCASSO continuava a ronzare,
indifferente.