un saggio di Marcello Bonati
Bruce Sterling è nato nel ’54 a Brownsville,
nel Texas, ha trascorso alcuni anni in India
per poi tornare negli Stati Uniti, a lavorare
come giornalista. Vive ancora nel Texas, ma a
Austin, con la moglie.
Le caratteristiche preponderanti
della sua poetica possono riassumersi in un forte sentimento anti islamico, che si sviluppa essenzialmente
in quanto lo scrittore vede quel credo come
profondamente contrastante con la
mondializzazione dell’informazione, che è poi
ciò che il cyberpunk estrapola dal nostro
presente; un altro, altrettanto forte, di
avversione per tutto ciò che concerne le
multimazionali, viste come le reali colpevoli
del malessere della gente. È, dunque, un
cyberpunk decisamente più umanista di
quanto lo fosse quello di Gibson, più
avventuroso, meno impegnativo da un punto
di vista puramente intellettuale; forse è più
divertente Gibson, ma Sterling fornisce più
spunti sui quali meditare, spunti attualissimi,
assolutamente centrali nella nostra odierna
società.
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