racconto di Leonardo Maffi
-- Istituto di biologia cellulare del CNR, Roma, anno 2006,
luna nuova --
"Sei proprio sicuro di volerlo fare? Possiamo limitarci a spruzzare il nostro
marchio all'esterno. Lì dentro fanno anche delle ricerche utili, e potrebbero
prenderti, è pericoloso. Che differenza può fare se ne salvi qualcuno? Non puoi
salvarli tutti."
"Farà differenza per loro."
"Se ne porti via qualcuno li rimpiazzeranno subito, e non
cambierà nulla, tu da solo che differenza pensi di poter fare?"
"Tutti possiamo fare un po' di differenza. È come nelle
elezioni, un voto non cambia nulla, ma i singoli possono influenzare le masse
facendo conoscere il loro parere, e questo gesto è il mio segnale alle masse,
domani molte persone lo leggeranno sui giornali. I ricercatori devono capire che
la sensibilità etica degli Italiani sta cambiando, e che devono trovare modi per
fare a meno della vivisezione."
"Va bene. Ma se hai problemi scappa subito."
La bacio, mi calo il passamontagna e la lascio. Se noterà
qualcosa mi avvertirà tramite il cercapersone a vibrazione. Salgo le scale
antincendio, uso la chiave copiata da un amico, entro, percorro un corridoio,
arrivo ad un cancello bloccato con un lucchetto e lo rompo con delle grosse
tronchesi. Attraverso un altro corridoio, scendo le scale a piedi perché gli
ascensori sono disattivati, e arrivo davanti al laboratorio dove viene praticata
la vivisezione. Forzo la serratura ed entro. Sono arrivato, non è stato
difficile, e pensare che questo viene considerato un posto sicuro. C'è odore di
animali.
Su una scrivania c'è un PC, per un attimo provo la
tentazione di distruggerlo... Ma se lo distruggo e non hanno copiato i dati,
tutte le torture e le morti agli animali sarebbero state vane. Io voglio fermare
i morti e le sofferenze future, distruggendo quel PC non aiuterò gli animali già
morti, e danneggerò le persone che potrebbero giovare dagli esperimenti che sono
già stati fatti.
Passo davanti una gabbia che contiene alcuni cagnolini
addormentati, ciascuno dei quali ha un tubetto trasparente che gli esce dal
petto. Scatto molte fotografie, uso un flash a potenza molto bassa, e ho un
obiettivo intensificatore che permette di fare foto elettroniche con una luce
minima. Faccio altre foto... In un angolo del laboratorio si accende una luce
azzurrina! Mi allontano di alcuni metri e mi nascondo un po' sotto una
scrivania, ma la luce si spegne subito e per alcuni minuti non c'è alcun rumore,
così esco dal mio nascondiglio e riprendo a fare fotografie. Passo davanti a due
gabbie, ciascuna delle quali contiene due gattini, sono svegli, e quando mi
vedono quelli di una gabbia si appoggiano alla gabbia e si mettono a miagolare
molto piano... sembra che mi chiedano di farli uscire... La loro gabbia ha un
lucchetto speciale, diverso da tutti gli altri, lo rompo con le tronchesi e
metto i quattro gattini nello zaino, per pochi minuti ci staranno abbastanza
bene. Sulla loro gabbia c'è scritto di chiudere bene la serratura, altrimenti
possono fuggire.
Ho tempo per fare ancora qualche fotografia e poi me ne
andrò.
"Stefano Marchioli," una voce che spunta dal nulla dice
piano il mio nome! Il cuore mi batte all'impazzata, mi immobilizzo. "Ti conosco
bene, sei un attivista dell'Animal Liberation Front. Non ho intenzione di farti
alcun male, e non chiamerò la Polizia, ma per favore rimetti quei quattro
gattini dove li hai trovati, fanno parte di un esperimento importante."
Ha una voce profonda, ma strana e indefinibile, il tono è
rilassato ed è riuscito a calmarmi un po', "Tu lavori qui?" Lui è in piena ombra
e non riesco a vederlo per niente.
"No, non sono un ricercatore; sono appena arrivata anch'io,
col solo scopo di fermarti. Ma non ho intenzione di catturarti, né di
denunciarti, mi basta che tu rimetta i gattini al loro posto, e poi potrai
andartene."
È veramente strana, ma sembra che ci si possa ragionare,
"Se li lascio qui, questi gattini faranno sicuramente una brutta fine, come i
cagnolini. Guarda, sono nella gabbia vicino a te," non la vedo, ma penso che sia
vicina a quella gabbia.
Cammino, e ho la sensazione che mi segua a distanza, ma non
fa alcun rumore. Mi volto a destra, "Guarda questa gabbia, la vedi? Qui c'è un
cane addormentato con la pelle coperta di tumori, e laggiù ci sono un mucchio di
conigli ciechi... chissà che gli avranno fatto. Qui agli animali fanno delle
cose atroci."
Rimane a lungo in silenzio, posso intravedergli a malapena
la testa mentre si china per guardare dentro le gabbie che gli ho indicato,
sembra che indossi un cappello strano.
"Hai ragione," dice, "mi dispiace, non lo sapevo, sono
stupefatta dalle cose pessime che vengono fatte qui, non me le immaginavo così
atroci. Ma le ricerche che vengono fatte su quei quattro gattini per me sono
vitali, senza di esse io non potrei vivere."
"Forse sei malata e hai bisogno delle medicine che sono
vengono ricercate qui? I gatti non sono un buon modello per sviluppare medicine
per gli esseri umani. Forse ad esempio conosci gli effetti dell'aspirina sui
gatti?"
"Sto bene, ma quelle ricerche sono essenziali, sono il
primo passo senza il quale non esisterei."
"Non capisco," mi sono avvicinato di qualche passo alla
porta, ma con un colpo di tosse mi ha fatto capire che non è il caso.
"Vengo dal futuro, e so che quelle ricerche diventeranno
molto importanti. In questo esperimento, fatto da un ricercatore molto giovane,
ci sono due gattini modificati e due non modificati, usati come controllo. Prima
che nascessero lui ha alterato tre geni a due gattini, il che ha portato ad un
aumento della produzione di cellule gliari del loro cervello, le quali
supportano e alimentano i neuroni. Tra pochi mesi i gattini mutati moriranno di
cancro al cervello, ma prima di quel momento avranno dimostrato di possedere
intelligenze molto più elevate dei due gattini di controllo. Questo esperimento
riuscito aiuterà il giovane ad affermarsi come ricercatore e a fare altri studi,
e il suo lavoro avrà notevoli effetti sul corso della storia futura."
"Sono tutte cazzate. Ma anche se fosse vero non conterebbe
nulla, se anche queste ricerche verranno fermate, altre persone faranno le
stesse scoperte, magari tra qualche mese."
"Ho studiato molte storie alternative, e so che in questo
caso non andrà così. Lui è molto giovane e ha poche risorse; se non riuscirà a
portare a termine questo esperimento non avrà la possibilità di ripeterlo, e
nessun'altra persona farà queste scoperte per molti decenni, e la storia futura
sarà molto diversa. È vero che spesso grazie alla volontà delle persone il corso
della storia è tamponato, inteso nel senso di ridondante, cioè finisce comunque
per andare in una certa direzione, nonostante il rumore casuale. Perché molti
eventi della storia sono creati da alcune persone, e se qualcuno non riesce a
fare qualcosa in un dato momento, allora spesso riesce a farlo successivamente,
o potrà essere fatto da qualcun altro; se così non fosse, non sarebbe mai stato
inventato nulla, perché le persone nella loro vita incontrano continuamente
ostacoli e problemi, ma li aggirano e li risolvono fino a che non arrivano alla
conclusione che desiderano. Questo lavoro di aggiramento delle difficoltà da
parte di molte persone rende gli eventi della storia non troppo sensibili alle
condizioni iniziali. Ma certe volte, come in questo caso, la storia è fortemente
non lineare, presenta una forte instabilità rispetto alle cause iniziali,
presenta dei cardini, degli eventi piccoli e quasi irripetibili dove non ci sono
tamponature, che sono capaci di alterarla notevolmente. Per capirlo pensa alla
storiella del chiodo perso da uno zoccolo di cavallo, che fa perdere il ferro al
un cavallo, che fa perdere il cavallo di un cavaliere, che fa perdere una
battaglia, che fa perdere la guerra. Ho visto come vengono trattati gli animali
qui, ma devo fermarti. La violenza mi disgusta, ma se necessario la userò, per
farti rimettere a posto quei gattini, e sono molto forte. Te lo chiedo per
favore..."
Parla come una professoressa, forse è uno scienziato pazzo
da fumetti. Probabilmente mi conviene fare come dice, ma voglio provare a
metterla un po' alla prova, "Hai detto che senza questo esperimento non
esisteresti. Ma è un'assurdità logica: se sei qui vuol dire che esiterai, e
quindi anche se porterò via i gattini non cambierà nulla, altrimenti non saresti
qui," non mi sono espresso molto bene. Adesso siamo entrambi in piena ombra, e
continuo a non vederla.
"Aspettavo che me lo chiedessi, ma è complicato da
spiegare. Se li porterai via, allora io cesserò di esistere. Quando sono tornata
indietro nel tempo, è come se mi fossi parzialmente scollegata dal mio tempo,
per cui io posso continuare ad esistere qui per un po' di tempo anche se in
futuro i chakat non dovessero esistere. Adesso non c'è tempo perché possa
spiegarti tutto, prendi questo libretto."
Allungo una mano con un po' di timore, e mi ci mette sopra
un libretto.
"Lì troverai la spiegazione di questi apparenti paradossi
temporali."
"Puoi darmi una prova di quello che dici?"
"Sì, posso provartelo. Io non sono umana. Ma non devi
spaventarti, ricordati che non voglio farti del male né catturarti. La mia
specie è piuttosto contraria alla violenza, voglio solo impedirti di portare via
i gattini."
Il cuore mi batte forte, ma riesco a mantenermi abbastanza
calmo, non sembra aggressiva. Esce lentamente dall'ombra, il suo corpo è molto
strano, e non capisco come sia fatto, "Non ti vedo bene."
"Sì, i tuoi occhi umani non vedono con così poca luce," per
farsi vedere accende una piccola luce di un tavolino... È un animale... un
felino... come un centauro... mi allontano da lei di qualche passo.
Sembra che pianga quasi, "Sono un chakat, vengo dal futuro,
circa cinque secoli nel futuro, la mia specie è artificiale, ed è stata creata
da voi umani. Sono una creatura intelligente e libera. Senza questo esperimento
la mia specie non potrà venire creata, e io non voglio che me stessa e la mia
specie cessino di esistere... nei futuri alternativi al mio sono presenti
soprattutto robot e altre cose."
Non riesco a dire nulla, sono stupefatto... Non provo molta
paura ma tremo forte, "Ma sei anche tu un felino..."
"È vero, in me c'è molto di felino. I miei istinti materni
vedono quei gattini quasi come se fossero bambini della mia specie... e per
momento ho quasi cambiato idea e ho lasciato che li portassi via. Per me è molto
difficile.... ma non posso permetterti di farlo. Ti prego, non costringermi a
usare la violenza, per favore..."
È più importante impedire la morte reale dei due gattini di
controllo o impedire la possibile esistenza di una intera specie che non esiste
ancora? Impedire una nascita futura è come uccidere? È una scelta tra la vita
dei due gattini di controllo e quella di una specie intelligente? No, a rischio
c'è ben di più, se impedissi questo esperimento in un certo senso la sua specie
morirebbe, ma forse avrei anche bloccato molti esperimenti futuri sugli animali,
che serviranno per la creazione della sua specie. In realtà non so abbastanza
cose sul futuro per poter prendere una decisione. Così lascio che sia lei a
decidere per me, mi abbraccia a lungo, io rimango impietrito. Ha un buon odore
ed è calda... Piange come un bambino. Poi sento che mi toglie i gattini dallo
zaino, e va a rimetterli nelle gabbie. Credo che non mi giudichi, sembra che
agisca solo sulla base di un qualche spirito di sopravvivenza. Rimango quasi
immobile e con la testa china. Adesso che farò? Che senso ha che continui?
"Pobabiment... cough! Grazie. Probabilmente non ci vedremo
più, questo tuo atto è uno dei pochissimi cardini che avrebbero impedito la
nostra creazione, e se non ho commesso errori, non ci sarà bisogno che
intervenga ancora sul corso della storia. Tu potrai continuare la tua vita come
prima."
Esco dal laboratorio, salgo le scale quasi senza
accorgermene, e in breve sono fuori. Mi tolgo il passamontagna e stringo in mano
il libretto, in un certo senso è la prova che non mi sono sognato tutto...
Eccola, la mia compagna mi abbraccia, poi ci allontaniamo subito dalla zona.
"Come stai? Come è andata?" chiede.
"Avevo liberato quattro gattini, ma poi li ho lasciati. La
loro vita potrà essere utile per salvare la vita a molte persone."
Storia dedicata ad Alessio "Scale" Scalerandi.
Ringraziamenti: a Scale, Altaris e Laura "Gilda" Rimessi per le loro correzioni
e commenti al testo.
Note: in questa storia ho utilizzato i chakat perché questa storia contiene
viaggi nel tempo nel passato, e i chakat esistono in un contesto simile a Star
Trek dove queste cose sono possibili (a differenza del contesto di Chapel).
Quando si scrivono storie su viaggi nel tempo è facile creare assurdità. In
questa storia ho ipotizzato un "agente" che può stare almeno limitatamente al di
fuori del tempo, e vedere che succede in vari casi. Perché c'è stata questa
"emergenza" che tale agente ha dovuto risolvere? Il protagonista umano è
riuscito a "modificare il passato"? Questo non pare molto logico. Si potrebbe
pensare ad un futuro ipotetico, nel quale i chakat esistono, uno dei quali viene
mandato indietro per cambiare attivamente il passato in modo che loro stessi
possano esistere in futuro... Cioè in altri termini il futuro "standard" sarebbe
stato quello senza chakat.
La specie chakat è stata ideata da Bernard Doove (www.chakatsden.com).
"Il chiodo" (c) 2003
leonardo maffi.