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MOORCOCK MICHAEL - IL DRAGO NELLA SPADA

Michael Moorcock
IL DRAGO NELLA SPADA
(The Dragon in the Sword, 1985)
Roma, Fanucci, 1999
(pagine 400, L. 25.000, traduzione di Riccardo Valla)
È, questo, il terzo ed ultimo romanzo del ciclo del Campione eterno (1); in cui Moorcock spiega implicitamente come intenda la fantasy.
L'autore inglese, che è stato curatore di New Worlds, è uno dei più innovativi che il nostro campo abbia saputo esprimere, e, forse solamente con la Le Guin, l'unico che abbia scritto della fantasy che si distacchi nettamente da quello che, per essa, solitamente si intende.
E questo romanzo lo evidenzia forse più dei numerosissimi altri che ha scritto; qui, infatti, il topos base della lotta fra Bene e Male va ad assumere una connotazione molto differente da quella che si è soliti leggere nei romanzi fantasy, innanzitutto per il suo essere collegata, come effettivamente è, alla realtà storica. Infatti, il Male è rappresentato nient'altro che dal nazismo, sia presente nella trama, che, trasposto nel solito Multiverso in cui si svolge la vicenda.
E vi è nel finale, molto esplicitata, una visione decisamente anomala, che va contro a quell'escapismo assoluto che spesso, e spesso a ragione, viene affiancato alla fantasy: "…adesso sono giunto a comprendere quanto sia ricca, in realtà, la vita che conduco, quanto sia complesso il mondo da me abitato.Una complessità degna di essere apprezzata." (pag.312), frase che viene pronunciata dal protagonista (non più "eroe"), quando è tornato a vivere nella sua Londra, dalla quale era stato chiamato, a vivere le sue incredibili avventure.
L'eroe è affiancato da un personaggio che viene da un universo parallelo nel quale, come in La svastica sul sole di Dick, il nazismo ha vinto la guerra, e domina il mondo; è penetrato nel Multiverso proprio per cercare un modo per fermare quel Male.
E John Derek, l'incarnazione del Campione Eterno che agisce in questo ciclo, invece, è alla ricerca della Spada del Drago, Mournblade, la sola che possa fermare l'invasione del Caos in quelle terre, minacciando l'Equilibrio.
E, i due, hanno un'altra caratteristica che li accomuna; entrambi sono fra i pochi che possono toccare un determinato oggetto; John Derek la Spada, von Bek, il co-protagonista, niente meno che il Sacro Graal: "La famiglia del mio amico era legata al Graal…un po’ come io, nelle mie varie incarnazioni, ero legato alla spada. " (pag.250)."…ogni razza possiede leggende che riguardano questi rapporti." (pag.301).
Le due ricerche sono, in sintesi, una lo specchio dell'altra, e ovviamente avranno entrambe buon esito (Moorcock, su questo, non ha mai trasgredito!!!!); seguendo le indicazioni magiche che gli sono state date per trovare la spada praticamente per caso, infatti, von Bek indurrà i nazisti del suo mondo, prima della vittoria, ad intraprendere la campagna di Russia come nel nostro universo, e John Derek, trovata la spada, impedirà al Caos (nel Multiverso, infatti, si combatte l'eterna Guerra dell'Equilibrio Cosmico, fra Caos e Legge), di penetrare in quel mondo.
Ma, come abbiamo detto, non è certo questo l'importante; il parallelo fra Caos e nazismo è evidente: ben si vede, ad esempio, nel parallelismo fra l'invocazione degli adepti del primo al suo emissario e quella degli alti gerarchi nazisti agli antichi dèi: "Lord Balarizaaf, Arciduca del Caos, Padrone dell'Inferno, i tuoi servitori ti chiamano! Noi ti portiamo i nostri mondi in dono. Ti offriamo il nostro tributo. Ti portiamo milioni di anime! Ti portiamo sangue e orrore! Ti portiamo il sacrificio di tutte le debolezze! Ti portiamo la nostra forza! Aiutaci, lord Balarizaaf! Porta qui il Caos e che la Legge sia sconfitta in eterno!" (pag.218); "Vengano a noi i mistici poteri dei grandi dèi del Vecchio Mondo, e che ci colmino dell'oscura energia naturale con cui sconfiggemmo i deboli seguaci di quei giudeo-cristiani che avrebbero voluto conquistare la nostra antica terra.Che il nostro sangue-il puro ed inadulterato sangue dei nostri impavidi antenati-scorra nuovamente nelle nostre vene con lo stesso dolce ardore con cui vi scorreva nei giorni più antichi, prima che i nostri onesti, innocenti progenitori fossero corrotti da religioni straniere e orientali.Che la Germania ritorni alla sua pura, autentica identità!" (pag.249 - la sottolineatura è mia).
Vi è una scena centrale nel volume, nella quale von Dek prende il Sacro Graal, indispensabile per trovare la Spada del Drago e, al contempo, involontariamente dà quell'indicazione fatale, nella quale si trovano molti spunti interessanti a riguardo: vi si parla, infatti, così dei nazisti: "Odiano ogni sistema di pensiero che metta in dubbio il loro polpettone di pseudo-filosofia e di sciocchezze a sfondo mistico!", ma, soprattutto: "Sono il peggior genere di nichilisti. Non si accorgono di essere capaci soltanto di distruggere e di non saper creare nulla. Le loro invenzioni sono vuote… Il nazismo non ha una vera storia, non ha sostanza concreta, non ha profondità ne qualità intellettuali. È solo una negazione, una brutale cancellarione di tutte le virtù tedesche." (pag.246), dove risalta la considerazione sul nichilismo.
E l'happy end è fortemente caratterizzato da una vittoria dell'amore non certo banale come purtroppo in troppi romanzi fantasy; vi si dice, infatti, che il potere dell'uomo, quello che ha sconfitto il Caos, è: "…il potere di pensare a un multiverso che non ha bisogno del sovrannaturale." (pag.259), in cui, mi pare, si possa riscontrare una sorta di pensiero sanamente nichilista.Oltre, poi, ad una considerazione sulla Donna più come persona che come oggetto di piacere (e di dominio); ad un'offerta di questo tipo, avanzatagli dall'Arciduca del Caos: "Una così simile a lei (la sua amata) che non ti accorgerai della differenza. Una ancor più bella. E capace di adorarti come nessun uomo è mai stato adorato.", infatti John Derek così risponde: "Che mi importa del fatto che mi adori o no? Io la amo per quella che è. La mia immaginazione non si compiace al pensiero di darle ordini, ma solo al pensiero che esista… E se fossi riunito a lei, anche per poco tempo, troverebbero giustificazione tutti i tormenti che ho sofferto. Con le tue parole, lord arciduca, hai espresso meglio di me la natura del Caos e i motivi per cui mi oppongo a te!" (pag.261).
E così il Campione Eterno ("Sono John Derek, vittima dei sogni di un mondo intero. E sono Erekosë, che nonostante fosse il Campione dell'Umanità distrusse l'intera razza umana. Ma sono anche Urlik Skarsol, il Signore del Castello di Ghiaccio che impugnò la Spada Nera. E Ilian di Garathorm, Elric l'Uccisore di Donne, Hawkmoon, Corum e mille altri…" (pag.9, parole con cui inizia questo romanzo), esce di scena. Dopo aver vagato per eoni nelle mille pieghe del Multiverso, e aver vissuto le più incredibili avventure, torna ad una vita civile, nella Londra del nostro mondo, del reale.
Ma chissà mai…
 
 
(1)-Gli altri due sono: "Il campione eterno" (The Eternal Champion, '70), "Urania fantasy" n.28, ed.Mondadori, '90, traduzione di Riccardo Valla; edizione originale: (Dell, '70); ampliamento di "The Eternal Champion", "Science Fantasy", giugno '62, e "I guerrieri d'argento" (Phoenix in Obsidian, '70), "Urania fantasy" n.31, ed.Mondadori, '90, traduzione di Sebastiano Fusco e Riccardo Valla; edizione originale: (Meyflower, '70); poi, col titolo di "The Silver Warriors" (Dell, '73), (vedi la mia recensione in "Algenib notizie" n.7, '91, e in questo sito: http://www.intercom.publinet.it/Cocanights.htm#COCAINE, entrambe in "F.B.C." n.2, ed.Sevagram, '85, nella traduzione di Sebastiano Fusco e Riccardo Valla
Una considerazione a margine: il volume non ha il minimo (a parte i commenti sui risvolti di copertina), apparato critico, ed è costellato di errori tipografici; la traduzione, poi, anche se in generale buona, ha a volte delle sbavature, come quando, parlando di una donna molto simile ad un'altra, si usa "…vicina…", invece che, appunto, "…simile…"

Aggiunto: April 22nd 2004
Recensore: Marcello Bonati
Voto:
Hits: 3217
Lingua: italian

  

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