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Dick Philip K. - Lotteria dello spazio

Ignorato dalla critica in vita, considerato come uno dei talenti più originali e visionari della Letteratura americana contemporanea, Philip K. Dick pubblicò il suo primo romanzo, The Solar Lottery, nel 1955, quando non aveva ancora trent'anni.
In questo romanzo, Dick immagina che i quiz televisivi e le lotterie si siano evolute a tal punto che la stessa guida del mondo è decisa tramite una sorta di lotteria. Verrick è il Quizmaster, l'uomo che è riuscito a mantenersi al comando più a lungo di ogni altro, ma la fortuna sembra avergli voltato le spalle quando l'urna riserva al mondo la più inattesa delle sorprese: l'elezione di Leon Cartwright, un uomo del quale si sa poco o niente, che viaggia su una macchina antiquata, e usa una rivoltella a pallottole più antiquata ancora della sua macchina. Quando Ted Bentley, un tecnico di ricerca che ha appena perduto il lavoro, firma un contratto con Verrick, non immagina di essere destinato ad avere un ruolo fondamentale nel complotto ordito per assassinare Cartwright, in modo che Verrick possa riprendere il controllo di un universo che si rivelerà molto meno imprevedibile di quanto non appaia. Ai Quizmaster deposti, infatti, è data la possibilità, in modo legale, di fare assassinare il nuovo leader. Eppure sarà proprio Cartwright, nonostante la sua età e la sua grande paura, a lanciare un micidiale colpo contro l'irriducibile Verrick che non si rassegna alla sconfitta, e quel che più conta, a permettere ad un’astronave di un gruppo di pellegrini di raggiungere il leggendario decimo pianeta del sistema solare.
Accostato dai critici alla social science fiction, questo romanzo di Dick – conosciuto anche come Il disco di fiamma e riproposto dalla Fanucci Editore con il titolo Lotteria dello spazio, con una introduzione di Carlo Pagetti e una postfazione di Carlo Bordoni -, pur risentendo anche degli stereotipi di certa fantascienza classica, è una lucida riflessione sul potere e la democrazia. Con ciò lo scrittore americano riconosce implicitamente alla fantascienza di essere anche un genere politico, che può trattare di temi quali il valore della libertà individuale e collettiva, il potere politico, il dominio incontrastato delle multinazionali economiche.
Lo scrittore americano dimostra come anche quella che sembra la più perfetta delle forme di democrazia si può trasformare in una compiuta dittatura: tutti gli esseri umani, attraverso una tessera, possono diventare leader mondiali, ma in realtà pochi possiedono tale tessera e, soprattutto, le multinazionali economiche e i giochi politici fanno in modo che finiscano nelle mani di pochi.
Alla base di questa “lotteria politica” c’è il teorema del minimax del matematico ungaro-statunitense John von Neumann, la stessa teoria alla quale sono ricorsi gli strateghi dei due fronti avversari durante la Seconda Grande Guerra. Neumann - una delle personalità scientifiche preminenti del XX secolo cui si devono fondamentali contributi in campi come teoria degli insiemi, fisica quantistica, economia, informatica, fluidodinamica e in molti altri settori della matematica - nel 1928, con il teorema del minimax (un teorema che esclude il terzo per garantire il conflitto tra due giocatori, come avviene nel gioco degli scacchi), fu il primo a fornire una descrizione matematica completa di un gioco. Ma fu solo nel 1938 quando von Neuman incontrò Oskar Morgenstern, un economista immigrato dall'Europa come lui, che si formò il nesso tra gioco ed economia. Morgenstern convinse von Neuman a scrivere un trattato in cui si sosteneva che la teoria dei giochi era il fondamento scientifico di ogni teoria economica. Nacque così, nel 1944 The Theory of Games and Economic Behavior, un libro rivoluzionario che applicando la matematica come linguaggio della logica scientifica, attaccava la visione keynesiana basata sugli incentivi, il comportamento e la psicologia individuale. L'essenza del messaggio di von Neuman e Morgenstern consisteva nel sostenere che i problemi tipici del comportamento economico diventavano rigorosamente identici ai concetti matematici relativi ai giochi di strategia.
Dick prende spunto da tale teoria, per presentare un possibile futuro in cui il mondo è regolato dalle leggi del caos, dalla teoria delle probabilità, e dai capricci dei singoli individui. La commistione tra il “gioco” e la sfera del reale è qui combinata per la prima volta e diventerà un tema caro allo scrittore americano.
A tratti il romanzo assume anche i toni del thriller: Cartwright, il nuovo Quizmaster, è protetto da un gruppo di telepati, in grado di intercettare il killer di Verrick molto prima che raggiunga il suo obiettivo. Verrick, però, escogita il killer perfetto: un robot che può assumere la personalità di diversi esseri umani. Una mente dissociata, multipla, fuori dagli schemi, che mette in crisi un sistema (la difesa del Quizmaster da parte dei telepati), anch’esso sull’orlo di una crisi.
Pur risentendo di difetti tipici di un’opera prima – una certa superficialità nella trama, nella costruzione psicologica dei personaggi, in dialoghi affrettati – Lotteria dello spazio prelude alle tipiche tematiche dickiane, che l’autore svilupperà nei suoi successivi romanzi.


Lotteria dello spazio (Solar lottery, 1955) di Philip K. Dick
Introduzione di Carlo Pagetti
Postfazione di Carlo Bordoni
Pagine: 256
Anno: 2005
Prezzo: 13 €

Aggiunto: May 19th 2005
Recensore: Carmine Treanni
Voto:
Link correlati: Il sito della casa editrice Fanucci
Hits: 1435
Lingua: italian

  

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