Superslitta per Santa Claus
di Maurizio Porro
È il miglior film per bambini di questo Natale: e non solo per minorenni perché il testimonial generazionale dal nonno ai nipoti comprende almeno due generazioni di Santa Claus e di elfi e mescola due messaggini compatibili. Il figlio di Babbo Natale della deb Sarah Smith esce dalla fucina degli autori di Galline in fuga, Wallace & Gromit, incastrando due elementi base della fascinazione fiabesca: il senso della famiglia, qui onnipresente ma anche ironico con Mamma Natale che prepara tè zuccherato e il nonno sdentato, e la sorpresa della tecnologia con cui il Babbo si aiuta per la consegna dei regali nella notte stellata del 25 dicembre. Ce la farà a far contenti tutti i piccini in attesa?
Provvisto di un laboratorio al Polo Nord di massima avveniristica produzione degno di 007, di slitte supersoniche, vere astronavi, e di un milione di elfi infaticabili, il nostro rischia di dimenticare una bambina che resterà priva della desiderata bicicletta.
Ma sarà uno dei suoi due figli, quel minore svagato e zuzzurellone (il primo è un capitano dal vitino di vespa e dal petto a piccione) a mandare a lieto fine l'ultimo desiderio.
Gli eroi natalizi si muovono ora tra metropoli e grattacieli, è difficile entrare dal camino anche se c'è un panettone sotto, altro che white Christmas come cantava Bing Crosby; a volte bisogna suonare citofoni e campanelli, usare altri sotterfugi. Mission impossibile.
Nell'insieme di queste osservazioni quasi sindacali sul fiabesco lavoro natalizio, cucite da una chiave psicologica non inedita ma d'affabile lettura col Nonno Natale pensionato, il film, scritto con Peter Baynham e girato in computer graphic nel corso di una lunga preparazione, risulta provvisto di acuto senso di osservazione nel disegnare i personaggi, simpaticamente derisi, ma fermandosi al limite della poesia per evitare che diventi molesta retorica.
Una volta tanto sono da raccomandare, con Justin Bieber in sottofondo, i titoli di coda non per gli ormai insopportabili ciak scartati, ma perché provvisti di un design grafico alla Saul Bass, grande titolista di Hitchcock e Preminger. Ma tutto il film ha una cifra stilistica, di linee e di colore che ne fanno qualcosa di autonomo dalla corrente produzione di cartoon, pur di svelto montaggio, non cedendo il ritmo dell'azione che alterna amabilmente i sentimenti alle trovate del computer. E forse finalmente risponderà alla domanda che i bambini, a parte il piccolo Einstein, non hanno mai avuto il coraggio di fare: che concetto di spazio-tempo possiede Babbo Natale?
[ Indietro ]
Articoli per film Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (387 letture) |