Un mondo fatto solo di violenza
di Leonardo Autera
Gli spettatori che subiscono il fascino della violenza più brutale ricorderanno di aver visto due anni fa un film dallo stesso titolo, Interceptor, che raffigurava, in un ipotetico futuro e sullo sfondo di squallidi e desolati paesaggi, un tipo di società post-consumistica in pieno sfacelo, divenuta preda di bande di teppisti motorizzati, superdrogati e maniaci sessuali, invadenti e distruttori come cavallette. Soltanto nella seconda parte del racconto si profilava la figura dell'eroe giustiziere nella persona di un ex poliziotto, Max, che scatenava a sua volta la propria furia omicida dopo che quei delinquenti assatanati gli avevano massacrato la moglie e il figlioletto
Quel film, di produzione australiana ma distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros, che aveva subodorato l'affare, riscosse un successo sbalorditivo (oltre cento milioni di dollari d'incasso) ed era naturale che si provvedesse a dare un seguito alla storia, tanto più che essa si troncava improvvisamente sull'azione vendicativa del protagonista. Ed ecco pronto, ad opera dello stesso regista George Miller e con lo stesso interprete Mel Gibson nei ruolo di Max, il secondo Interceptor (Mad Max 2 nell'originale) che appare in Italia con il titolo aggiuntivo Il guerriero della strada.
È fin troppo evidente che la storia ricalca pari pari i motivi classici del western americano, Max non è altro che il cavaliere solitario che viene in soccorso della carovana di pionieri assediati (dai banditi o dagli indiani) guidandola poi verso l’Ovest, In sostanza, sono cambiati soltanto i mezzi di trasporto: l'automobile in luogo del cavallo; i camion rovesciati, invece dei carri, per formare in cerchio la barriera contro gli attacchi; l'autocisterna lanciata in folle corsa che fa le veci dei "covered wagon". Se volete aggiungere che la difesa del pozzo di petrolio è analoga alla difesa di una pozza d'acqua necessaria alla sopravvivenza il gioco è ancora più complesso.
A parte tali riferimenti, ciò che salta agli occhi è il parossismo con cui, in questo nuovo Interceptor anche più che nel primo, la violenza vi viene rappresentata ricorrendo ad effetti ripetitivi e scioccanti fino al limite del disgusto. Bisogna tuttavia riconoscere che il racconto è condotto con grande estro visivo, con tecnica abilissima nel taglio secco delle immagini, nella loro resa fotografica e nella travolgente dinamica del montaggio. Tutte doti che il giovane regista, tra l'altro servito da un interprete convincente (Mel Gibson, apprezzato anche in Gli anni spezzati), potrebbe metter a miglior frutto senza speculare sui bassi istinti del pubblico.
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