Una fantascienza che viene dalla Germania
di Giovanna Grassi
Interessante e ambizioso, ma anche noioso, film tedesco di cosiddetta "fantacoscienza" ossia di un genere di "science fiction" dove gli elementi puri del filone fantastico sono mescolati a temi sociali, politici ed economici quanto mai realistici. L'obiettivo, in questo tipo di cinema, si sposta continuamente dallo Spazio e dai suoi misteri all'Uomo e alle lotte per gli imperialistici predominii degli spazi intergalattici.
Non sempre il tentativo di trasformare la fantascienza in un mezzo al servizio dell'indagine sociologica e della denuncia politica funziona e in 1997 - Il principio dell'Arca di Noè, di fronte a molte istanze velleitariamente sociologiche e ai dialoghi infarciti di «messaggi», si rimpiange lo spettacolo puro di quella "scienza" della fantasia e di quella avventura degli occhi e dello spirito che è la fantascienza pura. Tuttavia si apprezza qui il tentativo produttivo tedesco di realizzare un film sopra la media tecnica e commerciale di certi prodotti mentre lasciano perplessi gli attacchi indiretti al cinema USA spettacolare che qui, comunque, è il padrino esplicito delle immagini e della stessa struttura da western-galattico.
Il film è la storia della lotta di pochi astronauti europei contro il tentativo americano di utilizzare a scopi militari uno "skylab" (shuttle-laboratorio). Siamo sul "Florida Arklad" in orbita a 180 km sopra la Terra. Il "Florida" è un progetto congiunto tra gli istituti spaziali americani e quelli europei. È stato in pratica ideato e realizzato per studiare le possibilità di influenzare il clima e le condizioni meteorologiche sulla Terra, nell'ambito del grosso progetto di ricerche detto CORA.
Quando scoppia una crisi in Medio Oriente, l'equipaggio del "Florida" riceve l'ordine di effettuare una irradiazione di prova dalla stazione spaziale.
L'ufficiale molto illuminato che è alla guida del "Florida" capisce immediatamente che le radiazioni potrebbero avere chiari scopi militari e, quel che è gravissimo, essere usate come copertura per una invasione lampo e avere effetti catastrofici, dato che potrebbero distruggere popolazioni intere e alterare in modo irreparabile le condizioni ambientali e climatiche.
Ha dunque inizio una lotta ideologica tra il Potere e lo scienziato astronauta Max Marek, che giungerà a manomettere il computer di bordo, che sarà sostituito e che perirà in uno scontro inevitabile per corrotto volere dell'uomo.
Il tema di grande interesse è purtroppo trattato in modo verboso e con una suspense che non trova corrispettivo immaginifico nelle inquadrature e nel ritmo della regia. Risultano discreti alcuni effetti speciali, ma la cinematografia avveniristica non trova comunque in questo dignitoso e insipido prodotto tedesco allucinazioni e premonizioni coinvolgenti. Le riprese dello Space-Shuttle sono state realizzate grazie alla NASA e, tra tanti effetti speciali realizzati in laboratorio e in teatro, meritano un cenno le immagini delle nuvole, che sono state registrate dal satellite meteorologico Meteosat.
Gli attori, i cui profili umani sono appena abbozzati, recitano in modo stereotipato sotto la guida del non ancora trentenne regista Emmerich diplomato alla scuola di cinematografia di Monaco e che qui pecca per eccesso di virtuosismo e di intellettualismo.
[ Indietro ]
Articoli per film Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (427 letture) |