L'inviato del dio
di Gianluigi Zuddas, "Malacandra" n. 15, ed. Tabula fati, 2006, 4,50 €, 48 pagg.
Racconto facente parte del ciclo delle Amazzoni, narra di una di esse e di un sacerdote che, su un pianeta molto arretrato, stanno fuggendo da dei nemici decisi ad ucciderli.
Il sacerdote, però, continua a ripetere che il suo dio, che può pregare attraverso un altare magico, verrà a salvarli.
L’amazzone è ovviamente scettica, ma poi armeggiando maldestramente con quell’altarino, sente una voce parlarle, e si spaventa.
Il dio arriverà davvero, e li salverà, ma non lo sarà affatto, un dio; quell’altarino era in realtà una radio, e il suo uccello volante magico una navetta spaziale.
È sceso sul quel pianeta per l’ultima volta, proprio a recuperare quella radio, per un accordo di pace con un nemico alieno col quale è stata combattuta una guerra ormai finita.
Ma offende il sacerdote, irridendo quanto gli avevano fatto credere per tenere un contatto su quel pianeta, e lui… se ne va con la navetta, che lo porterà automaticamente all’astronave madre che stà per lasciare quel sistema solare.
E ha carburante solamente per quel, viaggio.
Dovrà così restare esiliato per sempre su quel pianeta selvaggio; ma l’amazzone gli prospetta una possibilità di riuscire a passarsela bene: fingersi il sacerdote che se ne è andato.
Lui accetta entusiasta, ma prima di aver saputo che: "… i sacerdoti hanno l’obbligo di essere casti, uomo. Rigorosamente casti…" (pag. 46).
Divertente, ben scritto, è un buon racconto fantasy umoristico senza pretese.
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