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Un "fiore carnivoro" nella spiaggia californiana


di Giovanna Grassi


Tipico film americano dell'orrore di produzione minore e di taglio televisivo, Spiaggia di sangue scopiazza un'idea lanciata dal canadese David Cronenberg in Il demone sotto la pelle e Rabid e poi ripreso, con risonanza internazionale, da Ridley Scott in Alien.

Il tema è quello di una "creatura" non definibile, forse una molecola dilatata o forse un germe malsano partorito dalla nostra epoca antiecologica. Il mostro uccide uomini e donne succhiando loro il sangue e divorandoli nel segno del mistero. La creatura si annida sotto la sabbia di una dorata spiaggia californiana: scompaiono uomini e donne senza che nessuno riesca a trovare un qualsiasi indizio in grado di indicare il come e il perché delle sparizioni. Piccoli vortici nella sabbia, che diventano voragini nell'attimo in cui le vittime vengano inghiottite, indicano a un giovane agente portuale l'esistenza di un pericolo sotterraneo, annidato probabilmente nelle caverne di un fatiscente stabile ai bordi della spiaggia di Santa Monica. Il gesto inconsulto di un agente di polizia distruggerà con una carica di dinamite il "fiore carnivoro", ma viscidi frammenti del mostro, riproducendosi continueranno le loro stragi.

Tutta la prima parte del film diretto da Jeffrey Bloom, e co-prodotto dal re del filone kung-fu Run Run Shaw in trasferta hollywoodiana, prepara l'apparizione della «creatura», che giunge solo molto tardi a sciogliere l'atmosfera di strisciante paura in cui è immerso il racconto volutamente ambientato in esterni e interni quotidiani. Dopo l’apparizione del «fiore di carne», il film gira a vuoto in cerca di un finale e di una motivazione, che non trova appigli né in un aspetto fantastico né tantomeno in quello sociale. Il gioco di costruzione delle atmosfere risulta alla fine gratuito e lento.

Tra tanti volti qualunque si distinguono quelli dei bravi caratteristi John Saxon e Burt Young e ottima risulta la colonna sonora da incubo di Gil Meele, che riproduce il rumore ritmato del mare contro le palafitte dove si annida il mostro.






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