Un sequel per il mago di Oz: la fantasia nell'era dei computer
di Giovanna Grassi
Un sequel d'animazione per una delle fiabe cinematografiche più famose di tutti i tempi. Si celebrano i 75 anni de Il Mago di Oz (1939) diretto da Victor Fleming e tratto dal memorabile romanzo di Frank Baum. La rimasterizzazione in 3D dell'originale (dopo il grande successo della nuova pellicola interpretata da James Franco, Il grande e potente Oz) è andata ovunque a ruba. Ora arriva anche sugli schermi italiani (il 12 giugno e con il marchio della M2 Pictures), un altro film: Il magico mondo di Oz diretto da Will Finn e da Dan St. Pierre (scenografo e co-regista), tratto da un libro del pronipote di L. Frank Baum, ossia Roger Stanton Baum.
È una pellicola d'animazione, una sorta di seguito di quella che, per tutti i temi che affronta (l'amicizia, la solidarietà con i diversi, la forza dei sogni, il passo a due tra realtà e magia) non può essere considerata solo una fiaba. Nel cartoon, Dorothy (nel film di Fleming interpretata da Judy Garland) si risveglia in un Kansas sconvolto e semidistrutto da un tornado e decide con ogni mezzo di ritornare a Oz per salvare e ritrovare i suoi amici: lo Spaventapasseri, il Leone, l'Uomo di Latta e Glinda. Entrano in scena anche altri personaggi come il malefico Giullare, il Maresciallo Mallow, la Principessa di Porcellana, il gufo Socrate e la nave parlante Nat.
Ha così inizio un nuovo viaggio che mira, attraverso un percorso pieno di insidie nel regno di Oz e nel Kansas contemporaneo, a riportare la serenità nella Città di Smeraldo. Nella versione italiana la voce di Dorothy per la parte cantata è quella di Violetta, finalista di “X Factor”.
Accolto positivamente dalla critica Usa, il film è in odore di Oscar soprattutto per il lavoro dello staff a cominciare dal co-regista Daniel St. Pierre, che come art director proviene dalla Disney. Non è certo da meno l'altro regista, Will Finn, che per anni è stato a capo dell'animazione della stessa Disney. «È una favola eterna - affermano all'unisono Finn e St. Pierre - e il libro del pronipote dell'autore dell'originale è ricco di fantasia, invenzioni e nuovi personaggi. Tutto inizia dopo il ritorno di Dorothy dal suo primo viaggio a Oz. La fanciulla è una giovane donna di oggi alle prese, come milioni di americani, con i tornado che sconvolgono vite, intere etnie, città e villaggi. Però le appartengono in pieno l'innocenza, la delicatezza e la spontaneità della Dorothy tradizionale. Ovviamente ci sono tante curiosità che vanno ad aggiungersi ai temi della storia originale.
Lo Spaventapasseri per esempio è diventato un cervellone, l'Uomo di Latta ha un temperamento umorale e provoca tantissime emozioni e il Leone non è un codardo e ha imparato a gestire la sua rabbia».
Raccontano ancora gli autori: «Ovviamente abbiamo messo in primo piano anche l'aspetto musicale. Primo obiettivo di tutta la troupe è stato uno soltanto: creare una nuova visione sorprendente ma non deludere le aspettative dei milioni di fan di Oz (che con Peter Pan è un caposaldo dell'immaginazione infantile e non soltanto). Ma per noi era anche fondamentale affrontare la realtà di oggi e far vedere come il mondo reagisce a calamità naturali (come ad esempio l'uragano Katrina, i terremoti, gli tsunami) che sconvolgono l'America e non solo».
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