Torneranno a volare
di Claudio Tinivella, "Autori contemporanei-Narrativa" n. 6, ed. Il foglio, 2002, 8,00 €, 178 pagg.
Buon romanzo di fantascienza che tratta uno dei temi classici del genere, quello della colonizzazione di un pianeta alieno.
Una spedizione viene mandata a vedere cosa è successo a dei coloni che avevano, anni prima, colonizzato un pianeta lontano, e che ormai da tempo non danno notizie di sè.
Giunti là, però, dovranno fare un atterraggio di fortuna, e capiteranno nel continente sbagliato, desertico e privo di insediamenti umani.
Inizieranno dunque una serie di avventure, durante il loro tentativo di raggiungere i coloni (sempre che ce ne siano ancora!).
Alla fine li raggiungeranno e, assieme, dalle esperienze che avranno vissuto, troveranno il modo, che quei primi coloni non avevano capito, per inserirsi in maniera giusta in quel mondo.
Vi sono varie evidenti influenze in questo lavoro del Tivinella: quella dickiana, per la quale i protagonisti si domandano, ad un certo punto, se per caso, in realtà, non stiano ancora nelle celle criogeniche a sognare i loro sogni, invece di essere su quel pianeta.
E di Stanislaw Lem: "… Janitza non è la Terra. Non è una copia del nostro mondo di origine. Noi siamo venuti qui pensando di avere a disposizione un mondo vergine, da plasmare sul modello della Terra." (pag. 167); riuscire a non proiettare su ciò che è alieno noi stessi, può consentirci di trovare un approccio che non sia unicamente sopraffattivo.
E, dal classicissimo "Solaris", l’oceano di quel pianeta che induce, in chi lo navighi, sogni ed incubi molto privati.
Il modo giusto per inserirsi in quel mondo sarà, ovviamente, quello di non considerarne gli indigeni necessariamente inferiori (saranno, addirittura, esseri telepatici con una reale capacità di comunicazione infinitamente superiore alla nostra), ma di, senza pretendere il "possesso" di alcuna delle terre non loro, di starvi pacificamente dando ai nativi le conoscenze scientifiche, quelle si, più avanzate che avevano.
La scrittura dell’autore è, poi, al solito, molto buona, poetica, anche se qui, sulla lunga distanza, inevitabilmente si va diluendo; ed inserisce, nella trama, un personaggio, molto importante per la sua economia, molto bello: una "mezzosangue", nata da una delle razze indigene, alata, e da uno dei primi coloni, con tutti i suoi problemi di diversa che non sa volare come i suoi coetanei, e di curiosità per cose proibite come, appunto, i Giganti, come avevano preso a chiamare i terrestri, che la porterà a vivere infinite avventure e, alla fine, ad essere determinante per quel futuro migliore per il suo pianeta.
Completa il volume un "La fantascienza di Claudio Tinivella", di Gordiano Lupi, pag. 7 e un "L’autore", pag. 175.
Altri contributi critici: recensione di Antonio Scacco, "Future shock" n. 38, 2002
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