Il cuore finto di DR
di Nicoletta Vallorani, "Urania" n. 1215, ed. Mondadori, ’93, 5000 £, 176 pagg., poi "Meteore" n. 2, ed. Todaro, 2003
Romanzo che ha vinto il Premio "Urania" '92 ed è arrivato 3° al premio "Italia" '94, è davvero molto buono.
Un multimiliardario idealista prima esce dal giro della droga, che era il suo maggior introito, poi decide di spendere tutti i suoi soldi andando in giro per la galassia a vedere pianeti.
Su uno di questi però naufraga, trovandovi dei terrestri che vi erano naufragati anch’essi generazioni addietro, per poi restarvi, da una donna dei quali ha due figli, che porterà sulla Terra.
Sono telepatici, e gemelli; il maschio sposerà sua figlia adottiva, la femmina fuggirà da un centro di ricerche sui telepatici, per finire a fare la barbona.
Ma quella figlia vuole i soldi, e rientra nel giro della droga; su quel pianeta ha saputo che c’è, naturale, in enormi quantità, la droga che deve produrre. Così, dopo aver ucciso quel suo sfortunato marito, va alla ricerca di sua sorella.
E qui entra in gioco DR, una sintetica che per sopravvivere fa la detective, a cui affida il caso, proprio perché è tale.
Ben presto lei capisce che c’è ben altro dietro a ciò, apprende dal miliardario, ormai ridotto in carrozzina, tutta la storia, e decide, dopo che le viene imposto di lasciare il caso, di mettersi dalla parte di quell’aliena, e di tentare di riportarla al suo pianeta, senza che i trafficanti possano mettervi piede.
Dopo innumerevoli peripezie, vi riuscirà.
Dr è la tipica antieroe: grassa, fuori da qualunque canone di bellezza e, soprattutto, sintetica. Non dovrebbe provare emozione alcuna, ma, a volte, le sembra proprio di provarne.
Sarà proprio l’empatia, di cui la telepatia è in ultimo metafora, ad avere la meglio sul mero desiderio di accumulare ricchezze passando sopra tutti i cadaveri necessari, sull’avidità che non pensa neppure a poter non devastare un pianeta.
La scrittura della Vallorani, poi, è davvero buona, con ampi passaggi nei quali vi è una poeticità davvero alta, toccante, in quanto dice di sentimenti profondamente umani.
Altri contributi critici: recensione di Sergio Rossi, "Uscita di sicurezza" n. 12, ’93, pag. 43; recensione di Franco Ricciadiello, "Intercom" n. 134/135, ’94, pag. 11; intervista di Simone Tosoni, "Intercom 2002"
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