Recensione di Franco Forte a "L'ombra del torturatore"
Giunge alla ribalta, finalmente, anche nel nostro paese, la maestria narrativa di quel magnifico autore che è Gene Wolfe.
L'ombra del torturatore non è certo il suo miglior lavoro, ma certamente già si colloca su livelli d'apprezzamento da parte del pubblico veramente notevoli.
Il romanzo, che si svolge su una Terra del futuro in cui la periodicità degli eventi storici ha riportato l'Uomo ad indossare la cappa e impugnare la spada, pur accorgendosi di tanto in tanto che la tecnologia non lo ha abbandonato del tutto al suo destino, narra in prima persona l'esperienza di vita di un giovane adepto Torturatore, fino a quando egli non verrà espulso dalla sua Corporazione.
Urth (questo il nuovo nome della Terra che se vi fate caso, altro non è che la storpiatura dell'attuale nome in inglese: Earth) è rappresentata ai nostri occhi come avvolta in una densa atmosfera goticheggiante,colma di umori e trasudazioni tipiche del lontanissimo futuro che descrive, così come del nostro più remoto affascinante Medioevo.
Una immensa città, Nessus, si stende a lambire col suo mare di tetti l'orizzonte in ogni direzione, e al centro di essa, cinta da solide mura d'acciaio nero, prospera la Cittadella, con le alte torri delle Corporazioni che si stagliano sottili verso il cielo sempre cupo.
Sentiamo parlare, allora, della Corporazione delle Streghe, di quella degli Orsi, di quella dei Curatori, ma la più suggestiva e piacevolmente barocca risulta essere, naturalmente, quella in cui viene allevato Severian, il protagonista-narratore del romanzo.
La Corporazione dei Torturatori, o l'Ordine dei Cercatori della Verità e della Penitenza accetta i suoi discepoli dai figli di coloro che cessano di vivere tra le sofferenze infertagli dalla sua antica arte, ed essi seguono una rigida vita di apprendistato, nella speranza di poter presto condurre nuovi adepti all'interno della Corporazione.
Severian è uno tra i molti, e neppure il più rappresentativo, che studia e impara con ardore i misteri dell'Ordine nella speranza di poter divenire lui stesso Maestro Torturatore.
Ma questo non sarà mai possibile, per lui, e se ne sente un primo avviso quando uno dei tanti clienti inviati alla Corporazione per subire la giusta punizione, la Castellana Thecla, riuscirà a farlo innamorare delle sue morbide fattezze.
Per Thecla Severian disubbidirà alle più fondamentali regole della Corporazione, e la sua punizione sarà l'espulsione dall'Ordine e dalla Cittadella.
Egli dovrà dirigersi a Thrax, la Città dalle Stanze Senza Finestre, a svolgere il ruolo di carnefice per mezzo della sua lunga esperienza e dell'infallibile lama di Terminus Est, la preziosissima spada donatagli dal suo Maestro.
Quest'ultima parte del romanzo vedrà Severian incontrare, in pochi capitoli, numerosi personaggi: una coppia di saltimbanchi del tutto originale, un gruppo di persone amanti del dolore e della morte che lo venerano come un dio, una coppia di gemelli, Agia e Agilus, che lo porteranno molto vicino alla morte, e Dorcas, la misteriosa fanciulla che diverrà sua compagna non solo di viaggio ma anche di cuore.
L'Ombra del Torturatore, comunque, resta un'anticipazione prettamente stilistica alle mirabolanti avventure che sapranno ammassarsi l'una dietro l'altra nei prossimi volumi del ciclo, a cominciare da quel L'Artiglio del Conciliatore che apparirà tra le file della Fantacollana nel mese di Dicembre (o giù di lì).
Aspettiamoci cose meravigliose poichè Gene Wolfe, anche se a guardarlo in faccia non sembrerebbe, è forse l'autore americano contemporaneo più prezioso.
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