Le avventure di Numero Primo
di Marco Paolini e Gianfranco Bettin, "Stile libero", ed. Einaudi, 2017, 19,00 €, 334 pagg.
In un futuro prossimo, si sviluppa un’intelligenza artificiale quantistica, dalla capacità di calcolo incredibile.
La tipica A.I. destinata a governare il Mondo di tanta Sf.
Qui, questa progetta di sostituire agli esseri viventi copie artificiali, per superare la crisi ecologica che a breve sa devasterà il Mondo.
Solamente che è talmente potente, la sua capacità di calcolo, che, al suo interno, nasce un’altra entità, autocosciente come è diventata ella stessa, ma più… umana.
Che decide di contrastare quel suo folle progetto.
Il romanzo segue la storia del modo con il quale questa fa ciò; un bambino, apparentemente normalissimo, ma che è stato… progettato? concepito? ideato? per essere qualcosa di molto più avanzato di una persona, ma con, appunto, tutto ciò che fa di una persona una persona: "… dar vita a un essere nuovo, sfruttando la potenza di Echnè (l’entità all’interno della A.I., n.d.a.), e la nanoingegneria e la nanochirurgia, con cui manipolare materiale genetico sintetizzato in laboratorio, mescolato con materiale genetico naturale, sia umano che vegetale." (pag. 295).
E del padre che accetta di prendersene cura, non sapendo cosa sia.
Ed è un racconto che, ad un certo punto, diventa anche molto avventuroso, pieno di accadimenti che si susseguono repentini.
Ma è, prevalentemente, un racconto denso di umanità, del senso di doverosità che l’Uomo dovrebbe, quantomeno, avere nei confronti del proprio Mondo, del proprio futuro, e di quello dei suoi figli.
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