La custodia dei cieli profondi
di Raffaele Riba, "Bookclub” n. 31, ed. 66THAND2ND, 2018, 15,00 €, 192 pagg.
Un altro sole, più piccolo e rosso, viene ad illuminare il cielo della Terra.
Sconvolgendo i cicli vitali, modificando tutto.
In ciò un fratello (è ciò che lo caratterizza senz’altro di più) rimane attaccato alla cascina dove è nato e cresciuto; mentre suo fratello se ne va “in città”, suo padre in ospizio e sua madre chissà dove (si pensa morta, suicida), lui rimane là.
E, là, arrivano comitive per vedere quel nuovo sole da un’altura.
E, di più, lui vi vive una vita che sembrerebbe sconfinare spesso nella follia, ma che è ben altro.
Il suo stato mentale, il rapporto che instaura con gli oggetti, affettivo, mi hanno ricordato Ballard, con i suoi eroi che vivono in mondi appunto mutati, sia materialmente che psichicamente.
Il racconto, però, procede molto lento, in effetti non procede affatto; si riavvolge su se stesso.
La lettura risulta, a volte, un po’ faticosa, proprio per questa mancanza di una trama vera e propria, e per la costruzione del periodo quasi sempre complessa, molto poetica, e che usa anche vocaboli molto desueti.
Altri contributi critici: "Due soli per due fratelli. Una rivoluzione", di Cristina Taglietti, "La lettura", 14 ottobre 2018
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