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I Beatles non sono mai esistiti


di Fabio Ferzetti


Ritorno al futuro. Nell'Inghilterra di oggi un cantautore dilettante di origini indiane e scarso talento riceve dal Fato il più bel dono che potesse desiderare. Bello ma pericoloso. Un black out di dimensioni planetarie cancella infatti da tutte le memorie della Terra, biologiche e non, ogni traccia dei Beatles. Zero. Mai esistiti. Né loro né le loro canzoni (per sincerarsene il cantante miracolato fa ciò che farebbe chiunque di noi: va su Google, con esiti esilaranti). Un pezzo gigantesco di mitologia del '900, con il suo immane carico affettivo, sprofonda nel nulla. Ma cosa accadrebbe se ascoltassimo oggi, per la prima volta, "Yesterday", "We Can Work It Out" o "Le t It Be"? Da questa premessa irresistibile, benché non nuovissima, prende le mosse un film che parte come una freccia mettendo in campo una serie di figurine di contorno da perfetta commedia british (alla sceneggiatura c'è il Richard Curtis di "Notting Bill" e "Quattro matrimoni e un funerale"), ma a metà si siede sullo schema della commedia romantica e non si alza più. Un vero peccato perché il regista di "Trainspotting" e "The Mìllionaire" sogna da sempre di fare un vero musical ma qui, forse intimidito, si accontenta di fondere un amore a scoppio ritardato (deliziosa Lily James) e una satira abbastanza ovvia dell'industria musicale mentre il povero cantautore (Himesh Patel), sbalordito lui per primo da quel dono che presto ne fa una star planetaria, espia i sensi di colpa compiendo il classico percorso di redenzione. Così il meglio sta nei dettagli (con i Beatles, logicamente, spariscono anche i cloni Oasis, e non solo…). Nell'ironica apparizione di Ed Sheeran, che vuole ribattezzare "Hey jude" per "rinfrescarla". Nelle frecciatine contro l'amnesia collettiva che genera in egual misura mediocrità e revival.

Anche qui però serviva più coraggio, a costo di indispettire le pop star di oggi e i loro fan. E conveniva prendere più sul serio gli stessi Beatles invece di far apparire uno di loro nella scena più inutile del film. Dettaglio non secondario: i francesi David Blot e Jérémie Royer hanno messo in rete una loro graphic novel del 2011 intitolata proprio "Yesterday" il cui protagonista franco-americano, nato nel giorno della morte di John Lennon, si risveglia nella New York del 1961 con tutte le canzoni dei Beatles in testa. Solo una coincidenza?






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