Il bar subito dopo
"Il bar subito dopo", "Mondi incantati" n. 19, ed. Acheron, 2021 (10,00 €, 168 pagg.)
L’antologia che raccoglie i racconti vincitori del XXVII° trofeo RiLL, e, come siamo ormai abituati a sapere, quelli di alcuni concorsi esteri gemellati, e dello Sfida, riservato ai partecipanti alle precedenti edizioni del premio.
Quest’anno hanno partecipato ben 416 autori (fra cui io!!), con 522 racconti, il record assoluto, si pensa a causa della reclusione da pandemia.
E, al solito, la qualità risulta piuttosto buona.
Ma andiamo a vedere i racconti.
-"Il bar subito dopo", di Nicola Catellani (pagg. 11-22); il vincitore, è un sf che inizia, però, come se fosse un horror, e che diviene tale solamente alla fine, al disvelamento che, classicamente, rovescia il senso di quanto si era letto fino ad allora.
Il "subito dopo" del titolo, infatti, è, o sembra essere… l’al di là.
Il protagonista si trova in un luogo di cui non sa nulla, e viene a sapere di… essere morto.
Poi, però…
Ben scritto, e la trovata è davvero buona.
-"Urne elettorali", di Nicola Catellani (poi anche in "Universi smarriti", a cura di Carmine Treanni, "Odissea digital fantascienza" n. 128, ed. Delos digital, 2022; pagg. 23-33); il secondo classificato. È davvero inusuale che un autore vinca il 1°, ed il 2°, premio, ad un concorso!!
Comunque. Anche in questo abbiamo a che fare con la morte, qui, però, vera.
È, infatti, ambientato in un futuro nel quale a votare sono anche i morti. Nel senso che si può dare un’intenzione di voto anticipato che, nel caso di morte, varrà come voto.
E, alla fine del racconto, capiremo che tutto quanto era, esattamente, una di queste intenzioni anticipate.
Fantapolitica, dunque.
L’idea è decisamente innovativa, ma è chiaro che l’intenzione dell’autore è più quella di dire del disamore per la politica ormai dilagante.
-"Tunnel", di Elia Gonella (pagg. 34-42); il terzo classificato, è fantastico/sf; un uomo pensa di aver visto sé stesso giovane sul vagone della metropolitana che correva a fianco di quello su cui stava lui, e comincia a cercarlo.
Al lavoro comincia a fare sempre tardi, poi non ci va più del tutto.
E la cosa diventa, per lui, un’ossessione. Ormai vive, nei sotterranei della metropolitana, e il suo sé stesso giovane perde d’importanza; ora pensa che quei meandri nascondano qualcosa che vuole scoprire.
Ma arriverà l’armageddon, e là sotto diventerà un rifugio; e lui incontrerà il sé stesso più giovane, ricordandosi di quando l’aveva vissuto.
Il racconto di un impazzimento, dunque, in cui l’elemento fantastico risulta, in ultimo, marginale, possibilmente frutto di quella stessa pazzia.
-"Pollice verde", di Cristina Amerio (pagg. 43-51); il quarto classificato, fantastico; un’agenzia che offre servizi di "giardinaggio estremo", composta da un’umana e… una pianta, va nell’appartamento di una signora che ha chiamato.
Tornata dalle vacanze, ha trovato la casa invasa dalle piante.
Riusciranno a risolvere la situazione, non senza svariati inconvenienti.
Del come e del perché ciò sia non si dice nulla, ma il tutto risulta piuttosto divertente.
-"Malarazza", di Luca Notarianni (pagg. 52-64); il quinto classificato, è un horror molto forte; in un dopo apocalisse, c’è una piccola comunità di famiglie che vivono in roulotte che, per sopravvivere… alleva persone.
Per mangiarle.
Ci sono nutrici, selvagge amputate degli arti e dei sensi, che fanno da incubatrici.
Il protagonista deve cucinare il suo primo uomo, ma si è convinto che quel loro modo di vivere non sia… giusto.
E allora…
Scritto molto bene, è davvero molto… orrorifico.
"RiLL world tour" (pagg. 65-66); che quest’anno non comprende i racconti dei Aeon award short fiction contest, irlandese, e James White award, britannico "… per problemi organizzativi".
-"L'incidente Furnerius" (El incidente Furnerius), di Josè Angel Menéndez, trad. Serena Valentini (pagg. 67-81): vincitore del premio Visiones, Spagna, è un hard sf nel quale si immagina un attacco all’intero sistema solare, i cui pianeti esploderanno.
E ciò è visto da un uomo che è mandato a vedere quello che si crede un impatto di un meteorite sulla Luna.
Sarà, invece, il primo dei missili che distruggeranno i pianeti.
Missili che creano una distorsione spazio-temporale.
Gli si dice che ha la possibilità di evitare quella distruzione, e lui ci prova; il finale è aperto, nel senso che non si capisce se vi sia riuscito, o no, o che cosa in effetti sia accaduto.
Avvincente, l’idea di base è tale da renderlo improvvisamente un’altra cosa da quanto si era pensato di stare leggendo.
-"La migliore medicina" (The Best Medicine), di Pauline Yates, trad. Daniele Pagliuca e Alberto Panicucci (pagg. 82-91); vincitore dell’AHWA short-story conpetition, Australia, è un horror che racconta di una donna che si prende cura del marito che, dopo un incidente d’auto causato da lei stessa, stà lentamente regredendo ad uno stato… animale.
E l’unica medicina che riesce a placarle gli scatti d’ira violenta, sarà una sorpresa per il lettore, nel finale.
-"Creature ultraterrene" (Unearthly Creatures), di Belinda Lewis, trad. Francesca Garello (pagg. 92-105); vincitore della Nova short-story competition, Sudafrica, edizione 2013, è un sf classico. La protagonista, da sempre amante delle stelle, riesce, dopo molti tentativi, ad avere un posto per una missione spaziale.
Andrà verso una cometa che si pensa possa contenere molti minerali sfruttabili commercialmente.
Ma, là, sentirà gli animali che sono stati mandati nello spazio nelle prime, missioni spaziali. E deciderà di dire, nei suoi comunicati, che non ce n’è, di minerali preziosi: "… sapeva che se la cometa fosse stata distrutta gli animali sarebbero morti. O sarebbero morti di nuovo. I loro fantasmi o i loro dati o i loro qualcosa sarebbero stati di nuovo condannati alla solitudine. Ancora una volta sacrificati per l’umanità e il progresso." (pag. 104).
E…
-"Sfida" (pag. 106); quest’anno hanno partecipato 24 racconti, e il vincolo era che contenessero la frase "per favore non leggermi nel pensiero", o comunque ne costituisse "l’elemento centrale del racconto".
-"L'impostore", di Saverio Catellani (pagg. 107-119); fantastico, vede un ragazzino che vive col padre in un albergo di montagna fare amicizia con un uomo che va là in vacanza tutti gli anni.
Questi gli rivela di avere un dono: può leggere nella mente delle persone.
La cosa lo entusiasma, e i due giocano a quel gioco per giorni; ma poi arriva sua madre, e…
Davvero molto buono, molto ben scritto, riesce a creare un’ottima atmosfera.
-"Il liuto e l'arpa", di Giorgio Smojver (pagg. 120-131); fantasy, racconta di un uomo che scende negli abissi marini per recuperare l’amata, rapita dalle creature marine per un oltraggio da lui fatto.
L’impresa riuscirà, e il narratore, che l’avrà accompagnato, sceglierà di restare lui là, per il necessario contrappasso di una vita che lascia quei regni.
Come dice l’autore il "… racconto è molto liberamente ispirato a due ballate medievali danesi: "Elverskud" e "Harpand kraft", che sono state fuse e rielaborate…" (pag. 131).
-"L'amore è una rockstar vecchio stile", di Marco Cesari (pagg. 132-141); in un futuro prossimo, nell’umanità si è diffusa la telepatia.
Il racconto vede due uomini, uno nato, telepate, l’altro che lo è diventato dopo che si era cominciata a diffondere; il secondo dice all’altro che, quella cosa, ha ucciso l’amore: "Se ci togli la possibilità di fingere, finiamo per essere quello che siamo. E quello che siamo non si può amare." (pag. 141).
-"Regola 37D", di Francesca Cappelli (pagg. 142-153): fantasy, è ambientato in un mondo nel quale la magia è ordinaria amministrazione, e si svolgono delle gare, di essa.
La regola del titolo è sulla possibilità di insultare l’avversario, in questi duelli magici.
Un po' debolino, nell’idea e nello svolgimento, risulta comunque abbastanza divertente.
Come abbiamo detto, come tutti gli anni la qualità è piuttosto buona.
Il vincitore è senz’altro ben meritevole, per l’idea e per come la espone, anche se col secondo è andato un po' peggio.
"Tunnel" non è molto fantastico, ma molto ben scritto.
"Pollice verde" è un po' debolino nell’idea, e non dice nulla del perché di quella situazione surreale (il collega albero!??).
"Malarazza" è, come abbiamo detto, molto forte. Ma decisamente molto buono,
Io, personalmente, avrei fatto vincere lui.
I racconti del world tour; il primo è molto buono, idea originale molto ben svolta, coinvolgente.
Il secondo riesce a creare un’ottima atmosfera, lascia intuire per gradi il finale, che è poi catartico.
E "Creature ultraterrene" è... romantico. Quella ragazza dalla forte volontà che, poi, sceglie di salvare le anime (??) di quegli animali…
Fra quelli di Sfida, Smojver e Cappelli non è che siano un gran che, mentre Catellani (particolarmente) e Cesari sono decisamente buoni.
Al solito, auguriamo a questo premio una lunga e prospera continuazione.
Il volume è completato da "Ritorno all'isola che c'è?", del comitato promotore del trofeo RiLL (pagg. 7-8), "Vitalità, intuizione, tenacia", di Francesca Fazzi, pag. 9, "XXVII trofeo RiLL. Comitato di lettura e giuria nazionale", pagg. 154-162
Altri contributi critici: recensione di Andrea Gualchierotti, "Dimensione cosmica" n. 17, ed. Tabula fati, 2022, pag. 94
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