Il sangue delle madri
di Francesca Cavallero, "Urania jumbo" n. 31, ed. Mondadori, 2022 (9,90 €, 448 (420) pagg.)
Ottimo, prosegue quanto si era cominciato a narrare in "Le ombre di Morjegrad", commentando il quale avevo detto che sarebbe stato meglio se le tre storie che vi raccontavano si fossero incrociate.
E, in questo, lo fanno, eccome!!
Alla fine le tre protagoniste (femmine) si ritroveranno per un finale altamente emozionante e, tipicamente, catartico.
La trama è intessuta molto bene, sempre con l’alternanza delle protagoniste, e, prevalentemente, come avevo detto anche per l’altro, è scritto in un’ottima prosa molto poetica.
Che è una poeticità sottile, fatta prevalentemente di parole sbagliate che creano, appunto, poeticità: “… il tempo cola di stanchezza nella notte che sale.” (pag. 105).
L’idea di base su cui è basato è quel SO.KA.R. di cui abbiamo letto anche in “Ninfe sbranate”, in “Distopia”, che è, come avevo intuito, nanotecnologia, ma anche genetica… e qualcosa di più profondo, e probabilmente potenzialmente molto pericoloso.
Che guarisce le ferite di chi lo assume.
Comunque, questa Cavallero scrive davvero molto, molto bene, e speriamo che sappia darci molte altre prove, di ciò!!
Altri contributi critici: recensione di Errico Passaro, "Dimensione cosmica" n. 19, ed. Tabula fati, 2022, pag. 96
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