Un'odissea alle origini di Star Wars
di Francesca Scorcucchi
Ogni rivoluzione ha un inizio e una fine.
La fine di quella dell'universo di Star Wars è nota quasi a tutti, ma l'inizio era un mistero. Ora non più: su Disney+ è disponibile la serie tv Andor.
Una missione complicata quella di realizzare un progetto conoscendone la fine. Meno complicata per Tony Gilroy, regista, produttore e sceneggiatore che ha già regalato al pubblico titoli come L'avvocato del Diavolo, la saga di Jason Bourne e le trame di House of Cards. A lui, che nell'universo di Star Wars era entrato con lo spin-off Rogue One (2016), è toccato l'onore e l'onere di trasformare in una lunga storia una singola battuta pronunciata dalla principessa Leila nella trilogia originale, quando la compianta Carrie Fisher, esponendo i piani di costruzione e le debolezze della Morte Nera disse: «Dobbiamo queste informazioni al sacrificio di un manipolo di eroi». Questa è la storia di quegli eroi.
«Di Andor se ne parlava da tempo, ma per diverse ragioni non si era mai riusciti a passare dalla teoria alla pratica - dice il regista e showrunner -. Ci sono stati diversi problemi, poi visto che avevo scritto Rogue One, (che di questa storia racconta l'epilogo, ndr) mi hanno contattato.
Ora, non voglio fare paragoni impropri, ma abbiamo raccontato la storia di un'intera rivoluzione ed è stato come se mi avessero chiesto di dirigere Guerra e Pace. È una cosa enorme e ogni puntata è praticamente un film».
La serie gira attorno a un personaggio, Cassian, interpretato da Diego Luna di cui gli amanti di Star Wars conoscono il destino. «Conosciamo Cassian e sappiamo che fine farà. Vero. Sappiamo quanto lui sia abile, multiforme e complicato. È un assassino, un sabotatore, un bugiardo, un seduttore, un leader. E un membro fidato dell'Alleanza Ribelle. Ma allo stesso tempo, alla fine, è un ragazzo dal cuore aperto che darà la vita per salvare tutti. È un personaggio piuttosto affascinante e qui lo raccontiamo dalle sue origini e lo accompagniamo attraverso una storia quinquennale. Un'odissea che lo porterà al suo destino, durante una rivoluzione globale, durante un momento storico in cui stanno accadendo eventi drammatici. Raccontiamo una rivoluzione, una qualsiasi rivoluzione, attraverso i suoi occhi e quelli dei suoi cari, dei suoi amici, dei suoi complici».
La comunità dei fan di Star Wars non ha fatto mancare critiche e complimenti. «Sono loro la nostra forza. Senza di loro non avremmo mai potuto produrre qualcosa di così mastodontico e costoso. Dentro questa comunità di fan ci sono molte fazioni diverse, molte anime, ma chi la compone ha in comune l'amore profondo per l'universo creato da George Lucas. Anche io sono un fan di Star Wars e conosco bene la passione e la foga con cui in molti reagiscono ad ogni sussulto di questo universo. Quel pubblico è la nostra preoccupazione principale». E per chi non si è mai avvicinato a Star Wars? «La serie è progettata in modo che questo possa essere il loro punto di ingresso, questi 24 episodi non richiedono infatti nessun tipo di conoscenza preliminare e potrebbero rappresentare la strada con cui avvicinarsi a tutta la saga. È la nostra speranza e anche la sfida più grande. Accontentare i fan storici e allo stesso tempo avvicinare alla saga un nuovo pubblico».
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