Il gioco delle cento candele
di Paola Cantatore, ed. Rizzoli, 2024 (30,00 €, 416 pagg.)
Il titolo di questo volume è quello che ha una tradizione giapponese, per la quale ci si riuniva per raccontare kaidan, racconti del soprannaturale, dopo aver acceso cento candele.
E alla fine di ogni racconto, chi l’aveva raccontato ne spegneva una.
Si pensava che, spenta l’ultima, qualcosa di terribile sarebbe capitato anche lì, ed era quindi usanza fermarti alla novantanovesima.
E sono, anche qui, novantanove; racconti invariabilmente di due o tre pagine, nei quali vi è un qualche accadimento fantastico.
Nella maggior parte, incontri con giovani donne che in realtà sono una qualche sorta di demone.
Ma anche di molti altri tipi, comunque quasi sempre pertinenti ad un qualche essere malvagio.
Ed è, prevalentemente, una lettura molto piacevole; raccontati in un’ottima prosa che imita quella di questo tipo di narrativa popolare giapponese, si leggono appunto in un attimo.
L’unica possibilità è quella che possano venire a noia. “Ne aveva abbastanza di creature soprannaturali.”, si legge nel penultimo, e…
A me non ha fatto questo effetto, forse perché l’ho centellinato un po'. Credo che tutto di fila potrebbe.
Il volume, illustrato da Toru Terada, è completato da "Glossario", pagg. 408-411, "Postfazione", di Paola Scrolavezza, pagg. 412-415, e "Bibliografia", pag. 416.
Altri contributi critici: "Storie horror per samurai contemporanei", di Annachiara Sacchi, "Corriere della sera", 1/11/2024
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